L’italietta del mafionano: Carditello, il saccheggio senza fine di un capolavoro del Settecento

LA REGGIA DIMENTICATA

Carditello è un gioiello dell’architettura settecentesca affondato nella splendida campagna tra Napoli e Caserta. Ma tutti i tentativi di riuso pubblico sono andati a vuoto e adesso, in attesa di una possibile vendita all’asta, nessuno ci può entrare. Tranne, naturalmente, i ladri che saccheggiano i suoi tesori

LA REPUBBLICAdi FRANCESCO ERBANI e ANNA LAURA DE ROSA
IL REPORTAGE di FRANCESCO ERBANI

Carditello, il saccheggio senza fine
di un capolavoro del Settecento

Carditello, il saccheggio senza fine di un capolavoro del Settecento

Un salone con gli affreschi sbrecciati e un camino semidistrutto (foto Di Vilio)

Il proprietario della reggia è un consorzio di bonifica che affoga nei debiti e che vorrebbe vendarla all’asta. Attorno una “danza macabra” di enti pubblici: tribunale, soprintendenza, ministero, Regione Campania. E intanto le infiltrazioni d’acqua cancellano gli affreschi e i ladri passano ogni notte a spogliare l’edificio di marmi, stucchi, pilastri e pavimenti

La reggia di Carditello cade a pezzi. E intorno a questo gioiello dell’architettura settecentesca, a pochi chilometri da Caserta, si allestisce una specie di danza macabra. Non bastano i ladri e i vandali che quasi ogni notte scavalcano il recinto e strappano la corona dello stemma, si avventano sulle aquile alla base dell’obelisco oppure danno fuoco a uno dei grandi platani che svettano davanti alla facciata dell’edificio, nell’arena dove i re Borbone allenavano i cavalli – i migliori nell’Europa del Settecento. Al grottesco e lugubre balletto dei saccheggiatori si aggiungono le
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