Per la seconda volta concordo con Grasso: i chicazzè della tv di merda.

Da da da tra 20 anni pieno di sconosciuti

Per certi personaggi ci sarà bisogno di una didascalia anagrafica, visto che nessuno si ricorderà più di loro

Walter Chiari in tv
Walter Chiari in tv

Quando inizia ad andare in onda «Da da da» significa che è iniziata la stagione estiva, quella delle repliche dei recuperi, del riciclaggio, del niente. Il modello è quello classico di «Schegge», già sfruttato da «Supervarietà». La forza della Rai è che ha un archivio ben fornito e quei giochini dei tagli e ritagli escono sempre bene, quasi in automatico (Raiuno, dal lunedì al sabato, ore 20.30). Vero è che entrano in gioco due fattori molto importanti: il primo è l’effetto nostalgia, funziona sempre. Basta rivedere immagini in bianco e nero, vecchi spezzoni, frammenti di programmi perché questi stessi frammenti si trasformino in minuzzoli della nostra infanzia, o giù di lì. Il secondo è l’effetto setaccio. Un esempio: nell’estate del 1959 saranno uscite cinquanta canzoni, ma oggi ne ricordiamo una sola e quella sola rappresenta un’epoca, un mood, un ricordo.

Certo, i frammenti che si vedono ci fanno quasi sempre esclamare: ma com’erano bravi! Effettivamente era una tv popolata da professionisti, gente che conosceva bene il mestiere. Per questo mi sono immaginato un «Da da da» in onda fra vent’anni. Anche in quel caso la nostalgia e il setaccio del tempo avranno fatto il loro lavoro, ma invece di Walter Chiari, della Carrà, di Fiorello chi vedremo? Ecco, il Tg1 ha appena finito di parlare di cani abbandonati e dell’esodo del weekend e già appare Pino Insegno, e dopo di lui Carlo Conti, e poi Pupo, Emanuele Filiberto, Simone Annichiarico, Pino Insegno, Mughini che mughineggia, Antonella Clerici, Monica Maggioni in ginocchio da Bruno Vespa, un certo Piero Sansonetti, Pino Insegno, Gio Floris che saltella fra le sue poltrone, la compagnia di giro di Bruno Vespa, i plastici di Bruno Vespa, le domande di Gigi Marzullo. La cosa più curiosa è che per certi personaggi ci sarà bisogno di una didascalia anagrafica, visto che nessuno si ricorderà più di loro: quelle presentatrici del mattino o del primo pomeriggio, quegli svisti e mai visti che stanno occupando abusivamente il Servizio pubblico.

Aldo Grasso

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