“Pisapia scappa e sfugge al confronto” ragliano i destronzi che vedono Milano (e i loro affari sporchi)scomparire all’orizzonte.

Fa benissimo. A brigante, brigante e mezzo. Il mafionano e i suoi scagnozzi tacciono del fatto che proprio Burlesquoni è sempre scappato da qualunque dibattito e soprattutto da un confronto civile e pubblico col suo avversario. Solo due volte in 17 anni ha accettato un confronto democratico e per tutte e due le volte è stato seppellito e fatto a pezzi da Romano Prodi.

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Gli affari sporchi (suoi) di berlusconi con putin

Berlusconi, Putin e quel biglietto

la vera storia del gas di Mosca

Chi è Valentino Valentini: nelle rivelazioni del sito di Assange sarebbe lui l’uomo ombra indicato dall’ambasciatore Spogli come internediario d’afferi del presidente del Consiglio in Russia. Le altre figure dei “fedelissimi” del premier e il loro ruolo nel grande affare
da Roma GIUSEPPE D’AVANZO
da Milano ANDREA GRECO
da New York FEDERICO RAMPINI

B.amici e sodali
“VALENTINO Valentini, fino a qualche anno fa, non parlava il russo: diciamo che lo balbettava…”, ricorda chi glielo ha sentito parlare a Villa Abamelek, la residenza dell’ambasciata russa a Roma. “Era il russo di un bambino ai primi anni della scuola elementare”. Eppure, nelle rivelazioni di WikiLeaks, sarebbe lui la shadowy figure, l’uomo ombra indicato dall’ambasciatore Spogli come intermediario d’affari di Silvio Berlusconi in Russia. Allevato da Publitalia, assistente del Cavaliere al parlamento europeo, deputato dal 2001, oggi segretario particolare del premier, Valentini si autodefinisce “consigliere speciale per le relazioni estere e tutor delle imprese italiane in Russia”. Ci hanno detto, appunto: “Per la conoscenza di quella lingua”. Che però – almeno fino al 2005 – non conosce.

Infatti, a palazzo Chigi ha lavorato in pianta stabile (in attesa che le performance di Valentini migliorassero) un interprete, l’armeno Ivan Melkumian, sempre presente negli incontri pubblici e privati del Cavaliere. C’è un primo arcano da sbrogliare, allora: perché, con una noiosa cerimonia a Villa Abamelek, Valentini è stato insignito proprio nel 2005 del prestigiosissimo ordine di Lomonosov con motivazioni che non sono mai state rese note? Quali sono i meriti che egli ha raccolto per la Russia di Putin? La domanda è intrigante anche perché è difficile trovare un capitano d’impresa attivo in Russia che abbia incontrato per motivi concretamente professionali Valentini o abbia soltanto avuto
eco delle sue attività a vantaggio delle imprese italiane. Alcuni italiani a Mosca – per dimostrare l’assoluta estraneità del segretario particolare del premier agli interessi della comunità italiana – raccontano come si svolgono le sue visite nella città degli zar. “Valentini sbarca in uno degli aeroporti di Mosca. Lo attende un’auto messa a disposizione da Antonio Fallico. E’ il presidente di Zao Banca Intesa (sussidiaria del gruppo Intesa San Paolo) e cugino di Marcello Dell’Utri o almeno così va dicendo da decenni. Valentini raggiunge l’albergo – il Metropol di fronte al Bolshoi in Teatralny Proiezd – o, in alternativa, direttamente il Cremlino da dove riemerge qualche ora o qualche giorno dopo per ripartire verso l’Italia. Nessuno lo vede. Nessuno lo incontra. Nessuno sa che cosa sia venuto a fare”. Tra quanti non lo sanno, ci sono anche gli americani. L’ambasciatore a Roma, Ronald Spogli, il 26 gennaio 2009, si chiede chi fosse davvero “l’uomo chiave di Berlusconi in Russia, che viaggia senza staff né segreteria diverse volte al mese. Non è chiaro cosa vada a fare a Mosca, ma ci sono pesanti indiscrezioni sul fatto che presidi gli interessi di Berlusconi in Russia”. Bisogna dunque seguire il filo dei soggiorni moscoviti di Valentini per saperne di più. E’ utile perché s’incontra un altro personaggio chiave degli imperscrutabili rapporti tra l’Italia di Berlusconi e la Russia di Putin: Antonio Fallico, una volta comunista, dal 1974 a Mosca dove lo chiamano “il professore” (titolo non usurpato, ha insegnato Letteratura barocca all’Università di Verona), anch’egli onorato il 21 aprile del 2008 da Putin con l'”Ordine dell’Amicizia dei Popoli”, la più alta decorazione statale russa riservata ai cittadini stranieri.

Fallico può essere raccontato in modo speculare a Valentini. Se Valentini è l’uomo di Berlusconi a Mosca, Fallico è l’uomo di Putin in Italia. Cura gli interessi economici della Russia e quindi soprattutto gli affari energetici che rappresentano il 70% delle esportazioni verso l’Italia. La Zao Banca Intesa, che presiede, ha il mandato di advisory della Gazprom, il colosso energetico controllato direttamente dallo Stato, per tutta l’attività italiana, dalla vendita di gas al progetto di metanodotto South Stream. “Il professore” ha

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Berlusconi: “un’estate di vecchia politica” °°° Ha fatto tutto da solo! Ha parlato il pischello…

La “vecchia politica”, ciccio, è stata interrotta soltanto nei quattro anni in cui ha GOVERNATO (maiuscolo) il prof. Romano Prodi. Poi tu l’hai riportata a troiaio e affari sporchi, corruzione e mazzette, cosca e cricche. Tappati quella ciabatta  con lo scopino del cesso, stronzo!

