Marco Travaglio


Processo alle invenzioni

L’altroieri Porta a Porta ha stabilito il nuovo record di densità di balle per frase pronunciata. Un servizio vaneggiava di «pessimi rapporti fra Berlusconi e magistrati vicini a Pd e Idv» e di «tre legislature interrotte da fatti giudiziari». Balle. Bruno Vespa, la testa curiosamente cosparsa di bottarga di tonno, presentava De Magistris e Mastella come «protagonisti di processi che li han visti l’uno contro l’altro» (come se le indagini fossero partite di calcio). Ri-Vespa: «Senza De Magistris, Mastella sarebbe ancora ministro». Altra balla: Mastella se ne andò per l’inchiesta di S. Maria Capua Vetere, ora approdata alla richiesta di giudizio, in cui De Magistris non c’entra. Mastella: «Genchi, il consulente strano di un pm di Catanzaro, ha intercettato metà degl’italiani e illegalmente anche me». Doppia balla: Genchi non ha mai intercettato nessuno, men che meno Mastella, la cui voce finì nei nastri del pm perché parlava con due faccendieri indagati e intercettati (loro, non lui). Matteo Salvini (Lega Nord): «L’Italia è il paese più intercettante del mondo, e non per i mafiosi: per i calciatori e le veline. 500 milioni di euro spesi dai pm». Balla padana: l’Italia, come ha stabilito il Parlamento nel 2007, è il paese occidentale con meno intercettazioni e col sistema più garantista (15-20 mila persone ascoltate all’anno, per il 90% in indagini di mafia, per una spesa di 224 milioni, ampiamente recuperati col sequestro dei beni degli intercettati). Anche stavolta, Vespa l’ha sfangata: nemmeno una verità in due ore di trasmissione. Porta a Porta è in una botte di ferro.

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Buone nuove

Riesame di riparazione

Il Riesame ha annullato i due decreti di sequestro dei computer di Gioacchino Genchi, l’ex consulente di De Magistris indagato a Roma e perquisito dal Ros per abuso d’ufficio, accesso illegale a sistema informatico, violazione del segreto di Stato e dell’immunità parlamentare. Crolla così miseramente l’iniziativa dei procuratori aggiunti Nello Rossi e Achille Toro, che aveva portato al linciaggio di Genchi (Gasparri ne aveva addirittura chiesto l’arresto). Le motivazioni non sono ancora note. Ma l’avvocato Fabio Repici ha dimostrato che i reati contestati sono puro dadaismo giudiziario. Accesso abusivo all’Agenzia dell’Entrate: non era abusivo perché autorizzato da vari pm. Acquisizione di tabulati «riconducibili a parlamentari» senza il permesso del Parlamento: per sapere che un telefono è riconducibile a Tizio o Caio, bisogna acquisirlo. E ad acquisirlo non è il consulente, ma il pm. E l’autorizzazione delle Camere è richiesta per usare i tabulati nel processo, non nelle indagini. E i tabulati non erano riconducibili a parlamentari: quello di Mastella era intestato alla Camera e al Dap, quello di Minniti a un tizio di Treviso, quello di Pisanu a tale Stefania I., quello di Loiero non era coperto da immunità perché Loiero non era parlamentare. Quanto a quelli dei servizi segreti, non sono coperti da alcun segreto. In ogni caso non si vede che c’entri la Procura di Roma con un signore che vive e opera a Palermo. Si spera che il Riesame chiuda l’ennesima pagina nera della giustizia italiana sul caso Catanzaro. E che qualcuno, magari, torni a occuparsi del caso Catanzaro.

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Da Travaglio

Manganelli canterini

Il vicequestore Gioacchino Genchi, da 20 anni consulente dei giudici in indagini di mafia e corruzione, è stato sospeso dal servizio. Motivo: ha rilasciato interviste per difendersi dalle calunnie e ha risposto su facebook alle critiche di un giornalista. «Condotta lesiva per il prestigio delle Istituzioni» che rende «la sua permanenza in servizio gravemente nociva per l’immagine della Polizia». Firmato: il capo della Polizia, Antonio Manganelli. Se Genchi avesse massacrato di botte qualche no global al G8 di Genova, sarebbe felicemente al suo posto e avrebbe fatto carriera (Massimo Calandri, «Bolzaneto, la mattanza della democrazia»): Vincenzo Canterini, condannato a 4 anni in primo grado per le violenze alla Diaz, è stato promosso questore e ufficiale di collegamento Interpol a Bucarest. Michelangelo Fournier, 2 anni di carcere in tribunale, è al vertice della Direzione Centrale Antidroga. Alessandro Perugini, celebre per aver preso a calci in faccia un quindicenne, condannato in primo grado a 2 anni e 4 mesi per le sevizie a Bolzaneto e a 2 anni e 3 mesi per arresti illegali, è divenuto capo del personale alla Questura di Genova e poi dirigente in quella di Alessandria. Le loro condotte non erano «lesive per il prestigio delle Istituzioni» e la loro presenza è tutt’altro che «nociva per l’immagine della Polizia». Ma forse c’è stato un equivoco: Manganelli voleva difendere Genchi e sospendere Canterini, Fournier e Perugini, ma il solito attendente coglione ha capito male. Nel qual caso, dottor Manganelli, ci faccia sapere.

poliz

mangane

°°° Qui sopra a destra il gran capo della polizia, siòr, siori!

