D’alema, sparisci dalla nostra vita. E specialmente da quella politica!

Il ritorno di Dalemoni

Massimo D’Alema ha molti difetti, ma non la mancanza di franchezza. Trattandosi del principale azionista politico del Pd e della segreteria Bersani, le sue parole vanno prese estremamente sul serio. L’altro ieri, presentando a Torino il suo ultimo libro dal titolo spericolato Controcorrente, ha preannunciato le linee guida della prossima “riforma della giustizia” (anzi dei pm, in perfetta continuità col berlusconismo). Non una parola sulla durata di processi e prescrizioni, sulla necessità di ripristinare il falso in bilancio (tipo Mps), mandare in galera gli evasori, punire i rapporti dolosi con la mafia, l’autoriciclaggio e la corruzione sbaraccando la legge-fuffa Severino. 

Ben altre sono le priorità dalemiane: eliminare “la confusione tra indipendenza della magistratura e difese corporative” che consente “a ogni sostituto procuratore di fare quel che vuole: questo è anarchismo distruttivo, altro che indipendenza. Bisognerà mettere mano a una riforma” puntando “sulla responsabilità dei capi degli uffici, perché se ogni pm fa come vuole non serve avere i capi”. È la fotocopia della “riforma epocale della giustizia” (cioè delle procure) annunciata due anni fa da B&Alfano e fortunatamente abortita. Il potere “diffuso” di ogni pm di aprire indagini su ogni notizia di reato è il naturale corollario dei principi costituzionali di indipendenza e autonomia di ogni singolo magistrato e di obbligatorietà dell’azione penale: ma è già stato duramente limitato dall’ordinamento giudiziario Castelli-Mastella, approvato dal centrosinistra con la complicità della destra nel 2007-2008. Quella controriforma – votata anche dall’allora ministro D’Alema, forse a sua insaputa – già aumenta a dismisura il potere dei capi delle procure a scapito dei sostituti, secondo il modello verticale degli anni ’50, quelli dei porti delle nebbie e delle sabbie, quando bastava controllare un pugno di capi per imbavagliare tutti i pm: infatti si indagava solo sui delitti dei poveracci e mai su quelli dei colletti bianchi.

Il programma minacciato da D’Alema è ancor più pericoloso se

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Trattativa mafia, sono ancora tutti lì. Camilleri: “Firmare il sistema migliore per snidare gli amici della mafia”

http://www.ilfattoquotidiano.it/2012/08/14/camilleri-firmare-sistema-migliore-per-snidare-amici-della-mafia/325476/

Perché ha firmato?

Perché mai come ora e mai come su questa vergogna nazionale della trattativa o delle trattative fra pezzi dello Stato e capi della mafia, abbiamo bisogno di verità. Questa valanga di firme mi pare il sistema migliore, insieme alle indagini dei magistrati, per snidare gli amici della mafia di ieri, di oggi e di domani.

Le pare di conoscerli?

E certo, mi pare di conoscerli: anche perché la politica italiana non cambia mai, sono sempre le stesse facce, e dunque è molto verosimile che chi vent’anni fa trattò con Cosa Nostra sia ancora al potere. O forse se n’è andato qualcuno e mi sono perso qualcosa?

camilleri_interna nuova

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NON LASCIAMOLI SOLI! Ingroia, Scelsi e gli altri 400 magistrati: lettera al Csm in difesa di Scarpinato

L’iniziativa del pm di Modena Imperato e dei giudici di Trani e Vicenza Messina e Bertotti dopo la pratica aperta dal Csm per l’intervento del pg di Caltanissetta alla commemorazione di via D’Amelio. “Scarpinato ci ha ricordato la coscienza, il coraggio, l’impegno per la giustizia e la verità di Borsellino”.

http://www.ilfattoquotidiano.it/2012/08/08/ingroia-scelsi-e-altri-400-magistrati-lettera-al-csm-in-difesa-di-scarpinato/320120/

scarpinato_interna nuova

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