Festa sotto i palazzi del potere: ADDIO, nano di merda!

Festa sotto i palazzi del potere
“Bye Bye Silvio” a Montecitorio

sPARISCI
Folla intorno a palazzo Chigi per l’ultimo Consiglio dei ministri con il premier Berlusconi che al termine della seduta si recherà al Quirinale per le dimissioni. Circa una cinquantina di persone del Popolo viola si sono incamminate alla spicciolata verso Palazzo Grazioli. «Dimettiti», «A casa, a casa», sono alcuni slogan davanti a palazzo Chigi, letteralmente circondato da centinaia di cittadini. «È una giornata storica», dicono in molti al di là delle transenne. Alcuni hanno intonato l’inno di Mameli mentre dei cartelli recitano, «12 novembre, giornata della liberazione».

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TENSIONE TRA FORZA NUOVA E MANIFESTANTI
Tensione in via del Corso. Militanti di Forza nuova con

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Alitalia addio, bruciati 4 miliardi. La truffa e l’ennesimo fallimento del nano mafioso

Alitalia addio bruciati 4 miliardi

Ecco quanto ci è costato il salvataggio patriottico voluto da Berlusconi Ma per la compagnia il futuro è già segnato: svendita ad Air France.

°°°L’avevo scritto subito a caldo: era evidente che si trattava di un pasticciaccio e di una delle solite truffe di silvio berlusconi ai danni dell’erario e degli italiani tutti. Ecco che, puntualmente, il mafionano non mi smentisce.

alitaglia

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Clarence Clemons addio: è morto il sassofonista di Springsteen

Clarence Clemons addio: è morto il sassofonista di Springsteen. °°°Grande musicista e grande uomo. Nulla a che fare con gigi d’alessio o al bano. Ah, l’avevate intuito?

Clarence Clemons addio: è morto
il sassofonista di Springsteen

clarence clemons

A 69 anni il gigante buono di Bruce Springsteen, Clarence Clemons, ha posato per l’ultima volta sul pavimento il suo sax tenore. Il musicista, l’amico più caro del “Boss”, quello che dava un colore unico alla E Street Band, colui che dà un timbro speciale, notturno e caldo a brani come “Jungle Land”, è morto a 69 anni. Non ha retto l’ictus che lo aveva colpito martedì scorso. Sabato 18 si è spento a Palm Beach in Florida e oggi, domenica, è stata divulgata la notizia.

Tra le arti il rock è l’unica che dà il senso del gruppo, dell’amicizia che regge gli anni e le rotture, di una famiglia aperta, e la E Street Band con Bruce resta uno dei fenomeni più duraturi e potenti del rock’n’roll. Dopo aver perso il tastierista Danny Federici, morto dopo una lunga malattia, la scomparsa di un’autentica colonna, umana e musicale, come il nero Clarence fa vacillare il futuro stesso del gruppo e centinaia di migliaia di fan si domandano cosa accadrà ora. L’ultimo tour di Springsteen e la E Street è stato nel 2009, Clarence appariva affaticato eppure il suo sax tenore riscaldava stadi interi nel fiume di note e vibrava di calore dalle viscere. La sua morte addolora i fan di Bruce tanto più perché lo sentivano come una presenza rassicurante, solida, il fratello più grande a cui ti puoi sempre affidare, solido, una gran persona oltre che un artista sopraffino e caloroso. In un mondo dove siamo tutti sostituibili, lui non potrà essere facilmente sostituito. Umanamente non sarà rimpiazzato mai.

Figlio di un idraulico, ha scelto la musica alla carriera da giocatore di football americano. Si infortunò, si appassionò al jazz e al soul, lasciò lo sport. Per fortuna. Entrò nella band (che ancora non si chiamava E Street) nel 1972 durante le registrazioni di “Greetings from Asbury Park”. Da allora è stato il grande amico di Bruce, lo ha affiancato da sempre, da quando giovanissimi andavano ad Asbury Park in poi. Solido, sembrava incrollabile. “Clarence ha vissuto una vita meravigliosa – scrive Springsteen nel suo sito – Aveva un amore tale per le persone che faceva sì che le persone lo amassero. Ha creato una famiglia meravigliosa ed estesa. Amava il sassofono, i nostri fan e ogni notte sul palco dava tutto se stesso. La sua perdita è infinita e siamo onorati di averlo conosciuto e di aver avuto l’opportunità di affiancarlo per quasi quaranta anni. Era il mio grande amico – ricorda Bruce – il mio partner, e con lui al fianco la band ed io abbiamo potuto raccontare una storia molto più profonda di quella contenuta semplicemente nella nostra musica”. È il giusto e addolorato epitaffio per un artista, e un uomo, che non ha molti paragoni nel rock: ha inciso cinque album suoi, ma è nella E Street Band e con Bruce ha conquistato un ruolo, disco dopo disco, tour dopo tour, e ha conquistato il forte affetto e la stima dei fan che lo piangono come si piange un amico fidato andato via troppo presto.

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ADDIO “riforma epocale della giustizia”!!!

