Le porcate della cricca sarda con l’eolico

Gli «smemorati» sardi del Pdl che rinnegano la sbornia eolica

di Gianluca Serratutti gli articoli dell’autore È un contagio di massa. Inizia a colpire misteriosamente il centrodestra sardo dallo scorso marzo. Una febbre antieolico virulenta che i maliziosi collegano alla pubblicazione di intercettazioni scomode. Quelle che avrebbero indotto Cappellacci a bloccare l’eolico, fino a due mesi fa senza limiti. Fatto sta che la febbre dilaga e colpisce pure la memoria, facendo diventare talebani i liberisti che per 5 anni avevano accusato la giunta Soru di aver fermato il prolificare di pale eoliche. Mario Diana, capogruppo del Pdl in Consiglio regionale, l’8 maggio dichiara all’Unione Sarda che «il centrodestra ha invertito la tendenza, siamo passati dall’era Soru alle regole». Allo stesso giornale l’11 novembre 2008 dichiarò: «Soru ha promosso politiche contro l’eolico … si apra la strada alla liberalizzazione». L’attuale assessore della Programmazione La Spisa, commentando le scelte del centrosinistra sull’energia, nell’ottobre 2004 sentenzia: «Saremo un’isola senza energia» (titolo dell’Unione Sarda) e «Si è detto no all’energia pulita del vento». Il 19 febbraio 2005 il ministro Matteoli tuonava «Per lo stop all’eolico il governo chiederà i danni». Antonello Liori, oggi assessore alla Sanità della giunta Cappellacci che due mesi fa blocca improvvisamente l’eolico, l’8 marzo 2005 ricorda a tutti che «La Sardegna non può sopportare all’infinito le bizze degli ambientalisti da salotto che ci hanno anche imposto l’abbandono del nucleare. Adesso ci costringono ad un vergognoso dietro front sull’eolico». Intanto il governo Berlusconi chiama in causa la Corte Costituzionale contro la cosiddetta legge salva coste, che aveva anche bloccato l’eolico in attesa di approvare il piano energetico. La Corte si pronuncia a favore della Regione nel gennaio 2006. Il deputato Cicu non approva, per lui «E’ una norma dannosa». E per Mauro Pili, che da Presidente nel 2003 dà il via libera a 2000 Megawatt di pale , «Una sentenza contro la Sardegna e contro i sardi, la legge blocca lo sviluppo e metterà i sardi in ginocchio». All’alba dell’epidemia verde, il 7 marzo 2010, dalle colonne dell’Unione Sarda rassicura: «Tutti al bando i signorotti del vento». Qualcuno provocatoriamente sostiene che Pili, convertitosi, sia il vero untore del contagio, provocando qualche imbarazzo al suo coordinatore nazionale intercettato, Verdini, e agli altri indagati del partito. Pochi giorni fa, il 12 maggio, i leader maximi dei partiti che sostengono Cappellacci fanno un comunicato congiunto: «La posizione della

maggioranza e della Giunta Cappellacci in materia di energie rinnovabili è stata chiara e trasparente fin dall’inizio della legislatura». Si sorvola sul fatto che ad agosto si liberalizza al massimo e a marzo la marcia è indietro tutta. La sindrome Claudia Lombardo, oggi Presidente del Consiglio regionale e indicata da alcuni giornali come portatrice di interessi nell’affaire eolico – versione prontamente smentita dall’interessata – nel novembre 2006 manco a dirlo, attacca la giunta Soru per il suo “pregiudizio contro l’eolico”. L’anno dopo il deputato dell’Udc Antonello Mereu dichiara contrariato che «Mentre tutte le forze politiche sono impegnate a difendere le tariffe speciali – per l’industria energivora della Portovesme Srl e dichiarate illegittime dall’UE – il presidente Soru individua la soluzione nell´eolico (una legge del centrosinistra prevedeva una quota riservata in favore dello sviluppo industriale)». Il capo del suo partito, Giorgio Oppi, gli risponde quasi tre anni dopo sull’Unione Sarda dello scorso 25 febbraio: «Portovesme Srl ok, via col vento. Via libera dalla giunta Cappellacci. Gli adempimenti avviati da Oppi». Cappellacci, alla notizia di essere indagato, si è difeso dichiarando che in 15 mesi non è stata rilasciata alcuna autorizzazione. Le fonti su questa sindrome bipolare del centrodestra sono infinite e l’attuale opposizione di centrosinistra, forse temendo il contagio, non le utilizza. Un’ultima dichiarazione va ricordata, quella dello scorso 8 maggio della consigliera regionale Simona De Francisci, prestata alla politica dall’Unione Sarda di cui è dipendente: «Tutte iniziative della Giunta Cappellacci per impedire lo scempio. A differenza di chi ci ha preceduto, non abbiamo mai rilasciato alcuna autorizzazione per installare impianti eolici». Sulla stampa la dichiarazione finisce qui. Ma sul suo sito De Francisci aggiunge «Basta con la Sardegna terra di conquista per gli industriali dell’eolico e per gli affari dei grandi appalti di opere rimaste deserte dopo il furto del G8». Furto del G8? Bussare a Palazzo Grazioli.

LA  “SBRUNCATA”  (legnata sui denti) DI  CAPPELLACCI.

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