Matteo Salvini difensore d’ufficio (dei ladroni della Sega nord)

Dio (se c’è) benedica Matteo Salvini per la funzione che si è data di rendere evidenti i peggiori vizi della Lega. Vizi che secondo noi, che non siamo magistrati, sono anche più gravi degli stravizi illegali. Basta pensare alle madornali uscite di Salvini in vari momenti della storia leghista. Quando propose, per esempio che nella metropolitana di Milano ci fossero vagoni per soli milanesi, in modo che gli autoctoni non dovessero più essere costretti a mischiarsi con il resto del genere umano. Poi, naturalmente, sostenne che si era trattato solo di una provocazione, senza peraltro spiegare chi e che cosa intendesse provocare. Perché è tipico dei leghisti restare sempre nella via di mezzo tra il razzismo dichiarato e la violenza verbale, tra la minaccia e la pagliacciata, la pernacchia e l’ingiuria. In modo che possano sempre tirare il sasso e nascondere la mano. E ancora ci provano adesso che sono stati presi con tutte e due le mani nel sacco. Per cui, da un lato dicono (come ha detto Salvini l’altra sera nel programma di Lilli Gruber) che i leghisti non perdonano i ladri, ma quando si scopre che i ladri sono loro, ecco che rispunta la congiura contro il Nord. E addirittura, per sminuire i fatti, Salvini ha sostenuto che il vero furto è quello delle tasse pagate dal Nord e andate a Roma a ingrassare chi sa chi. Invece i soldi di Roma (versati da tutti gli italiani) hanno ingrassato proprio la famiglia del fondatore della Lega, un certo Umberto Bossi, che ora, secondo i suoi difensori, non sarebbe più in grado di intendere, ma di volere sì. Un uomo che ha preteso di farsi partito e territorio, nazione e Stato, ma non è mai stato altro che un incredibile bugiardo, disposto ad allearsi con chiunque pur di “portare a casa” il conquibus. Perché, quando gli serve, viene buono anche il latinorum: come ai tempi di Renzo Tramaglino, c’è sempre qualcuno che ci casca.

Maria Novella Oppo

Condividi
  • Facebook
  • Digg
  • Google Bookmarks
  • Live
  • YahooMyWeb
  • LinkedIn
  • StumbleUpon
  • Twitter

Che cosa non si fa per una laurea (di Maria Novella Oppo)

Eccoli lì i lumbard, sparsi per tutte le reti pubbliche e private a mettere la mano sul fuoco per Bossi. Se c’è del marcio in Padania, è a sua insaputa. Lui non sapeva delle opere di ristrutturazione della casa, delle automobili e della beata ignoranza dei figli. Invece, della scuola della moglie forse qualcosa sapeva, ma- chiede Speroni- che male c’è a finanziare la cultura del territorio? Mentre la direttrice di Telepadania, Aurora Lussana, dice a Lilli Gruber e alla giornalista de Il Fatto Antonella Mascali che loro sradicate, non possono capire che cos’è lo spirito di gruppo attorno al capo. E come si permette di definire «sradicati» quelli che non credono agli sproloqui e ai falsi di Bossi? Tra i quali, tra l’altro, ci sono i titoli di studio comprati a caro prezzo da figli e famigli. Anche se poi non si capisce perché tipi così ruspanti ci tengano tanto a mettere le mani su una laurea falsa. Forse perché non possono fare come tutti gli altri e studiare anni e anni per guadagnarsi un misero stipendio. Molto meglio mettere su un business chiamato Padania.

Condividi
  • Facebook
  • Digg
  • Google Bookmarks
  • Live
  • YahooMyWeb
  • LinkedIn
  • StumbleUpon
  • Twitter

Dagli amici (di Dell’Utri) mi guardi Iddio (M.N.Oppo)

 

Dunque la Cassazione ha azzerato tutto e il processo per mafia al senatore Marcello Dell’Utri è da rifare. Lui si mostra sereno, mentre Gasparri è euforico. Del resto, appartengono allo stesso partito, anzi popolo e magari sono pure amici. Benché, anche nella sentenza a favore di Dell’Utri si ribadisca che il senatore ha molti amici mafiosi. E anche se ora sembra che frequentare mafiosi non sia reato, non possiamo fare a meno di chiederci a quale scopo un uomo oberato da importanti incarichi aziendali prima e poi anche da funzioni politiche, si incontrasse con note personalità criminali. Voleva convertirli? Magari come quei vecchiacci che pagano escort minorenni, ma solo per strapparle ai pericoli e al peccato. C’è una cosa che il procuratore generale Iacoviello non ha il dovere di sapere, ma noi incalliti spettatori televisivi non possiamo dimenticare: Dell’Utri, una volta, in diretta tv, pronunciò la frase : «I pm ce l’hanno con me perché sono mafioso, pardon, volevo dire siciliano». Dopo questo clamoroso lapsus, il senatore smise di frequentare la tv, ma evidentemente non i mafiosi.

