Gianluca Iovine, un amico prima di tutto, ma raffinato poeta e scrittore.

  • Votate questa  poesia  sul Purgatorio del mio amicone Gianluca . Basta un vostro “mi piace”. Se volete.
    http://www.facebook.com/notes/isabella-santacroce/lettori-coro-amorino-votate-gianluca-iovine/406261529389642

    Di Gianluca Iovine

     

    “La distanza e l’ascesa.”

    La luce mi termina addosso fievole e povera.

    Non riesco a ghermire con mani di sangue e polvere

    l’eccessiva distanza dal cielo.

    Più forte mi pare il calore rassicurante delle voragini

    che cercano il passo dell’anima.

    E così, nel mezzo del guado, sulla roccia come un geco.

    Aspetto di cadere vicino

    o salire distante.

     

    °°° Io la trovo splendida e vibrante.

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Un po’ di poesia.

Mamme e cuccioli. In un periodo così volgare, dove i vecchi pedofili insidiano le ragazzine stupide, salvo poi negare spudoratamente e spergiurare a cazzo sulla testa dei propri figli e le mamme zoccole gettano l’adolescenza delle figlie alle ortiche… mi preme diffondere un pizzico di serenità NORMALE.

cucciogiraf

cucciolo

cucciolodelfin

cucciolo-elef

cucciolorso

cuccioloscimmio

cucciolotigre

CUCCIOLO D’UOMO

cuccioluomo

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PRIMAVERA

prim

pri

E’ primavera, risbocciano i fiori
Torna l’Italia ai vecchi dolori.
Il parrucchino del mafionano
S’è innamorato, e vuole fuggire
Con un’ascella del Bossi padano.
E’ primavera anche in Sardegna
Spero davvero che la Carfregna
Venga e mi faccia un bel lavoretto
Con la sua bocca di tutto rispetto.

E’ primavera per monti e per valli
E alla tv c’è sempre Magalli,
c’è Vespa, c’è Fede, ci son tette e culi:
una tv per pecore e muli.

E’ primavera e parla Gasparri
Tornano in piazza a picchiare gli sbirri
Menano e spaccano coi manganelli
Teste pensanti di studentelli.
Parla Maroni e volano i denti,
volano i denti degli studenti.

E si ribella la Mussolini
Canta lo slip della Gelmini:
“C’è vita, c’è vita nelle mutande,
basta robetta: lo voglio grande!”

Parla purtroppo anche Cossiga
E nell’Italia cresce la sfiga.

peima

primav

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Solo un’altra… mi vergogno un po’…

LACRIMATE, DONNE 🙂

Copy Lucio Salis (c) 1967

DOPO CENA

Non è vecchio, ma anziano abbastanza
È seduto in veranda a fumare
E a guardare il ruscello che schiuma
Per un po’ di corrente.

È sereno e serena è la notte.
Arrovescia la testa e le stelle
Gli vengono incontro.
Si sistema per bene e sospira
Scorgendo la moglie da un po’ di finestra.
La donna sistema in cucina
Tranquilla e precisa.

– Noi soli – lui pensa
E la guarda

E ricorda milioni di cose
Momenti di gioia, problemi risolti
Fatiche tremende per crescere i figli
Ormai sistemati.

– Insieme…- pensa
E la guarda.

E l’adora cogli occhi
Finché piano piano si leva
E con passo leggero va dentro
La raggiunge, le cinge le spalle
E le sfiora in silenzio la nuca
Esprimendo una vita in quel bacio.
Lei si schermisce ridendo e pigliandolo in giro
Lui stringe le labbra, strizzando un po’ gli occhi

– Insieme… – pensa
È felice.

anziani

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A gentile richiesta

(C) lucio salis 1967

TRAMONTO

Forse il mare e i rami dei pini
Avevano stretto un accordo
Per non fare rumore

E il sole
Più curioso di una vecchia comare
Si voleva godere la fine
Per andare tranquillo
A dormire

Respiravi il tramonto
E coi piedi scavavi
Uno strano disegno di sabbia
E stringevi le labbra
E guardavi lontano
Scostando i capelli dagli occhi
Vincendoli al vento

Era giunto il momento di odiare le frasi
Che nascevano in fretta e mordevano il petto
E a nessuno
Sarebbe servito tenersele in bocca

Riscoprire il passato
E ingoiare veleno già vecchio
D’accordo, era brutto.
Ma era peggio di tutto
Vederti così presuntuosa e spavalda
Con risate negli occhi
E il pudore lasciato negli anni
Sentirti parlare di viaggi
Di amici importanti
Di vita… “davvero”!

Non è bello nemmeno stasera
Che ritorni a parlare di viaggi
Si capisce lontano che menti
Dallo sguardo che fugge
Dalle mani veloci
Dalle cose diverse e confuse
Che dici.
Si capisce che sai che ho capito
E ti fermi di botto
E scuotendo la testa mi chiedi perdono
E mi mordi le labbra
E cogli occhi mi bagni la barba
E facciamo l’amore così
Come bambole tristi.

tramonto

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