Così si fa

Niente mensa per i bimbi immigrati morosi
Nel Milanese a digiuno 22 ragazzini (20 sono figli di immigrati, tra cui 14 rom): i genitori sono morosi. Il sindaco: “Se non pagano, è giusto”. Le maestre ogni giorno offrono il loro pasto di FRANCO VANNI

°°° Così si fa. Visto come si previene l’obesità? Siamo diventati veramente una nazione dimmmmmmmmmmmmmmmerda!

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faccendieri da marciapiede

A cena nell’abitazione romana del giornalista
anche Alemanno Gianni Letta e un alto prelato
Dal Cavaliere a Riccardo Muti
Gran raduno di vip a casa Vespa
di FRANCESCO BEI

Dal Cavaliere a Riccardo Muti Gran raduno di vip a casa Vespa
ROMA – In una stradina davanti a Trinità dei monti una lunghissima berlina nera, con la targa del Vaticano, si ferma ronzando davanti a un portoncino. L’autista scatta verso la portiera del passeggero e un cardinale, seguito dal suo segretario, varca l’atrio. Passano pochi minuti e arriva una più modesta Fiat Croma, stesso indirizzo ma stavolta è il sindaco di Roma, Gianni Alemanno. Un altro po’ e, all’ora di cena, ecco bussare allo stesso portone il maestro Riccardo Muti, direttore della Chicago Simphony Orchestra. Tutt’intorno i turisti che salgono da piazza di Spagna non immaginano che in quel portoncino, davanti all’hotel Hassler, si stia radunando l’Italia che conta. Tutti attovagliati, come direbbe Roberto D’Agostino, da Bruno Vespa e dalla sua signora, Augusta Iannini, alto dirigente del ministero della Giustizia. Arriva anche la deputata forzista Laura Ravetto, trentenne d’assalto della squadra berlusconiana.

Un vero salotto romano, di quelli utili e discreti, una cena fra pochi selezionatissimi, con una bella terrazza su piazza di Spagna, che non guasta. Si ferma una Maserati blu, ne discendono Gianni Letta e la consorte Maddalena.

Manca ancora l’ospite più atteso, anche se Vespa, raggiunto al cellulare, smentisce: “Ancora con questa storia di Berlusconi a cena?? Basta!”. E tuttavia, anche se con un po’ di ritardo, il Cavaliere si presenta e non è da tutti i giornalisti avere il presidente del Consiglio a cena. Magari non sarà molto stile Frost/Nixon, ma Vespa è Vespa e Berlusconi non gli può dire di no. Un po’ come con la presentazione del libro che ogni Natale il giornalista dà alle stampe (sempre per Mondadori).

Lo ha ricordato lo stesso Vespa in occasione della conferenza stampa di lancio della sua ultima fatica, “Viaggio in un’Italia diversa”: “Da 15 anni, ogni anno, che stia a Palazzo Chigi o stia facendo una più o meno lunga traversata del deserto, Berlusconi ci dà il privilegio di presentare il nostro libro. Lo ha fatto sette volte da premier e otto volte da leader dell’opposizione”. Il premier è talmente a suo agio con Vespa che non riesce a nasconderlo. Una volta, lapsus, in trasmissione lo chiamò “Fede” e Vespa se ne ebbe un po’ a male. Ma poi recuperò all’immancabile presentazione del libro, con un sobrio paragone fra l’autore e Dante Alighieri: “Questo libro mi ricorda la Divina Commedia: anche qui c’è un nuovo inizio, c’è l’inferno, il purgatorio e il paradiso”. Vespa lo interruppe: “Il paradiso sarebbe lei?”. E Berlusconi, scherzando ma nemmeno troppo: “Il paradiso è il governo attuale, che promette all’Italia quel cambiamento che è davvero necessario”. E visto che siamo in tema celeste, sempre a Porta a Porta il Cavaliere si produsse in un’apparizione modello Padre Pio: “Venga Vespa, odori qui: non sente odore di santità?”.

