Ma quanti reati ha commesso Mora? E soprattutto, ma è più checca e viscido lui o il suo avvocato?

Immobiliare Lele Mora

di Gianfrancesco Turano

I guai giudiziari. Il caso Ruby. L’arresto. E ora le indagini su un tesoretto di palazzi e ville ceduti poco prima del crac

(23 giugno 2011)

Nei migliori anni della sua vita, Lele Mora dedicava giugno all’inaugurazione del Billionaire, il locale in società con Flavio Briatore che ha dettato le eleganze dell’Italia di tronisti, veline, calciatori e imprenditori d’assalto. In un orribile 2011 già segnato dalle intercettazioni del Rubygate, Mora è finito in carcere il 20 giugno per bancarotta fraudolenta e lunedì 27 giugno affronterà l’udienza preliminare per il giro di prostitute spedite ad Arcore. Il suo rinvio a giudizio, insieme a Nicole Minetti ed Emilio Fede, sembra inevitabile.
I guai non sono finiti. I pm della bancarotta, Massimiliano Carducci ed Eugenio Fusco, lo hanno scritto e ripetuto nell’ordinanza di custodia cautelare. Gli 8,5 milioni di euro portati via dalle casse del gruppo Lm sono una somma di partenza. Altre indagini sono in corso sulle
attività all’estero dell’agente e sul suo patrimonio immobiliare.

Gli investimenti di Mora nel mattone valgono una cifra più o meno pari a quella sparita attraverso le false fatturazioni. Parte degli immobili è tuttora sotto il cappello della Diana, intestata ai figli di Mora. Ma alcuni pezzi pregiati sono stati ceduti a partire dalla fine del 2007, quando è emersa una frode fiscale da 16 milioni di euro capace, da sola, di travolgere le finanze del gruppo. La tempistica è fondamentale perché i magistrati devono stabilire se le vendite configurano un’ulteriore operazione mirata alla bancarotta. In quel caso, potrebbero scattare le revocatorie.

L’elenco delle proprietà vendute inizia da una casa in via Settembrini a Milano, comprata dalla soubrette Luisa Corna nel novembre 2007. Prosegue con due operazioni concluse nello stesso giorno, il 15 maggio 2008. Il primo piano di viale Monza 9, quartier generale milanese del gruppo Lm, passa alla lussemburghese Fpm Realty. La villa da 13 vani di Porto Cervo viene ceduta a Franciacorta gestioni immobiliari, schermata attraverso la Aletti fiduciaria. In entrambi i casi, l’acquirente dovrebbe essere Giovanni Semeraro, mobiliere con base a Erbusco (Brescia) che non è parente di Renato Semeraro, arrestato per il fallimento Aiazzone, ma si è interessato del salvataggio di Aiazzone prima del crac.

Un’altra proprietà in discussione è quella del Grotto di Caprino, sul lago di Lugano in Svizzera. Sul ristorante di lusso Mora ha fornito versioni contraddittorie e alla fine ha sostenuto di lavorare come semplice public relation man. Ma nelle intercettazioni con i funzionari del Credito cooperativo di Carate Brianza che gli chiedono di coprire il rosso di conto corrente, l’agente parla del locale come cosa propria ed afferma di averci investito 1,5 milioni di euro. “Questa è una pensione”, commenta. Il fisco svizzero sembra avere creduto all’ipotesi proprietà e ha messo i sigilli al locale per rivalersi delle irregolarità di Mora.

Lo stesso Billionaire è coinvolto negli accertamenti. Fino al 2009, la società che controlla il locale era divisa tra la lussemburghese Laridel di Flavio Briatore, con l’80 per cento, la Dani Comunicazione di Daniela Santanchè, con il 10 per cento e, con il 10 per cento rimanente, la lussemburghese Feva di Mirko e Diana Mora, i figli di Lele. Mentre il fisco si lasciava portare a spasso dalle promesse di concordato fatte da Mora, la quota della Feva è stata ceduta alla Gekko Investment che ha sede nel paradiso offshore delle Isole Vergini Britanniche.

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