Condividi
  • Facebook
  • Digg
  • Google Bookmarks
  • Live
  • YahooMyWeb
  • LinkedIn
  • StumbleUpon
  • Twitter

Bossoli: Quella sottile linea tra folclore e reato (Maria Novella Oppo)

Quella sottile linea tra folclore e reato

Bossi minaccia di morte il premier Mario Monti, poi smentisce e accusa i giornalisti di aver inventato tutto. Ovviamente il Senatur ha imparato da Berlusconi, cui deve tutto, anche l’abuso di tv e la possibilità di infrangere la legge quando vuole, perché, tanto, quando parla lui è “folclore”. E, a furia di folclore, il Paese è ridotto così come lo hanno ridotto Bossi e Berlusconi. E magari ora sarà il caso di finirla di sparare cazzate come proiettili, rendendo pure complici noi spettatori del misfatto commesso davanti alle telecamere. La Lega ci ha stufato, noi italiani, perché i nostri problemi sono sempre in secondo piano rispetto alle violenze dell’ex amico di canottiera di Silvio, pronto a tornare col socio non appena gli convenga. Se Bossi è uno cui si deve perdonare tutto perché già colpito dalla sorte, se ne prendano amorevole cura amici e sodali, ma i suoi reati vanno perseguiti come quelli di chiunque altro. Perché non è possibile andare fino in India a difendere l’onore nazionale, se poi si consente di offenderlo a un tipaccio solo perché è stato complice di Berlusconi.

Boss... i

Condividi
  • Facebook
  • Digg
  • Google Bookmarks
  • Live
  • YahooMyWeb
  • LinkedIn
  • StumbleUpon
  • Twitter

Gasparri (complice un giudice corrotto o stupido) vince una causa contro la Oppo

Maria Novella Oppo è una grande penna, acuta, sensibile, informaatissima e pungente. Ha scritto alcuni articoli sul servetto “Chiappette d’oro” di una assoluta ovvietà. Ovvietà, nel senso che ha scritto cose che sanno anche i sassi e che sono sempre state sotto gli occhi di tutti. Quando si parla di questa ameba, Gasparri, nessuno chiede mai CHI E’?, ma COS’E’? Transeat. Spero che Maria Novella faccia opposizione e lo cionchi.

gasparri_fdc

Condividi
  • Facebook
  • Digg
  • Google Bookmarks
  • Live
  • YahooMyWeb
  • LinkedIn
  • StumbleUpon
  • Twitter

B. alla storia non passa di sicuro, ma alla cassa sì, come sempre…

Escalation in borsa di una bugia a fin di bene

di Maria Novella Oppo

Molto istruttivo il grafico del Tg3 che mostrava, ora per ora, l’andamento della Borsa di Milano, cui la notizia delle dimissioni di Berlusconi ha dato la famosa “scossa”, cioè una forte spinta in alto, poi ridimensionata dalle smentite ufficiali. E siccome a mettere in circolazione la bella novità era stato Giuliano Ferrara, che non è proprio la bocca della verità, vale la pena di chiedersi perché lo abbia fatto. Se lo avesse fatto per spingere il premier (l’amore suo) a dimettersi finalmente, avrebbe ottenuto pure il risultato di rendere evidente quale effetto benefico può avere sull’economia anche solo la speranza dell’uscita di scena di Berlusconi. Il quale, mentre si svolgevano questi eventi, secondo i tg, era a Milano nella villa di Arcore, insieme ai figli “operativi” Marina e Piersilvio e all’amico di sempre Fedele Confalonieri. Più che una riunione di famiglia (a cui mancherebbero troppi figli e soprattutto la famiglia) un comitato d’azienda, in vista del finale travolgente e della necessità di salvare il salvabile. Quando non si è capaci di passare alla Storia, meglio passare alla cassa.

Condividi
  • Facebook
  • Digg
  • Google Bookmarks
  • Live
  • YahooMyWeb
  • LinkedIn
  • StumbleUpon
  • Twitter

Il mondo non sappia che c’è anche Calderoli…

Il mondo non sappia che c’è anche Calderoli…

di Maria Novella Oppo

Tanta è stata l’umiliazione patita nel vedere la cancelliera Merkel e il presidente Sarkozy ridacchiare al solo nome di Berlusconi, che quasi tutto il resto della giornata politica ci ha sollevato. Perfino l’inchiesta di Report sul federalismo fiscale, di cui ora sappiamo per certo quello che sospettavamo da tempo e cioè che è una solenne fregatura. Non solo dal punto di vista dell’autonomia locale, visto che tutto si risolve in un ulteriore accentramento romano, ma anche per quel che riguarda l’ideale più caro alla Lega e cioè i soldi. Infatti, non pagheremo le tasse direttamente al nostro Comune e soprattutto ne pagheremo di più. Il tutto confermato anche da numerosi sindaci “padani”, benché negato dalla faccia rubizza del ministro Calderoli, che si è vantato di essersi inventato tutto in materia.
E anche se stavolta non ha ammesso la “porcata”, la cosa risulta chiarissima da sé. Unica consolazione: all’estero per ora nessuno si è accorto di Calderoli.

