ZAC!

Sesso orale nell’auto del capo, furgone li tampona lei lo castra

06 maggio 2009 – Faceva sesso orale con il suo capo quando l’auto su cui stava, parcheggiata in un parco di Singapore, è stata tamponata da un furgone in una manovra. Il risultato dell’incidente, sebbene l’impatto non fosse particolarmente violento, è stato a dir poco drammatico. La donna, nel battere la testa, ha repentinamente chiuso la bocca e tagliato di netto il membro del proprio capo.

Una volta tanto non è il capo a tagliare sul personale – Fortuna ha voluto che la segretaria, “felicemente sposata” con un altro uomo, fosse stata seguita da un investigatore privato assoldato dal suo compagno, evidentemente sospettoso. Il detective, stando a quanto poi pubblicato sulle pagine del quotidiano malese The Star, ha avuto la prontezza di spirito di chiamare immediatamente un’ambulanza che, giunta sul posto ha prelevato e trasportato l’evirato al pronto soccorso più vicino.

Manager di nuovo in possesso del proprio membro – I medici, grazie anche alla collaborazione della segretaria che ha seguito l’ambulanza portando con sé il prezioso organo, sono stati in grado di ricucire la parte amputata e restituire così al dirigente la possibilità di procreare.

POMPINO SIMULATO E RADIOGRAFIA DELLA VITTIMA IN ACTION

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Election day e ricatti

Election day, la confessione: «Bossi ha minacciato la crisi»
di Marco Bucciantini

Berlusconi ammette: «Utilizzare i soldi del referendum? Lega Irremovibile, rischiavamo brutto». La confessione è stata fatta a Poggio Piceno dove il premier ha inaugurato una scuola tra i bambini sfollati. Dopo il vertice del Pdl La Russa dice: il 21 giugno o rinvio al 2010.

°°° Questa è una nemesi, amici: il ricattatore di professione… ricattato da un coglionazzo che si è beccato un ictus, mentre riceveva del sesso orale da una cantantina da strapazzo. E mentre questi due vecchi impotenti e cocainati giocano a braccio di pastafrolla tra di loro… noi ce la pigliamo nel culo.

Con 460 milioni si dava casa a 15mila sfollati
di Claudia Fusani

Non è la «lista di nozze» di cui parla il premier Silvio Berlusconi per far sponsorizzare da benefattori e amici stranieri la ricostruzione delle opere d’arte. Piuttosto è la «lista dei sogni», quello che sarebbe stato possibile costruire subito, o quasi, con i 460 milioni di euro che lo Stato avrebbe potuto risparmiare con un unico election day per il voto amministrativo e quello referendario. Case, soprattutto, e poi strade, scuole, libri, giusto per fare qualche esempio. Cose concrete, il quotidiano che gli aquilani hanno perso nella notte tra il 5 e il 6 aprile. Una lista dei sogni, appunto, perché la Lega ha puntato i piedi e ha «convinto» il Pdl a dire no all’election day.

Quattrocento sessanta milioni sono, tanto per cominciare, il 4 per cento di una ricostruzione che è stata stimata dal ministro dell’Interno tra i 10-12 miliardi. Un buon modo per cominciare ad orientarsi in una terra che ancora trema duecento volte al giorno. Quattrocentosessanta milioni potrebbero essere la risposta abitativa per almeno i due terzi di quei 20 mila aquilani rimasti senza casa perché inagibile, distrutta o crollata. La Provincia ieri mattina si è riunita per un consiglio straordinario. Il presidente Stefania Pezzopane (Pd) ha tentato con tecnici e assessori una prima stima dei danni e ha concluso la riunione con la seguente certezza: «Con 460 milioni risolvo tutti i problemi della Provincia, dalle strade alle scuole».

Nel dettaglio la lista dei sogni della Provincia prevede: 25 milioni per rimettere a posto le strade; 60 milioni per le scuole superiori e professionali (quelle di competenza della Provincia) di cui 5 solo per il Conservatorio dove insegnano docenti che arrivano da tutta Italia; cento milioni per gli edifici di proprietà e le sedi storiche della Provincia; 15 milioni per recuperare il fondo librario andato perduto e restaurare la collezione di quadri di Patini, quotatissimo pittore abruzzese.

Ma sono le case il vero nodo della ricostruzione e l’emergenza per questa gente. L’ultima stima del sottosegretario alla Protezione Civile Guido Bertolaso parla di «20 mila persone senza casa», abitazioni distrutte, da ricostruire. È un terzo della popolazione della città di L’Aquila che conta 60 mila abitanti. Tabelle alla mano di ingegneri e architetti è possibile fare una botta di conti al metro quadrato. Speculazioni e bolle edilizie a parte, oggi una casa costa mille euro al metro quadrato al metro e può costarne anche 800 se si tratta di edilizia popolare. Con queste premesse si arriva a stimare che una casa di cento metri quadrati, ampiezza media per una famiglia di tre persone, può costare dagli 80 ai 100 mila euro.

Significa che con i famosi 460 milioni che lo Stato “sta per buttare giù dalla finestra dandola vinta alla Lega questa volta sì ladrona” come dice Pezzopane, potevano essere costruite 4.600 abitazioni da centomila euro o 5. 800 da ottantamila euro. Contando che in ognuna di queste case possono abitare fino a tre persone, all’incirca quindicimila aquilani avrebbero potuto risolvere il problema abitativo. Il più urgente.

Ma è un libro dei sogni, appunto. Perché quei soldi saranno invece spesi per allestire i seggi del referendum.
17 aprile 2009

oscenita1

stupido

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