Stanno chiudendo la rai. Indovinate a chi conviene?

Rai, via al piano anticrisi, tagli per 85 milioni

Si parla di un forte ridimensionamento della presenza estera della rete pubblica italiana, con la chiusura di alcune sedi e la riduzione dei corrispondenti, via a  programma di dismissione di immobili.

°°° Basterebbe smettere di foraggiare le zoccole berlusconiane, a cominciare da gentucola come barbareschi e ferrara, vespa e minzolingua o carloconti e amadeus… Ma anche smetterla di sperperare miliardi di euro per gli amici degli amici imposti dal mafionano: i “produttori” esterni come ballandi, caschetto, presta, stefania craxi, luca josi, ecc. Quelli sono stati la devastazione culturale e finanziaria dell’azienda.

meglio tutti

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Insegno, Amadeus, Conti, Giusti, Venier… il nulla completo sulle reti Rai. Ancora peggio della spazzatura Merdaset.

Pino Insegno, un mistero a Raiuno

Pino Insegno (Ansa/Campana)
Pino Insegno (Ansa/Campana)

Il direttore di Rai1 Mauro Mazza sarà ricordato come il benefattore di Pino Insegno, il suo artista preferito, un presentatore che, nell’ordine, precede Pupo, Emanuele Filiberto e qualche altro personaggio di cui mi sfugge il nome. Ormai non si contano più i programmi che Mazza ha affidato al comico romano, contribuendo non poco alla soluzione di un annoso dibattito: perché quelli di destra non sanno fare tv? Su «TeleVisioni», il forum del Corriere, alcuni lettori attribuiscono al sindaco Alemanno la non resistibile ascesa di Insegno. Siccome non mi occupo di retroscena, preferisco osservare con attenzione quello che succede in scena.

Insegno nasce come comico della Premiata ditta e un giorno mi piacerebbe incontrare uno spettatore, uno solo, a cui i quattro sono riusciti a strappare un sorriso. A Pino si devono alcuni infelici programmi come «Vieni avanti cretino» o «Insegnami a sognare». Eppure, da quando dirige la rete ammiraglia, Mazza ha puntato su di lui per la conduzione di «L’anno che verrà», «Me lo dicono tutti» e adesso di «Reazione a catena», il game-show estivo che sostituisce l’«Eredità» (Rai1, dal lunedì al venerdì, ore 18.50).

Francamente mi sarei aspettato l’ideazione di un bel programma di approfondimento da affidare a Pietrangelo Buttafuoco o la scoperta di qualche giovane e brillante conduttore da opporre ai Fazio e alle Dandini. Ma la risposta è sempre stata una sola: Pino Insegno, e poi ancora Pino Insegno, Pino Insegno per sempre.

Mi è già capitato di scrivere, a proposito di Insegno, che il suo modo di fare tv rispecchia il conformismo che regna nella tv generalista e si traduce quasi sempre in prodotti che danno l’impressione di accontentarsi, di scegliere la soluzione più facile e scontata. Il tutto generato da uno strano miscuglio di scarso amore per il mezzo, di pigrizia mentale, di mancanza di coraggio.
Ma a che serve polemizzare con il nulla? Non tutto è perduto: resta pur sempre Carlo Conti.

Aldo Grasso

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