La merda di berlusconi e le magagne dei tedeschi

Una domestica polacca svela in un libro le cattive abitudine dei suoi clienti

«Sotto il letto dei tedeschi»
Una colf stronca la Germania

Un poliziotto non le paga i contributi e un giudice tiene in casa la pianta di marijuana sequestrata in un blitz

MILANO – Chi ancora pensa che in Germania viva il popolo dell’ordine e dell’organizzazione si ricrederà leggendo Sotto il letto dei tedeschi, volume scritto da un’anonima domestica polacca (in questa sorta di autobiografia usa lo

pseudonimo di Justyna Polanska) che ha rapidamente scalato le classifiche dei libri più venduti in Germania. L’opera della 32enne non solo smonta il mito della pulizia e della precisione dei tedeschi, ma narra tutte le umiliazioni e le vessazioni subite da questa ragazza arrivata in Germania 12 anni fa.

LE RICHIESTE ASSURDE – L’Independent di Londra dedica un lunga recensione al libro e rivela come l’autrice non sia affatto tenera né con il popolo teutonico né con la maggior parte dei suoi datori di lavoro. Essi sono presentati come proprietari di case sporche e malandate, persone molto taccagne che usano i mezzi più subdoli per verificare la sua onestà. La storia di Justyna è simile a quella delle oltre 500.000 donne delle pulizie polacche sbarcate in Germania dopo la caduta del Muro di Berlino. In possesso di un buon livello d’istruzione e piena di sogni, Justyna inizia a imparare il tedesco e tenta di lavorare come estetista. Tuttavia come tante sue connazionali per ottenere una retribuzione che nel suo Paese potrebbe solo sognare, si accontenta di fare i lavori domestici in casa di famiglie che appartengono alla borghesia tedesca. Tra i suoi datori di lavoro ci sono anche giudici, poliziotti e avvocati che privi di scrupoli la fanno lavorare a nero e spesso le presentano richieste assurde. Ad esempio per un lungo periodo Justyna racconta di lavorare in casa di un poliziotto che non le versa i contributi, ma in compenso passa tutta la giornata a stanare i lavoratori clandestini che lavorano nei cantieri edili. Un giudice invece pretende che spolveri la piantina di marijuana che coltiva nel suo appartamento e che è stata sequestrata dalla polizia durante un blitz. Davanti allo sconcerto della domestica, il giudice taglia corto: «È inutile buttare via le cose che sono state confiscate».

LA SCARSA PULIZIA E IL RAZZISMO DEI TEDESCHI – A colpire Justyna non sono solo le richieste assurde dei suoi datori di lavoro, ma soprattutto la loro sporcizia. Durante la sua lunga esperienza ha trovato di tutto sotto i loro letti: unghie dei piedi intatte, il cadavere in decomposizione di un criceto e persino due denti del giudizio: «Quando vivevo in Polonia, pensavo che i tedeschi fossero puliti e ordinati – dichiara all’Independent l’autrice -. Tuttavia, da quando sono arrivata qui, ho scoperto che si tratta solo di una facciata e che vi è molta polvere nascosta». Non manca il racconto delle trappole escogitate dai datori di lavoro per scoprire se Justyne è disonesta: ad esempio una volta ha trovato diverse banconote piazzate strategicamente sotto il letto: «Le ho prese e le ho appoggiate sul comodino» confessa l’autrice. Infine Justyne si sofferma sugli innumerevoli episodi di razzismo di cui è stata vittima. Quando i tedeschi sentono il suo accento straniero, spesso con fare sprezzante le rispondono: «Merda la Polonia». Tuttavia l’esperienza in Germania per Justyna non è tutta da buttare. Ci sono anche datori di lavoro gentili e cordiali: «I buoni mi chiamano “Perla” – assicura la domestica, che alla fine conferma di aver scritto il libro per svelare l’amara quotidianità vissuta dalle donne delle pulizie che lavorano in Germania-. Spero che i miei cattivi datori di lavori leggano il libro e inizino a comportarsi meglio».

Francesco Tortora

batcan

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