Gli ascolti tv crollano (nonostante i dati auditel falsi) e la pubblicità pure.

Mediaset e Rai: rivoluzione pubblicitaria

La pubblicità annoia. Quando interrompe un programma, il primo riflesso è verso il telecomando per cambiare canale. Però, la pubblicità produce l’ossigeno per le televisioni, anche per il servizio pubblico Rai.

Il mercato non è separato da quello che, finanza compresa, avrebbe scatenato la depressione (o recessione) economica nel pianeta. Ma c’è una regola non scritta che non esiste in realtà per qualsiasi categoria: la raccolta pubblicitaria non aumenta o diminuisce rispetto agli ascolti. Almeno così funzionava a Mediaset fin quando Silvio Berlusconi ha frequentato Palazzo Chigi. Quest’anno è rivoluzione e le cifre che vi stiamo per svelare lo spiegano con una semplicità inaudita e, se volete, con una noia che si può sopportare.

I dati si riferiscono ai primi sette mesi del 2012. Il Biscione ha smarrito quasi 2 punti di share, passando da 36,73 per cento a 34,38. Ma la concessionaria Publitalia, che per stagioni interminabili ha mostrato risultati eccezionali (a volte, incomprensibili), ha patito il colpo più duro: -12,3% che, in moneta sonante, vuol dire cadere da 1,719 miliardi di euro a

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