Condividi
  • Facebook
  • Digg
  • Google Bookmarks
  • Live
  • YahooMyWeb
  • LinkedIn
  • StumbleUpon
  • Twitter

Minzolini e il Trota eroi del nostro tempo

Minzolini e il Trota eroi del nostro tempo

di Maria Novella Oppo

Commovente apertura del Tg1 (ore 13,30) sul caso Papa. Il deputato, carcerato anche coi voti dei leghisti, manda a dire che i soliti pm comunistissimi gli avrebbero promesso la libertà, se solo si decidesse ad accusare Berlusconi. Ma lui niente: è un altro eroe alla Mangano! Di questa vicenda il Tg1 ci ha informato (ovviamente senza riferimento allo stalliere mafioso, tutt’ora compianto dal premier) esattamente come se fosse il Giornale di Berlusconi. E in effetti, lo è. Tanto che non possiamo non chiederci con apprensione che cosa farà Minzolini, quando, come ha annunciato lui stesso, se ne dovrà andare insieme a Berlusconi. Chi lo vorrà? Quale sarà il suo destino prezzolato? E la Rai, da lui gratificata di note spese gonfiate e di ascolti inversamente sgonfiati, continuerà a pagargli lo stipendio, affidandogli magari una poltrona di prestigio da cui non possa più nuocere? Sono problemi che non lasciano dormire, come quelli legati al destino del Trota e di suo fratello, che hanno sofferto (parola di Umberto Bossi) per la libertà della padania come se esistesse davvero.

Condividi
  • Facebook
  • Digg
  • Google Bookmarks
  • Live
  • YahooMyWeb
  • LinkedIn
  • StumbleUpon
  • Twitter

Bussate e vi sarà aperto

Bussate e vi sarà aperto

Maria Novella Oppo

Arrivata a Lampedusa una nave carica di morti, tra vivi scampati alla morte, ma non all’orrore. I tg mostrano la lunga fila di cadaveri insaccati, stesi su quel molo che conosciamo già, per averlo visto tante volte pieno all’inverosimile di uomini e donne, coi loro bambini che non osano piangere. E non riusciamo neppure a immaginare quanta disperazione abbia spinto migliaia di persone a mettersi in viaggio da un continente all’altro, sfidando prima il mare e poi le condizioni imposte da Maroni e dalle leggi condivise da Borghezio. Leggi che vediamo all’opera in un altro servizio, tenuto separato dal primo per non creare pericolosi nessi di causa ed effetto: immigrati nei campi di reclusione, dove sono obbligati a restare fino a 18 mesi, senza aver commesso altra colpa che quella di vivere. Ma le condizioni in cui sono costretti (un pasto al giorno, nessuna doccia) li hanno spinti a ribellarsi: ed eccolo il delitto che li porterà nelle carceri vere e proprie. Dove potranno imparare che cosa significhi per il governo Berlusconi il principio cristiano ‘Bussate e vi sarà aperto’.

barbaro

Condividi
  • Facebook
  • Digg
  • Google Bookmarks
  • Live
  • YahooMyWeb
  • LinkedIn
  • StumbleUpon
  • Twitter

Ministeri, le buffonate della Lega

Ministeri, le buffonate della Lega

Maria Novella Oppo

Ieri mattina a Omnibus il leghista Boni, per schivare le critiche avanzate dal presidente Napolitano, diceva che ci sono cose più importanti dei ministeri a Monza. Ben detto. Infatti il trapianto di Stato è una grande stronzata, come i leghisti sanno bene. Come è una stronzata tutta l’ideologia «nordista» di Bossi, che tra l’altro è un terrone rispetto a chi vive più a Nord di lui. A partire dai feroci leghisti svizzeri, che respingono gli immigrati padani. Ma di derubricare a stronzate folcloristiche tutte le dichiarazioni leghiste siamo proprio stufi, noi maggioranza del popolo italiano, che assistiamo da vent’anni ai ricatti di una minoranza, imposti al Paese da Berlusconi (che, non dimentichiamolo, disse pure di essere contro la società multietnica). E siamo stufi di ridere delle buffonate di Bossi e di suo figlio, perché vediamo che hanno la stessa radice delle atrocità di Borghezio. E non ci basta sentir dire (da Calderoli poi!) che si tratta di farneticazioni, perché sono farneticazioni attraverso le quali la Lega tutta (Maroni compreso) fa passare una politica razzista nei fatti e non a stronzate.

lega kkk

Condividi
  • Facebook
  • Digg
  • Google Bookmarks
  • Live
  • YahooMyWeb
  • LinkedIn
  • StumbleUpon
  • Twitter