La Sardegna matrigna depredata dagli ultimi berlusconiani.

Ci vogliono morti. Ci vogliono vendere in cambio delle ultime ricche mazzette. Questo stanno facendo gli ultimi berlusconiani di merda: asini senza cultura e senza dignità che hanno fatto fortuna leccando il culo e concedendo tutto al gangster brianzolo. L’ho visto coi miei occhi a Olbia e me l’ha confermato poco fa da Cagliari l’amica Claudia Zuncheddu: unica consigliera regionale che fa casino. Lo sapete, per esempio, che il domestico cappellacci NON si vuol costituire parte civile, come regione, per riavere almeno i CENTO MILIONI di fondi FAS, rubati dalla cricca bertoladro-burlesquoni per il G8? Non sono molti, certo, ma sono sempre duecento miliardi di vecchie lire che servirebbero molto di più qui ai malati di SLA, alle famiglie alla fame o agli studenti indebitati, che per le zoccole di anemone-balducci-bertoladro. Ricordate chi ci ha ridotti così. Cappellacci e la cricca di servitori al sud, Settimo Nizzi e la sua cosca qui al nord. Non dimenticatelo MAI!

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Olbia. Il sindaco Giovannelli mica è il berlusconico Nizzi!

Non ha risposto al mio messaggio di qualche giorno fa, ma sono certo che sta organizzando i comparti per stupirmi e per stupire la città. Egli sa bene, infatti, che qualunque città, Olbia in primis, o è in mano ai cittadini o è in mano ai delinquenti. E i cittadini, per riappropriarsi della città e dei suoi spazi, hanno urgenza di CULTURA. Di motivi per stare fuori la sera. O, finché tutto resterà così, i cittadini se ne resteranno chiusi in casa e saranno i delinquenti a spadroneggiare. Giovannelli, che non è stupido, sa bene che investendo in CULTURA risparmierà qualche milione l’anno che ora la comunità deve pagare per i danni causati dalla piccola criminalità.

GIANNI GIOVANNELLI NON E’ SORDO

swiggy_beyotch

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Olbia non vuole il gasdotto in casa, la porcata GALSI dove serve turismo. Perché il killer di Olbia, Nizzi, si impegna tanto per questo scempio?

Olbia non vuole il gasdotto in casa

Olbia non vuole il gasdotto in casa

OLBIA. Si tengono per mano e come inchiostro si posano sulla sabbia. «NO GALSI». La scritta umana si legge dall’aereo che vola sopra il cielo grigio piombo delle Saline. La spiaggia è espugnata da un’allegra macchina da rivolta. Oltre 200 persone si sono ritrovate nel giorno della protesta contro la centrale Galsi. È la rivoluzione pacifica delle massaie, degli ecoadolescenti, dei nonnini sempreverdi che zaino in spalla saltano come caprioli. Dal sogno berlusconiano di Costa Turchese alla canna del gas, non c’è pace per questo fazzoletto pregiato di Gallura. Le bandiere dei partiti si mischiano con i cartelloni dei manifestanti. L’antipolitica si mescola alla politica, il movimentismo è diluito nel grande sistema dei partiti. In spiaggia si discute sul futuro di questo fazzoletto di

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