Salute e grano a tutti! Cinema (?) sardo.

Vedo che, mentre Nichi Vendola ha praticamente spostato il cinema di qualità da Roma alla  sua Puglia e  finanzia addirittura  dei film, qui siamo alle solite. A Cagliari, paesone tonto da almeno 30 anni e morto come pochi, c’è un gran fermento di peracottari che si spacciano per registi e sceneggiatori. L’andazzo dura ormai da una decina d’anni e c’è da mettersi le mani nei capelli. Alcuni di questi signori sono addirittura riusciti a trovare i soldi per fare delle cagatine ignobili che loro chiamano FILM. Ovviamente, non hanno la più pallida idea di come si faccia questo mestiere.

Un paio d’anni fa, una della banda, una sedicente regista, ha una botta di culo: le muore la nonna o una zia e le lascia tipo 600 mila euro. Minca! Un miliardo e duecento milioni. Cosa fa costei? Invece di comprarsi una villetta a Villasimius o un bilocale a Cagliari, decide che “deve” fare un film. La prima cosa che fanno queste scimmiette decerebrate è: IGNORARE  ASSOLUTAMENTE CHI SA QUALCOSA DI CINEMA  E  DI SPETTACOLO.

E’ la loro vendetta da frustrati invidiosi nei  confronti dei  professionisti. Li capisco: non hanno altro dalla vita…

La tipa arriva qui al  villaggio dove vivo, con tanto di strepiti e suoni, fanfara e permessi e una troupe di vecchi professionisti romani. Quattro camion, attrezzature professionali, e qualche volpone che la leva d’impaccio, impedendole di fare cagate ancora più mostruose di quelle che si preannunciano. I genitori della povera persa, sapendo che io staziono qui, mi vengono a trovare e mi pregano di “dare una mano e qualche consiglio” alla loro creatura. Ma perché non è venuta lei? chiedo, è a cento metri da qui! No, lei è impegnatissima. Questa è la sceneggiatura. Se per favore te la leggi e le dai qualche dritta… Io sono sempre il solito coglione e prendo il malloppo. Che dire? Melina, a sette anni, faceva dei temi molto più carini, originali,  e completi.

Una porcata vergognosa.

 Un’accozzaglia di luoghi comuni, senza un cazzo di plot, senza un’idea, una caratterizzazione dei personaggi… niente!  Una robina sgrammaticata, accroccata alla pene di segugio. Non un colpo di scena, non una frustata… zero. Tipico di chi non ha idea di cosa sia una sceneggiatura. Allora, o sei Fellini, o sei Steno che deve dirigere dei mostri sacri come Totò e Peppino, oppure…perfino Spielberg non apre un set senza una sceneggiatura di ferro e uno story board approvato dai produttori.

Bene. Mentre le sue collaboratrici, negate come lei,preparano il set, io passo la domenica a  tagliare, inventare, cercare di salvare il salvabile e riesco -dopo una giornata faticosissima- a rendere un minimo accettabile la porcheriola. Rafforzo i personaggi, invento dei gesti che serviranno per l’agnizione finale; invento scene di una certa potenza, dialoghi credibili, ecc.  Stampo il lavoro (dell’originale compitino è rimasto ben poco) e il lunedì mattina lo regalo alla mamma di questa “regista”. Non si rende conto  che le  ho regalato almeno  200 mila euro!

 Lei mi prega di andare sul set: stanno per girare la prima scena. Ma non può, dico io, quella scena non c’è più… era inutile!

 Niente da fare. Stalle vicino, mi chiede la signora, guidala. Evabeneeee…

Mi vesto, vado sul set, a cento metri da casa mia, e vedo una cosa agghiacciante. Una bestemmia per il cinema.  Due tavole, assolutamente  negate, che si sbracciano e urlano sguaiate delle battute inutili. Le tavole erano: una sedicente attrice cagliaritana e un manichino fatto arrivare da chissà dove. Mi avvicino al monitor e  cerco la conferma della prima impressione. La  nuova Fellina mi saluta a malapena e mi concede di sbirciare alle sue spalle. Ma non vorrai girare davvero questa roba? le chiedo…  “Perché?” Ma come, perché?  Questi sono più sguaiati dei bambini delle recitine scolastiche che fanno qui a Natale… Ma poi,questa scena non c’è più nella sceneggiatura. Leggitela. “Va bene. Sabato o domenica le do’ uno sguardo. ” SABATO ODOMENICA?! E che cazzo giri fino a sabato?  Non mi dice manco grazie e torna a sprecare pellicola.  Io accendo una cicca e me ne vado a fare un giro. Raggiungo un altro angolo del set e vedo un altro obbrobrio: delle insegne NUOVISSIME su delle finte botteghe, appena fatte e abbacinanti… un vero insulto al cinema. Mi avvicino alla sedicente scenografa e le chiedo gentilmente se avesse intenzione di lasciarle così.”Certo, non ti piacciono?”  Molto. Ma siamo negli anni quaranta, in un piccolo, miserrimo, villaggio di montagna,  e… mi sembrano abbastanza fuori luogo. Io le sporcherei, le invecchierei… ma di molto anche. “Ah, sì, forse hai ragione…”

FORSE?! Ma dove hanno imparato queste a fare cinema? Me ne torno a casa con le palle girate. Morale: la tipa ha fatto  questo immenso insulto al cinema e ora si gira i paesini facendo proiezioni gratuite e  menandosela da grande  star. Con quei soldi e quei mezzi, come minimo avrei fatto un lavoro, mio naturalmente, da incassare miliardi di euro e fare incetta di premi internazionali. Ma… così  vanno  le cose in Sardistan.

CERTA  GENTE  HA  UN  CULO COSI’,  MA  NON LE SERVE  A  NULLA

anguria

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