Ieri sera, arrivando alla cena Berlusconi ha pure scherzato su quella strana forma di soggezione che egli stesso nutre nei confronti del conduttore: “Per strada ho deciso di non parlare più, di non rilasciare interviste sul marciapiede. Ma questo è il marciapiede di Vespa… farò un’eccezione”.

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Assassini!

Processo per la strage di Nassiriya: «Coinvolgerò Martino e Frattini»

09:27 CRONACHE
L’avvocato del colonnello Di Pauli: «In causa chiameremo anche alti comandi militari e politici». L’ufficiale dei cc accusato di non aver protettola base

°°° Hanno mandato quei militari a fare la “missione di pace… eterna” coi fucilini contro le bombe e i partigiani avvelenati. ASSASSINI

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Il cazzaro

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Silvio Berlusconi viene premiato dal direttore del Riformista Antonio Polito come miglior politico nazionale. Il presidente del Consiglio, come gli altri premiati prima di lui, riceve un cannocchiale simbolo del giornale. Polito gli consegna il premio, il premier ringrazia, porta il cannocchiale vicino ad un occhio e con un sorriso aggiunge: «Vedo che funziona c’è una bella ragazza in sala». La platea scoppia in una risata mentre Berlusconi viene sommerso dai flash dei fotografi (LaPresse)

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Antimafia

Nessuno vuol fare il pm in Sicilia:
quattro domande per 55 posti
Una gip da Milano a Palermo: «Colleghi esposti, andare è un dovere morale». L’Anm: «Numeri drammatici»
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MILANO — Nessuno, o quasi, vuole andare a fare il pubblico ministero in Sicilia. Nella terra dove sono morti ammazzati dalla mafia Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, il concorso per coprire 55 posti di sostituto vacanti in quattordici Procure è stato un insuccesso totale. Si sono fatti avanti appena quattro magistrati: tre per Palermo, uno per Catania. «Un disastro dalle tante e profonde ragioni», commenta Luca Palamara, presidente dell’Associazione nazionale magistrati. A gennaio il Csm ha bandito un concorso per 205 posti vacanti in 97 diversi uffici, un quarto dei quali è scoperto nella sola Sicilia. I risultati sono stati deludenti per la regione, per il Sud in generale, ma anche per alcune sedi del centro e del Nord. Le ragioni sono note e, per la Sicilia si aggravano: oltre all’esposizione di chi fa il magistrato lì, distanza e difficoltà nei collegamenti con il resto della nazione scoraggiano i trasferimenti.

C’è poi il fatto che coloro che ora fanno i giudici non sono propensi a diventare pm perché in caso di ripensamento non possono tornare sui propri passi se non dopo cinque anni trascorsi in una regione diversa da quella di provenienza professionale e talvolta neppure confinante. Nello sconsigliare i movimenti, giocano un ruolo decisivo anche la carenza di mezzi tecnici e investigativi in molte aree del Sud e la norma che impedisce di lavorare in Procura ai magistrati di prima nomina, un tempo vero bacino in cui le Procure delle Meridione traevano linfa vitale. Molti, infine, restano alla finestra in attesa di capire fino a che punto la politica arriverà nei progetti di separazione delle carriere e di riforma della figura del pm e degli strumenti di indagine.