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L’attacco della malavita a Genchi

risposta di genchi al professore massoni
Tra: Te e Emilio Grimaldi

Emilio Grimaldi
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Oggi alle 12.54
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Gentile prof. Serafino Massoni!
Farò tesoro del suo consiglio è starò attento alle bionde!
Una cosa voglio chiederla, però: si è per caso messo d’accordo con mia moglie, prima di registrare il suo video?
Sa che mia moglie mi aveva detto la stessa cosa, prima che lei pubblicasse il suo intervento su YouTube (http://www.youtube.com/watch?v=nIBpaoirdQE).
A parte l’ironia, ho apprezzato molto il suo pensiero e le sue riflessioni. Ho apprezzato i contenuti intelligenti e la carica di simpatia e di affetto con cui le ha pronunciate.
Con l’insidia della ”bionda”, poi, lei è riuscito a mettermi di buon umore, dopo le tante amarezze che il mio lavoro mi sta riservando, solo per avere fatto correttamente il mio dovere e non essermi piegato alla volontà dei potenti, che ora mi temono e per questo mi attaccano.
Le sue previsioni sul fatto che possano nascondere della droga a casa mia, però, mi preoccupano meno.
Anche se a casa mia dovessero trovare un’intera raffineria, con quintali di droga, nessuno crederebbe che sono stato io ad occultarli. Forse è anche per questo che non l’hanno fatto.
E poi che bisogno hanno di nascondermi la droga in casa. Loro hanno i giornali, le televisioni e i magistrati compiacenti per screditarmi e per screditare il risultato del mio lavoro.
Così hanno fatto per tanti altri magistrati onesti, quali il dr. Luigi de Magistris ed i Pubblici Ministeri di Salerno, colpiti prima di me e insieme a me, per avere fatto il loro dovere.
Magari se a casa mia trovassero una soppressata o un capocollo calabrese, sospetterebbero di un regalo della ndrangheta, per corrompermi. E’ anche per questo che mi sono messo a dieta ed ho bonificato la cantina.
Per il resto le sue preoccupazioni sui rischi che io concretamente corro in questo momento mi hanno aiutato a riflettere. Ho quindi fatto tesoro dei suoi consigli … a parte l’ironia sulla bionda svedese e per questo la ringrazio.
Un caro saluto e un forte abbraccio.
Gioacchino Genchi


°°° Ragazzi, qui stanno ripetendo il solito gioco sporco fatto prima nei confronti di Di Pietro, Borrelli, Castelli, Prodi… Bisogna diffondere e sputtanarli. Mafiolo, stai molto attento: noi vigiliamo!

mafi2

mafia

mafiosi

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MAGISTRATI CORROTTI

Interni
L’ex pm De Magistris indagato
a Roma per abuso di ufficio

L’ex pm De Magistris indagatoa Roma per abuso di ufficio

L’ex pm di Catanzaro Luigi De Magistris è indagato a Roma per le ipotesi di reato di concorso in abuso d’ufficio e interruzione di pubblico servizio, in relazione all’inchiesta avviata lo scorso dicembre dalla procura generale di Catanzaro. Stamattina aveva ufficialmente presentato la sua candidaura a europarlamentare per l’Idv.

°°° Ci volevano altre prove? Molti dei complici di Mafioland si annidano alla procura di Roma: che non ha nessuna autorità su Catanzaro, né sulle minchiate che stanno facendo a Genchi. Però… questi vanno a mangiare l’aragosta del pluricondannato/corruttore e ladro cesare previti. Ca va sans dire… A buon intenditore…

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da Travaglio

Zorro di Marco Travaglio

Trovato il mostro: è Genchi

Alla Procura di Roma, come pure nel Ros dei Carabinieri, lavorano anche magistrati e investigatori di prim’ordine. Ma ci vorrebbe la penna di un Camilleri per raccontare il tragicomico «caso Genchi». Genchi, per le sue consulenze per le Procure di Catanzaro e di Marsala svolte a Palermo, è indagato e perquisito dalla Procura di Roma, che non ha competenza a occuparsi di eventuali reati commessi a Catanzaro, a Marsala e a Palermo. La perquisizione è affidata al Ros, noto a Palermo per essere riuscito a non perquisire il covo di Riina nel ’93 e quello di Provenzano nel ’96. Stavolta finalmente ci è riuscito: dipende dal nome dell’indagato. I pm romani sostengono di aver preso solo atti relativi a «Why Not». Bugia: il Ros ha asportato l’intero server del consulente, con gli originali di indagini riservatissime di numerose Procure, anche su uomini del Ros. A denunciare Genchi, oltre ai magistrati di Catanzaro (indagati a Salerno grazie anche al lavoro di Genchi), è stato Alberto Di Pisa, neo procuratore di Marsala, dove Genchi lavorava sulla scomparsa della piccola Denise Pipitone. Di Pisa era un nemico acerrimo di Falcone, sulla cui morte Genchi ha indagato a lungo. La Procura di Roma che indaga su Genchi è la stessa che ha usato e usa tuttora Genchi come consulente; e che tiene in carcere, con accuse che cambiano ogni mezz’ora, due rumeni arrestati per lo stupro che non han commesso alla Caffarella. Modesta proposta: nominare Genchi consulente per scoprire lo stupratore; oppure incriminare Genchi per lo stupro della Caffarella.

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