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Votate questa poesia sul Purgatorio del mio amicone Gianluca . Basta un vostro “mi piace”. Se volete.
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Di Gianluca Iovine
“La distanza e l’ascesa.”
La luce mi termina addosso fievole e povera.
Non riesco a ghermire con mani di sangue e polvere
l’eccessiva distanza dal cielo.
Più forte mi pare il calore rassicurante delle voragini
che cercano il passo dell’anima.
E così, nel mezzo del guado, sulla roccia come un geco.
Aspetto di cadere vicino
o salire distante.
°°° Io la trovo splendida e vibrante.
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Un po’ di poesia.
Mamme e cuccioli. In un periodo così volgare, dove i vecchi pedofili insidiano le ragazzine stupide, salvo poi negare spudoratamente e spergiurare a cazzo sulla testa dei propri figli e le mamme zoccole gettano l’adolescenza delle figlie alle ortiche… mi preme diffondere un pizzico di serenità NORMALE.
CUCCIOLO D’UOMO
Buongiorno a tutti!
Buongiorno a tutti
PRIMAVERA
E’ primavera, risbocciano i fiori
Torna l’Italia ai vecchi dolori.
Il parrucchino del mafionano
S’è innamorato, e vuole fuggire
Con un’ascella del Bossi padano.
E’ primavera anche in Sardegna
Spero davvero che la Carfregna
Venga e mi faccia un bel lavoretto
Con la sua bocca di tutto rispetto.
E’ primavera per monti e per valli
E alla tv c’è sempre Magalli,
c’è Vespa, c’è Fede, ci son tette e culi:
una tv per pecore e muli.
E’ primavera e parla Gasparri
Tornano in piazza a picchiare gli sbirri
Menano e spaccano coi manganelli
Teste pensanti di studentelli.
Parla Maroni e volano i denti,
volano i denti degli studenti.
E si ribella la Mussolini
Canta lo slip della Gelmini:
“C’è vita, c’è vita nelle mutande,
basta robetta: lo voglio grande!”
Parla purtroppo anche Cossiga
E nell’Italia cresce la sfiga.
Solo un’altra… mi vergogno un po’…
LACRIMATE, DONNE 🙂
Copy Lucio Salis (c) 1967
DOPO CENA
Non è vecchio, ma anziano abbastanza
È seduto in veranda a fumare
E a guardare il ruscello che schiuma
Per un po’ di corrente.
È sereno e serena è la notte.
Arrovescia la testa e le stelle
Gli vengono incontro.
Si sistema per bene e sospira
Scorgendo la moglie da un po’ di finestra.
La donna sistema in cucina
Tranquilla e precisa.
– Noi soli – lui pensa
E la guarda
E ricorda milioni di cose
Momenti di gioia, problemi risolti
Fatiche tremende per crescere i figli
Ormai sistemati.
– Insieme…- pensa
E la guarda.
E l’adora cogli occhi
Finché piano piano si leva
E con passo leggero va dentro
La raggiunge, le cinge le spalle
E le sfiora in silenzio la nuca
Esprimendo una vita in quel bacio.
Lei si schermisce ridendo e pigliandolo in giro
Lui stringe le labbra, strizzando un po’ gli occhi
– Insieme… – pensa
È felice.
A gentile richiesta
(C) lucio salis 1967
TRAMONTO
Forse il mare e i rami dei pini
Avevano stretto un accordo
Per non fare rumore
E il sole
Più curioso di una vecchia comare
Si voleva godere la fine
Per andare tranquillo
A dormire
Respiravi il tramonto
E coi piedi scavavi
Uno strano disegno di sabbia
E stringevi le labbra
E guardavi lontano
Scostando i capelli dagli occhi
Vincendoli al vento
Era giunto il momento di odiare le frasi
Che nascevano in fretta e mordevano il petto
E a nessuno
Sarebbe servito tenersele in bocca
Riscoprire il passato
E ingoiare veleno già vecchio
D’accordo, era brutto.
Ma era peggio di tutto
Vederti così presuntuosa e spavalda
Con risate negli occhi
E il pudore lasciato negli anni
Sentirti parlare di viaggi
Di amici importanti
Di vita… “davvero”!
Non è bello nemmeno stasera
Che ritorni a parlare di viaggi
Si capisce lontano che menti
Dallo sguardo che fugge
Dalle mani veloci
Dalle cose diverse e confuse
Che dici.
Si capisce che sai che ho capito
E ti fermi di botto
E scuotendo la testa mi chiedi perdono
E mi mordi le labbra
E cogli occhi mi bagni la barba
E facciamo l’amore così
Come bambole tristi.