Milano. L’eredità malavitosa della Moratti

Milano, blitz nei templi della movida
maxitruffa da 30 milioni alle banche

In manette 23 fra manager, gestori e funzionari di istituti di credito. Il denaro, secondo
l’accusa, era riciclato in tre discoteche fra le più note: Karma, Luminal e Cafè Solaire

di SANDRO DE RICCARDIS e EMILIO RANDACIO

Milano, blitz nei templi della movida maxitruffa da 30 milioni alle banche

Una truffa alle banche e al fisco da oltre trenta milioni di euro, riciclati in alcuni dei templi della movida milanese: il Karma, il Luminal, il Cafè Solaire, tre discoteche le cui quote sono state sequestrate nei giorni scorsi dalla procura, a caccia dei capitali sottratti all’erario. Un’organizzazione, secondo l’ipotesi dell’accusa, che attraverso l’emissione di

fatture false e la creazione di società fittizie è riuscita a farsi finanziare dagli istituti di credito e ha usato quei soldi in frodi carosello, operazioni che hanno portato al fallimento di società fittizie senza aver mai versato l’Iva dovuta. Denaro poi riciclato in immobili, auto di lusso e in investimenti in alcuni tra i migliori locali della città.

Le indagini del pm Letizia Mannella e degli investigatori del Comando provinciale della guardia di finanza hanno ricostruito minuziosamente il percorso del denaro lungo i mille rivoli della truffa e alla fine — dopo più di tre anni d’indagine — hanno ottenuto l’emissione di 23 ordinanze di custodia cautelare in carcere nei confronti di manager d’azienda, funzionari di banca infedeli, gestori e amministratori di fatto dei locali sequestrati. Gli accusati devono rispondere, a vario titolo, di associazione a delinquere, emissione di fatture false, frode fiscale e riciclaggio.

L’inchiesta parte da un esposto di Unicredit. Nell’aprile del 2008, il primo gruppo bancario per capitalizzazione in Italia, denuncia in procura una presunta truffa da ventidue milioni di euro. E ne indica la regia nella “L&B”, una Srl con sede a Monza, correntista della banca. Nelle settimane precedenti, presso lo sportello di Pioltello vengono versati assegni da imprenditori compiacenti per un valore molto elevato, tanto che un impiegato infedele, anche lui arrestato, versa immediatamente alla società ben trenta milioni di euro. Quando gli assegni tornano insoluti, la banca si ritrova con un ammanco di cassa stratosferico: 22 milioni di euro. Truffe simili riescono anche alla Banca Popolare di Bergamo (due milioni 250 euro), alla Banca Popolare di Lodi (4 milioni), mentre risultano solo tentati altri raggiri, per esempio, agli istituti bresciani di Banca Valsabbina e Banca di credito cooperativo del Garda.

L’organizzazione avrebbe operato su due livelli: c’era chi si occupava delle frodi fiscali, chi delle truffe, ma non tutti quelli che partecipavano alle prime si occupavano delle seconde. Tra i casi ricostruiti da procura e guardia di finanza, l’acquisto di casse di champagne dalla Francia con esenzione del pagamento dell’Iva attraverso la costituzione di società cartiere. Un nero di milioni e milioni che ha fatto scattare i sequestri “per equivalente”, previsti dal codice qualora non ci si possa rivalere sui beni che costituiscono il profitto del reato. Da qui il sequestro delle quote dei locali Karma, Luminal e Cafè Solaire (che resteranno comunque aperti), di cui alcuni degli arrestati risultano titolari di fatto.

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