APTOPIX ITALY BERLUSCONI

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Il mafionano e gli affari sporchi con l’altro dittatorello gheddafi

Tv insieme, Silvio e Muammar sulla stessa lunghezza d’onda

di Ninni Andriolo e Umberto De Giovannangeli
Una cosa ci tiene a chiarire prioritariamente: nessuno, al di là di una puntualizzazione del finanziere-produttore-amico del Cavaliere, Tarak Ben Ammar, ha provato a smentire quanto da lui scritto nell’articolo-bomba pubblicato sul Guardian il 6 settembre 2009. John Hooper è l’autore dello scoop che ha disvelato le operazioni finanziarie tra Silvio Berlusconi e Muammar Gheddafi, facendo emergere quello che il reporter britannico ha definito un «colossale conflitto di interessi». «Il fatto è – annota Hooper – che a unire i due leader non è solo il pugno di ferro contro gli immigrati clandestini. A unirli ci sono anche e per molti aspetti, soprattutto gli affari». Affari di famiglia.

AFFARI DI FAMIGLIA È la Libyan connection. Vale la pena riportarla alla memoria, perché questa storia dà spessore e concretezza alle esternazioni sibilline di alcuni parlamentari «finiani», in primis Carmelo Briguglio, sulla «reale natura» delle relazioni tra Berlusconi e Gheddafi (e Vladimir Putin).

°°° Ecco a cosa si è ridotta laprestigiosa politica estera italiana dei tempi di Prodi, a mero giro affaristico e di traffici loschi nell’interesse esclusivo del cocainomane di hardcore. Due dei peggiori criminali del mondo: putin e gheddafi, continuano a derubare i loro concittadini in accordo con il peggior delinquente europeo di sempre: silvio berlusconi. E si dice che solamente col giro di cocaina che circola tra i tre si potrebbe sfamare mezza Africa.

mafia-SpA

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Gli affari sporchi di Berlusconi & co.

Affari con politici e magistrati
Carboni sotto accusa a Roma

Nelle intercettazioni i nomi di Dell’Utri e Verdini. Al vaglio della magistratura tra l’altro l’attività di un giudice tributario di FRANCESCO VIVIANO
ROMA – Ancora una volta l’ipotesi di reato è quella di corruzione. È quanto emerge in un’inchiesta condotta dalla Procura della Repubblica di Roma , partendo da grandi affari immobiliari, arriva in Sardegna e ritorna nella capitale. Una rete di affari che investe i palazzi della politica, della magistratura e dell’imprenditoria, non soltanto romana. Secondo gli inquirenti, al centro di questa indagine – che preoccupa personaggi eccellenti e sfiora esponenti parlamentari del centrodestra – c’è il “faccendiere” Flavio Carboni che, coinvolto nelle indagini sulla morte del banchiere Roberto Calvi trovato impiccato sotto il ponte dei “Frati Neri” a Londra nel 1982, ora riaffiora nel dossier elaborato a Roma.

Carboni è infatti indagato dalla Procura romana: sull’inchiesta, coordinata dal procuratore aggiunto Giancarlo Capaldo, sono stati accesi i riflettori per l’invio dell’ordinanza di conclusione delle indagini ad alcuni dei personaggi coinvolti in questa vicenda. Nelle intercettazioni di alcuni indagati spuntano anche alcuni nomi eccellenti. Tra questi il senatore Marcello Dell’Utri, il coordinatore del Pdl Denis Verdini, e altri esponenti politici del centrodestra che, allo stato, non sarebbero indagati.

Ma i loro nomi ricorrono spessissimo nelle conversazioni telefoniche tra Flavio Carboni ed un magistrato, Pasquale Lombardi, che guida associazioni nelle quali figurano tra gli iscritti altri giudici e avvocati di grido. Lombardi sarebbe promotore di molti convegni su economia e attività societaria in Italia ed in Europa. Sarebbe stato Lombardi, secondo le indagini, a creare una sorta di rete di cui farebbero parte magistrati, politici ed imprenditori: tutti indirettamente intercettati dai carabinieri di Roma che da qualche anno monitoravano gli affari di Flavio Carboni. Dalle intercettazioni emergono molti contatti tra lo stesso Carboni e il senatore Dell’Utri.

chehttp://www.repubblica.it/politica/2010/04/20/news/affari_con_politici_e_magistrati_carboni_sotto_accusa_a_roma-3473304/

°°° Ecco, amici, i magistrati VENDUTI  che piacciono tanto a Silvio Berlusconi.

Questo Carboni, se non sbaglio, faceva affari  in Sardegna per conto di Berlusconi, con la Banda della Magliana, con Pippo Calò: il cassiere della mafia, e con i prestanome di Mafiolo qui in Sardegna, a cominciare da un certo Comincioli. Ecco perché il delinquente brianzolo vuole stoppare le intercettazioni e i magistrati ONESTI! Troppi nodi cominciano a venire al pettine e troppe porcate puzzolenti cominciano a venire a galla.

merda

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