Zoccole e magnaccia

Sesso e festini
La squillo: «Fu Mele a darmi la coca»
Al processo parla l’accusatrice dell’ex deputato Udc

Tre ore di udienza a porte chiuse per raccontare di nuovo, ora come testimone, la sua verità. In particolare, che la sera del 27 luglio 2007 fu l’ex deputato Udc Cosimo Mele, sotto accusa per cessione di stupefacenti, a procurare la cocaina, «in una bottiglietta che prese a casa sua, dove andammo in taxi». Ieri, nella tormentata vicenda, è stata la volta di Francesca Zenobi, la grande accusatrice, che è stata ascoltata dal giudice, davanti al quale ha dato la sua versione di una notte a luci rosse finita male, con lei ricoverata per un malore.

Tubino celeste spruzzato di fiori rosa, firmato Mattiolo, bionda, lei che per i lunghi capelli neri era stata ribattezzata Pocahontas («sono cambiata, ora voglio sposarmi, avere figli») ha pianto a lungo. «Non sapevo chi fosse quell’uomo», queste le sue parole, riferite dall’avvocato Roberto Ruggiero. La Zenobi ha raccontato di telefonate fatte quella notte, per chiedere aiuto, ma anche per coinvolgere altri nel festino: la prova sarebbe nel suo telefonino, che il pm ora acquisirà. Secca la replica dell’avvocato di Mele, attualmente candidato a Brindisi con l’Adc di Francesco Pionati, Mario Guagliani: «Una esclusiva versione dei fatti, con tanti punti oscuri. Il mio assistito è tranquillo, e fiducioso nella verità».

Laura Martellini

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