Per fortuna c’è
la Costituzione Ho partecipato a una trasmissione radiofonica sulla epocale riforma della Giustizia progettata da B&C. Per farmi iniziare bene la giornata (erano le 8 di mattina), il conduttore mi ha informato che Santanchè aveva affermato su non ricordo quale giornale, che i magistrati di Bergamo dovevano dimettersi perché “se avessero impiegato per le ricerche le stesse risorse e tecnologie che hanno speso per indagare sulle ragazze dell’Olgettina forse Yara sarebbe ancora viva”. Non sono riuscito a trovare commenti adeguati.

Poco dopo è intervenuto Gasparri che si è lamentato perché io avevo detto, parlando della riforma (dopotutto questo era il tema della trasmissione) “questa gente dovrebbe spiegarmi perché istituire un secondo Csm ridurrà i tempi dei processi”. Non gli è piaciuto il termine “gente”, ha detto che era “offensivo e minaccioso”. Anche qui non sono riuscito a trovare commenti adeguati. Naturalmente, sullo specifico problema che avevo sollevato, Gasparri nulla ha detto.

Intanto B&C hanno portato la riforma in Consiglio dei ministri: e da qui andrà in Parlamento. Diciamo che, come nella migliore tradizione, c’è una notizia buona e una cattiva.
Quella cattiva: la riforma epocale l’hanno studiata Alfano e Ghedini, buoni giuristi al servizio, ahimè, di cause sbagliate (soprattutto Alfano che non è l’avvocato di B. e che non ha nel suo mandato di impedire che questi finisca in prigione). Sicché, hanno scritto una riforma ottima per B&C ma pessima per il paese: per i motivi che sto spiegando da 4 anni (prima in un paio di libri e poi con i miei articoli), la riforma darà il colpo di grazia alla giustizia italiana che non riuscirà più a mettere in prigione un solo delinquente. Il che, d’altra parte, è proprio quello che vogliono, visto che tra quelli che ci dovrebbero andare ci sono B. e molti suoi C. Ma, nonostante questo, sarà approvata dal Parlamento perché sarà votata da Santanchè, Gasparri e tanti altri noti giuristi che, senza capire un acca di quello che fanno, metteranno la croce dove gli verrà detto; e, nel frattempo, pronunceranno frasi immortali come quelle che vi ho raccontato all’inizio.

Quella buona: siccome abbiamo la fortuna di avere una Costituzione stupenda e furba assai, il pericolo di iniziative come questa è stato previsto e, nei limiti del possibile, si è tentato di arginarle: le leggi che prevedono stupidaggini pericolose per la sopravvivenza dell’ordine civile e democratico debbono essere approvate 4 volte: Camera, Senato, di nuovo alla Camera e poi di nuovo al Senato; e, se una delle 2 Camere fa una modifica, anche questa deve essere approvata 4 volte, quindi si ricomincia con il balletto. Dovremmo fare a tempo a morire di vecchiaia; ma va anche detto che B&C sono molto determinati e che B. è molto ricco; e i recenti avvenimenti dimostrano che “questa gente” vede facilmente una grande luce: basta fornirle buoni motivi. Sicché, magari in un paio d’anni, la riforma epocale sarà approvata dal Parlamento.

Ma, ecco la buona notizia, questo non basta: trattandosi di leggi che modificano la Costituzione, debbono essere sottoposte a referendum popolare. Veramente questo non è proprio sicuro, perché, se il Parlamento le approvasse con una maggioranza di due terzi, il referendum non si farebbe. Ma non credo che l’opposizione possa votare un obbrobrio del genere. È vero che finora non è stata molto efficiente (capolavoro di understatement) ma fino a questo punto…

Così, se il Parlamento approva la riforma a maggioranza semplice, si va al referendum; che, trattandosi di leggi costituzionali, non richiede il quorum. In altri termini, non è necessario che il 51 per cento degli elettori vada a votare; se ci vanno anche solo in 1000, il referendum è valido. Il fatto è che questo referendum è molto tecnico e i quesiti saranno molto complicati; per dire, a Santanchè, Gasparri e gente come loro toccherà spiegarli per bene. Anche la stragrande maggioranza dei cittadini non ci capirà niente, non si renderà conto che il tutto serve per evitare la prigione a B&C, che dunque è una cosa importantissima e che si deve proprio andare a votare.

Certo, Tv e giornali di B&C dispiegheranno tutta la loro potenza di fuoco; ma, ecco la mancanza di un partito vecchio stile, radicato sul territorio, con le sezioni, gli iscritti, la passione e l’ideologia, per intenderci una cosa tipo Pci: il ministero della propaganda potrebbe non essere sufficiente; e i cittadini andranno comunque al mare. Non tutti però: quelli che capiscono, loro a votare ci andranno; e la gente (gente, con buona pace di Gasparri, non è parola offensiva o minacciosa) che capisce assicurerà alla riforma epocale di B&C la fine che merita. Così come è successo per gli altri referendum sulla Costituzione (2001 e 2006): perché il ministero della Propaganda lavorerà pure al massimo; ma le cazzate restano cazzate.

Sarà istruttivo constatare come la stessa gente che non ha voluto l’election day per il referendum sul legittimo impedimento (costo aggiuntivo: 300 milioni circa) si dannerà per trovare un qualche accorpamento del referendum sulla riforma epocale con altre elezioni. Al solo fine, si capisce, di imbarcare tutti quelli che, senza capire, straparlano e votano.

Il Fatto Quotidiano, 13 marzo 2011

b.mafioso

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