La conseguenza è che per i 12 posti di Palermo si sono fatti avanti in 23, ma 20 magistrati si sono ritirati all’ultimo momento dopo aver «saggiato» posizione e punteggio personale, mentre a Catania un solo posto su 7 è stato coperto e ritirate ben 11 domande. Per gli altri 12 uffici è stato il vuoto pneumatico. Non è arrivata neppure una domanda, zero. Secondo dati non ufficiali, resteranno senza titolare 7 posti a Caltanissetta, 6 a Trapani, 4 a Gela e Ragusa, 3 ad Enna, Marsala e Termini Imerese (dove, dopo il trasferimento a Palermo di due pm, rimangono solo il procuratore e un sostituto), due ad Agrigento e Nicosia, e uno a Barcellona Pozzo di Gotto, Sciacca e alla Procura dei minori di Caltanissetta. «Numeri drammatici. Scontiamo gli attacchi al pm e il fatto che in questo momento la sorte di questa figura non è chiara», conferma Palamara che con la giunta dell’Associazione ha partecipato nei giorni scorsi in Sicilia a un’assemblea dei magistrati della regione dopo la quale è stato mandato al Csm un documento con una piattaforma di proposte. Resta che «in zone a forte presenza della criminalità organizzata — denuncia — ci sono Procure che rischiano la chiusura per mancanza di magistrati».
Una «emergenza gravissima» contro la quale rischiano di essere inutili gli incentivi (2.500 euro al mese per 4 anni) previsti nel prossimo concorso per 100 Procure le quali, proprio perché non ambite, ora diventeranno sedi disagiate. Ma per il presidente dell’Anm gli incentivi dovrebbero andare «anche a chi resta lì a lavorare nei sacrifici». Dei tre nuovi pm palermitani, l’unico ad arrivare da fuori regione è Alessandra Cerreti, che è anche uno dei soli tre giudici in Italia che in questo giro sono diventati pm. Gip a Milano, lunga esperienza in tribunale in processi di criminalità organizzata ed economica e di terrorismo internazionale, prima di trasferirsi a Palermo andrà anche in applicazione per 6 mesi a Reggio Calabria dove la forte carenza di giudici ha causato di recente alcune scarcerazioni. Non è la nostalgia a farla tornare nella sua terra (è messinese), ma, dice, lo «spirito di servizio e una sorta di dovere morale nei confronti di uffici giudiziari particolarmente esposti, in cui i colleghi sono costretti a operare in situazione di difficoltà».

Giuseppe Guastella
gguastella@corriere.it

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la oppo

Gioco d’azzardo a Ballarò

Noi che apparteniamo al numero di quelli che ancora si scandalizzano per le battute di Berlusconi, le barzellette sugli stupri e le altrettanto oscene proposte di riforma parlamentare, l’altra sera abbiamo potuto vedere, diciamo così «in vitro», le reazioni improvvisate dei suoi parlamentari e ministri telecomandati. Erano presenti infatti a Ballarò l’aspirante comico Rotondi e il forzista Lupi, presi un po’ alla sprovvista dall’idea del boss di far votare alle Camere solo i capigruppo. I due hanno seguito il solito copione, inventando subito il caso di un Paese (la Francia) che, secondo loro, già avrebbe un sistema parlamentare meravigliosamente «semplificato». Rotondi e Lupi hanno dovuto giocare d’azzardo, senza sapere se il capo non avesse già smentito tutto, accusando la solita disinformazione comunista. Nel frattempo, ad esprimere entusiasmo preventivo per la proposta di Berlusconi è stato come sempre Gasparri, che, quanto a semplicità, non si fa fregare da nessuno.

