La russa, vai di cocaina, di escort e di Ferrari! E IO PAGO!

1- CHI PAGA PER LA FERRARI…
Da “l’Espresso

Ferrari e Chinhook in Alto Adige

Ignazio La Russa ci avrà fatto anche un figurone, ma il sostegno della Difesa al lancio dell’ultima Ferrari non è piaciuto a tutti. Augusto Di Stanislao, deputato Idv, ha presentato un’interrogazione dopo aver saputo che, per consentire ai giornalisti di provare la vettura tra le nevi di Plan de Corones (2.350 metri), un paio di “nuove Ferrari FF sono state caricate su un Ch47 Chinook del I Reggimento di Viterbo” supportato “da tre elicotteri Agusta 205 Superpuma”.

Tutto bene, non fosse per i costi. Il noleggio di un Superpuma costa 130 euro al minuto; quello di un Chinook molto di più. Ma la Ferrari non ha seguito questo iter. Vero che l’Esercito ha fatto sapere che aveva “già previsto un’attività addestrativa per l’atterraggio su superfici nevose di elicotteri carichi”, per cui la richiesta di Maranello si sarebbe “rivelata addirittura utile, altrimenti avremmo dovuto trasportare materiale finto”. È vero pure che la Ferrari dovrebbe fare una donazione per gli orfani dei militari caduti. Ma a Di Stanislao non sta bene che il ministero abbia usato “i suoi elicotteri, truppe e mezzi per l’evento promozionale di una

casa automobilistica”. P. D.N.

2- LA RUSSA / INDISCRETO – CHIAMATE UN MEDICO…
Da “l’Espresso

Ferrari e Chinhook in Alto Adige

Si chiama Paolina Coppola e alla presidenza del Consiglio si dice che è stata chiamata su indicazione di Ignazio La Russa a far parte del Comitato etico del ministero della Difesa. E lei, capitano medico dell’Esercito, ormai il suo ministro lo accompagna anche a Palazzo Chigi per le riunioni del consiglio dei ministri.

Ultimamente la bella Paolina si è presentata in uniforme destando la curiosità e l’ammirazione delle autorità presenti. Fino a poco tempo fa prestava servizio in una caserma di Motta di Livenza (Treviso). Ora, invece, i suoi impegni sono di molto aumentati: è stata vista, in borghese, al fianco di La Russa, anche alla Camera e persino imbarcarsi sui voli di Stato che il ministro utilizza per i suoi spostamenti. B. C.

3- E IGNAZIO ASSUME MISS MALIZIA “INGAGGIATA PER L´UNITÀ D´ITALIA”
Da “la Repubblica

hoara borselli

«Dal 10 marzo di quest´anno la soubrette Hoara Borselli è stata assunta nella segreteria del ministro della Difesa La Russa come collaboratrice per i grandi eventi, con particolare riferimento alle manifestazioni del 150esimo anniversario dell´Unità nazionale. Certo, sembra un affare: lo stipendio è 16.120 euro annui, non degno del lungo curriculum della signora che annovera prestigiosi riconoscimenti, che iniziano con il premio Miss Malizia del ´92, passando per varie comparsate nel cinema fino alla partecipazione sul piccolo schermo a Cento Vetrine e alla vittoria di “Ballando con le stelle”. Qualche domanda, tuttavia, è lecito porsela».

E la pone Andrea Sarubbi, deputato del Pd, che sulla quindicesima consulente del ministero, fresca di incarico, presenta un´interrogazione. Sottolineando, tra l´altro, come il compenso della signora Borselli, classe ´76, fisico e aspetto da modella, «equivale alla paga annuale di due soldati in ferma prefissata annuale destinati anche ad operare in missioni internazionali».

hoara borselli

Ma la soubrette Hoara Borselli – ex compagna dell´allenatore Walter Zenga – percepisce un «semplice rimborso spese di 800 euro netti mensili» e la sua collaborazione con la Difesa «è stato un affare», gli replica La Russa attraverso i suoi uffici. Scelta «discrezionale», come in ogni ministero, sottolinea, e nel caso specifico la signora «è venuta in aiuto alle difficoltà del ministero che, per l´anno delle celebrazioni, avrebbe dovuto sobbarcarsi il costo di ripetuti e onerosi contratti per assicurarsi adeguate professionalità atte a condurre ogni singolo evento previsto e prevedibile».

hoara borselli

La Borselli già «il 17 ha presentato il concerto della fanfara dell´Esercito in Piazza di Spagna». Dunque – conclude la nota del ministero – «ringraziata per aver aderito con spirito volontaristico all´invito rivoltole dalla struttura della Difesa».

