BRRRRRRRR, CHE PAURA!

QUESTA CENSURA
di Giovanni Maria Bellu

C’è qualcosa di grandioso e di struggente nella duplice guerra dichiarata dall’avvocato Nicolò Ghedini alla Spagna e al Web. I cittadini iberici ne saranno entusiasti perché somiglia molto a quella combattuta dal loro don Chisciotte contro i mulini a vento. D’altra parte l’hidalgo della Mancha era descritto da Cervantes come “Il Cavaliere della triste figura”.

Nel disperato tentativo di limitare i danni causati dalla “triste figura” del suo Cavaliere, lo scudiero Ghedini ha annunciato che non solo denuncerà El Pais per aver pubblicato le immagini del party a Villa Certosa del club di Topolanek ma intenterà una “azione civile contro chiunque ri-pubblichi in Italia le fotografie pubblicate dal quotidiano spagnolo”.

L’annuncio di una azione finalmente “civile” da parte dei sostenitori di Berlusconi ci sorprende a ci rassicura. Al punto che, grati, riveliamo a Sancho Ghedini un piccolo segreto: Web è l’abbreviazione di World wide web che significa “Grande ragnatela mondiale” . Mondiale, avvocato. Questo vuol dire che se anche lei riuscisse a intimidire la stampa e i siti Internet italiani fino al punto di indurli a non pubblicare niente, i lettori italiani potrebbero con un semplice clic andare sul sito Internet del Pais, cioè questo, www.elpais.com e vedere quelle foto “innocenti”, come il suo datore di lavoro le ha definite.

E questo accadrà sempre, anche in futuro, perché censurare il Web è molto complicato. E’ proprio come combattere contro i mulini a vento. A meno che, in un aggiornamento del “pacchetto sicurezza” o in qualche piega della futura legge anti-intercettazioni, non non pensiate di inserire un codicillo che consenta alla presidenza del Consiglio di bloccare l’accesso dall’Italia ai siti esteri. Ma un’azione di questo genere non sarebbe affatto “civile” e siamo certi che non la metterete mai in atto.

COME QUEL CAGNOLINO AMMAESTRATO DI GHEDINI VIENE TRATTATO PER SEMBRARE UN BULLDOG:

bulldog

UNA FOTO DA VILLA CERTOSA:

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Beh, beh, meno male va.

LE REGOLE
No europeo alla legge
contro i pirati del web
La norma prevedeva di tagliare l’accesso a Internet. La Siae apre ai brani gratis

DAL NOSTRO CORRISPONDENTE

BRUXELLES — Decisione del Parlamento europeo, ieri: non si può tagliare l’accesso a Internet di chi sia stato beccato a scaricare illegalmente (gratis) una canzone, un film, un video qualsiasi, se non lo avrà stabilito un tribunale. Decisione del Parlamento francese, un mese fa: la stessa, cioè un «no» al progetto del presidente Nicolas Sarkozy che voleva istituire un’agenzia statale contro i «pirati del web», espellendo dalla Rete coloro che scaricano note e immagini senza pagar nulla. Commenti circolati a Bruxelles, dopo il voto di ieri: «Internauti di tutto il mondo, rallegratevi», è stata una vittoria della libertà sul web contro le lobby discografiche, o cinematografiche; ma anche: «Così è il Far West», si poteva fare meglio.

In realtà, il Consiglio europeo — il governo Ue — aveva auspicato maggiori controlli, ed era stato raggiunto un testo di compromesso: dopo la bocciatura di quest’ultimo, sarà il prossimo Europarlamento — quello che uscirà dalle elezioni di giugno — ad occuparsi della questione. Nell’attesa, gli «sceriffi» del web dovranno pazientare. E c’è anche una notizia in arrivo dall’Italia, più o meno nello stesso campo, che potrebbe portare presto a un’altra rivoluzione. La Siae, la Società italiana degli autori ed editori, per bocca del suo presidente Giorgio Assumma ha annunciato che «scongelerà» i diritti di autore: molte canzoni, film, opere d’arte, potranno essere «godute» gratuitamente, su Internet, ma anche sulla rete della telefonia mobile, cioè sui telefoni cellulari. Che questo avvenga o no, dipenderà solamente dai detentori del copyright, cioè dagli autori: ogni artista messo sotto contratto dalla Siae potrà scegliere se rinunciare a delegare la difesa dei propri diritti, e riservare a se stesso l’utilizzo di uno o più brani; lo farà, scaricando direttamente da Internet un modulo, e compilandolo; la Siae metterà poi online l’elenco delle opere liberamente consultabili.

Per tornare alla decisione dell’Europarlamento, tutto è nato con un emendamento presentato da un fronte trasversale che vedeva insieme liberaldemocratici, Verdi, euroscettici (gruppi Adle, Verdi-Ale, Gue-Sinistra europea unita, Ind-Dem o Indipendenti-democratici). Principio riaffermato: senza una decisione preliminare dell’autorità giudiziaria «non possono essere imposte limitazioni ai diritti e alle libertà fondamentali degli utenti finali» di Internet, a meno che «vi sia una minaccia per la sicurezza pubblica» (in questo caso l’intervento dell’autorità giudiziaria può avvenire successivamente). Il voto di Strasburgo, ha detto la capogruppo dei verdi Monica Frassoni, «è stato cruciale per centinaia di milioni di europei che ogni giorno utilizzano Internet: siamo riusciti a vincere una battaglia difficile contro chi voleva utilizzare la legislazione sul mercato Telecom per limitare la libertà degli internauti».

Luigi Offeddu

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