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da travaglio

Brunu Vespu e Pigu Battistu

Per due sere di fila, Porta a Porta ha processato i due rumeni che non hanno commesso lo stupro della Caffarella. Appena usciti dal tribunale, avvocati e poliziotti si trasferivano al TeleRiesame per proseguire il dibattito, anzi il dibattimento, spiattellando verbali a favore di telecamera. Vespa trasmetteva il filmato della confessione (poi ritrattata) del “biondino” e domandava perché mai uno dovrebbe accusarsi di un reato che non ha commesso. Poteva chiederlo a David Mills, ma lui non si occupa di queste inezie. Già, che accadrebbe se circolasse il video-interrogatorio di Mills (18-7-2004) e qualcuno lo trasmettesse, come ha fatto Vespa con quello di Alexandru Loyos (18-2-2009)? Saremmo sommersi di strilli contro la gogna mediatica, la violazione della privacy e del segreto (che su atti depositati non esiste). Invece, trattandosi di rumeni, silenzio di tomba: l’insetto ha detto che il video “è stato messo a disposizione nostra e degli altri organi d’informazione”, senz’aggiungere che la legge-bavaglio Al Fano, da lui più volte applaudita, gli avrebbe vietato non solo di mostrarlo, ma anche di parlarne. Pena la galera. Per fortuna, a denunciare la l’”ossessione forcaiola”, la “ghigliottina mediatica” che fabbrica “mostri in effige” (sic), rammentando la sacra “presunzione d’innocenza”,ha provveduto Pigi Battista in un vibrante fondo sul Corriere. Anzi no, mi dicono che queste parole Battista le ha scritte per Mastella, Del Turco, D’Alfonso e Margiotta, peraltro mai scagionati. Per Mastellu, Del Turcu, D’Alfonsu e Margiottu, c’è tempo.

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Brunetta/Bianchetta

«Il ministro Brunetta, che ogni giorno parla di rinnovamento, di maggiore produttività e di meritocrazia nella pubblica amministrazione, ha pieno titolo per dire qualcosa». È quanto sottolinea il deputato del Pd Andrea Martella, che ha presentato un’interrogazione al ministro per la Pubblica Amministrazione Renato Brunetta sul premio di risultato assegnato ieri dalla Giunta veneta ai 13 massimi dirigenti della Regione, un maxi bonus di 15 mila euro in media ciascuno che equivale al 10% dello stipendio.

Martella chiede quali siano le valutazioni di merito da parte del ministro e quali le iniziative che intende assumere: «Sono certo che il ministro ora dirà di non avere alcun potere di intervento sulle scelte della Giunta regionale», afferma il parlamentare del Pd, secondo il quale invece Brunetta non solo ha «pieno titolo» per dire qualcosa ma è «costretto a dirla dopo quanto ha dichiarato il vicepresidente del Veneto Franco Manzato, che ha ammesso come il riconoscimento dei premi è una scelta politica, che premia i dirigenti di nomina politica senza distinzioni e senza alcuna valutazione di merito».

«Questa è la peggiore politica – conclude Martella – e mi auguro che il ministro, che è veneto come me, prenda posizione su una vicenda che cade nel pieno di un momento di crisi e di grandi sacrifici anche per i cittadini della nostra regione. Sono certo che Brunetta la pensa come me, però non so se potrà dirlo».

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Capellusconi – Sardegna – italietta

capIl neogovernatore (scusate il termine usurpato al Grande Bleck) del Sardistan – dopo aver creato una voragine nel debito pubblico sardo: come responsabile delle finanze nella giunta destronza presieduta da un certo masala, come ha sempre fatto il suo proprietario diversamente onesto – ora cerca di recuperare qualche altro soldo per sé con un fodero di una chitarra rubata alla stazione. D’altronde, per uno che dichiara di guadagnare 2.500,00 euro lordi al mese… aver speso oltre DUE MILIONIdi euro per comprare voti, dev’essere stato uno shock da niente!
Ma non sarà in conflitto di interessi con apicella? Vabbeh, apicella non lo piglierebbe nemmeno una pizzeria di Magomadas… ma è il top per il cazzaro che canta canzoni di merda come la mia verduraia mezzo cieca, quando cade nel pozzo artesiano.

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Vorrei capire…

Uno dei capi della Rai era la Bergamini: ex segretaria particolare di burlesquoni. Uno dei capi della mafia, nonché coordinatore di Forza Raglia, è marcello dell’utri: ex segretario particolare di burlesquoni. Ministro della giustizia (minuscolo) è angelino alfano: ex segretario particolare di burlesquoni… Ma questo bandito come se li sceglie sticazzi di segretari? Ma vi sembra una cosa seria che ci imponga tutti i suoi domestici? Non bastano i vespa, i ricci, i fede, i belpietro…
Ma che palle!

MA CHE PALLE!!!

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