4- LA RUSSA, IL MINISTRO ALLA MOVIOLA
Filippo Ceccarelli per “la Repubblica

Deve essere stata una scena mica male quella dei tre onorevoli questori di Montecitorio che dopo i tumulti in aula si sono raccolti in qualche ufficio, e lì dentro in gran segreto, comprensibilmente, si sono fatti proiettare il Moviolone per comprendere con scientifica esattezza, sequenza dopo sequenza e con l´indispensabile scrutinio del labiale se il ministro La Russa aveva o no mandato il presidente dell´Assemblea Fini a… alt! (tanto si è capito dove).

hoara borselli

E sarebbe bellissimo poter disporre del resoconto stenografico dell´indagine, con le varie ipotesi, le possibili assonanze, le plausibili disarmonie tra il gesto e il logos. Ma il verdetto del ralenti non lasciava adito a dubbi: La Russa ce l´ha proprio mandato. Donde «la più ferma deplorazione per la particolare gravità del comportamento tenuto in aula nei confronti della Presidenza», come si legge nel comunicato emesso dal Collegio dei deputati Questori, da parte dell´«onorevole» La Russa. Ma non – si fa osservare – del «ministro» La Russa.

La questione della titolarità ordinamentale e delle eventuali sanzioni è infatti impicciatissima e come tale rinviata a martedì. Non esistono precedenti in materia, per quanto bassa sia, né francamente si riescono a immaginare Taviani, Andreotti, Lagorio, Andreatta e altri ministri della Difesa che mandano a quel paese, con il dovuto gesto di accompagnamento, altri presidenti della Camera come Leone, Pertini, Ingrao o la Jotti.

hoara borselli lap

E tuttavia, pur in mancanza di antefatti, l´inedita liturgia del Moviolone Labiale e Istituzionale ha dei riscontri, o almeno trova una sua ratio sotto il dominio degli spettacoli perché la scena madre del vaffa, vista e rivista ieri sulla rete e in tv, potrebbe benissimo trovare un posto anche d´onore nel soggetto, nella sceneggiatura, nella proiezione e nella fruizione di un particolare genere di film. Quali?

Ora, sarebbe ingiusto imputare agli onorevoli questori Albonetti (Pd), Colucci (Pdl) e Mazzocchi (pure Pdl) di aver tralasciato o peggio di ignorare un piccolo precedente in materia. Ma è pur vero che l´autunno scorso intervenendo alla radio in una trasmissione chiamata «ComuniCattivo», sul serio, lo stesso ministro La Russa dichiarò di essere stato «in modo insistente» richiesto dal produttore De Laurentis per recitare in un cinepanettone. «Naturalmente – spiegò poi – ebbe un rifiuto». Naturalmente, un corno.

Nel regime delle rappresentazioni La Russa è una risorsa narrativa completamente sfuggita di mano, quindi è perfetto, musica, voce, faccia, parole, gestualità. Perfetto nel senso che nessuno può sapere come può andare a finire, dove può andare a sbattere. Lontanissimi ormai i tempi di Fiorello e dell´«Ignazio jouer» («Acquaragia/ Mutande ragno/ Alabarda»). E sono un pallido ricordo le innocue invenzioni creative e ricreative, i travestimenti da top-gun in tuta arancione, la messa riparatrice, la mini-naja, l´obbligo di cantare il Piave nelle scuole, la ginnastica per gli impiegati del ministero.

Il vaffa di La Russa a Fini

Arrivò un giorno, La Russa, a vantare una remota parentela con Dario Fo. E un altro giorno volle lanciare il suo massivo test anti-droga, per amici e colleghi e fotografi, per giunta in competizione con quello – pure discutibile – del povero Giovanardi. Test del capello, oltretutto, alla cui risonanza mediatica non ha corrisposto – come si notava mercoledì sera – altrettanta energia persuasiva.

larussa soldato

Ecco, basta: ora è solo l´Ignazio Furioso che un po´ fa ridere e un altro po´ mette paura (anche perché bene o male i missiloni dipendono da lui). L´ideale per ridare smalto alla produzione dei Vanzina o di Neri Parenti. Aggressivo come una tigre, litiga con tutti, allenatori di calcio e generali compresi. Mette le mani addosso.

Poi si pente e chiede scusa. Parla di calcio quando non è il caso (morte di due soldati in Afganistan e polemica sul Siena). Dà i pestoni davanti alle telecamere, ride, si commuove, sbraita, canta, spezza le matite in diretta, si prende la testa fra le mani, sbarra gli occhi, grida rauco, e ancora grida, per il 150° ha pure disegnato due gioielli tricolori con smeraldi, zirconi, swaroski.

In costante stato di sovraeccitazione, disposto a perdere le staffe e ad andare sopra le righe ogni due per tre, il Moviolone di Ignazio Benito La Russa testimonia al di là della sua stessa spiccata fantasia i guasti arrecati al discorso pubblico dai profondi processi di personalizzazione del potere – ma un po´ anche l´inesorabile impulso di quest´ultimo a farsi male da solo.

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