burlesquoni, bossi, maroni, frattini: assassini di profughi per motivi elettorali

Lampedusa, chi soffia sul fuoco?

Il rischio immigrazione aiuta Berlusconi e aiuta noi”: così parlò il 23 febbraio scorso il lungimirante Umberto Bossi. Un feroce calcolo che un mese dopo si sta dimostrando azzeccato, per ora nella parte catastrofica. Le migliaia di esseri umani, arrivati dal mare e ammassati come bestie a Lampedusa e la rabbia degli isolani hanno già innescato la bomba umanitaria. Che può detonare in ogni momento. Alla luce dell’auspicio bossiano, tutto sembra più chiaro. L’inconcludente attivismo del ministro Maroni che dopo aver preconizzato l’“esodo bliblico” di 300 mila disperati sulle coste italiane non riesce a fronteggiarne neppure 15 mila. In compenso si fa riprendere nei tg, impegnato a stringere ipotetici accordi anti-clandestini con il nuovo governo tunisino rappresentato (ma guarda tu) da quel Tarak Ben Ammar, socio televisivo del sultano di Arcore.

E che dire della geniale proposta del cosiddetto ministro degli Esteri (tacitare i profughi con qualche euro di mancia e rispedirli a casa) subito rimesso in riga da un urlaccio giunto dalle caverne di Gemonio?

E come commentare le dissennate dichiarazioni del governatore siciliano Lombardo sui mitra da imbracciare contro qualche poveraccio in fuga, reo di aver dormito nel suo casotto di campagna?

Visto che a Palazzo Chigi regna ormai una poltrona vuota (colpiscono i silenzi e lo sguardo assente di chi la occupava), i leghisti hanno ormai campo aperto. Se tutto va secondo i piani, fra poco potranno raccogliere i frutti di tanta losca inettitudine e disgustosa malafede. L’Italia squassata dalla tragedia immigrazione produrrà nuovi egoismi alimentando tensioni xenofobe e razzismo. Già se ne vedono i segni nella riluttanza delle regioni, anche di sinistra, ad accogliere gli immigrati. Qualcuno soffia sul fuoco a Lampedusa.

Berlusconi+appalti

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