Claudia Zuncheddu è pronta a partire In Africa alla ricerca di Rossella Urru. GRANDE, CLAUDIETTA!

Claudia Zuncheddu è pronta a partire
In Africa alla ricerca di Rossella Urru

Claudia Zuncheddu è pronta a partire In Africa alla ricerca di Rossella UrruCLAUDIA ZUNCHEDDU CON ALCUNE FOTO DI ROSSELLA URRU

Da troppo tempo non si hanno più notizie della volontaria di Samugheo rapita in Algeria. Per questo il consigliere regionale indipendentista con amicizie nell’area subsahariana, si prepara a partire.

Il consigliere Claudia Zuncheddu pronta a partire In Africa, nella prigione di Rossella

La valigia è pronta. Impossibile però sapere con precisione il momento della partenza: potrebbe essere questione di ore, forse di giorni. Claudia Zuncheddu, consigliere regionale che in splendida solitudine rappresenta in aula gli Indipendentistas, si prepara a raggiungere l’Africa. Inutile chiedere di conoscere la destinazione esatta e quali saranno gli interlocutori. Missione delicata, difficile. Va a cercare una traccia di Rossella Urru, volontaria di Samugheo rapita circa quattro mesi fa nel Sud dell’Algeria.

Condividi
  • Facebook
  • Digg
  • Google Bookmarks
  • Live
  • YahooMyWeb
  • LinkedIn
  • StumbleUpon
  • Twitter

L’IDIOTA. La Russa: “Le donne di tutta l’Africa verranno a partorire in Italia”

La Russa: “Le donne di tutta l’Africa
verranno a partorire in Italia”

Sarebbe questa, secondo l’ex ministro della Difesa, la conseguenza della cittadinanza italiana ai figli di immigrati nati nel nostro Paese, idea rilanciata nei giorni scorsi da Napolitano.

°°° QUI LA TROPPA COCAINA NON C’ENTRA, RAGAZZI, QUESTO E’ PROPRIO TARATO. UN PICCOLO CIALTRONE MALATO DI MENTE E… LADRONE A QUATTRO PALMENTI. MA E’ UN DIFETTO DI FAMIGGHIA.

Condividi
  • Facebook
  • Digg
  • Google Bookmarks
  • Live
  • YahooMyWeb
  • LinkedIn
  • StumbleUpon
  • Twitter

Coi milioni che il mafionano ha sprecato per i referenda si poteva salvare mezza Africa.

L’Aids in Africa diventa pandemia
Servono soldi, ma l’Italia non paga

REPORTAGE – Trent’anni fa, il 5 giugno del 1981, veniva identificata “l’immuno-deficienza acquisita”. Viaggio in Tanzania dove l’Hiv colpisce 17 persone su 100. Ecco perché sono così importanti i 343 milioni di dollari che il nostro Paese non ha versato al Fondo Globale per la lotta contro il virus

http://www.ilfattoquotidiano.it/

poveri

Condividi
  • Facebook
  • Digg
  • Google Bookmarks
  • Live
  • YahooMyWeb
  • LinkedIn
  • StumbleUpon
  • Twitter

L’Africa è una polveriera in fiamme e B. blocca il parlamento e i media con le SUE stronzate.

MAROCCO

Esplosione in un caffè a Marrakesh
almeno 17 morti e diversi feriti

Il ministero dell’Interno marocchino, citato dalla tv Al Arabiya, ha detto che l’esplosione è dovuta a un atto terroristico e criminale. Al momento non risulta che ci siano italiani tra le vittime. Il bilancio, secondo il vice console onorario italiano Karim Benfallah, potrebbe aumentare

Esplosione in un caffè a Marrakesh almeno 17 morti e diversi feriti

MARRAKESH – Una fortissima esplosione è avvenuta in un caffè della principale piazza della città turistica marocchina di Marrakesh. Almeno 17 persone hanno perso la vita e molte altre, almeno una ventina, sono rimaste ferite. La maggior parte delle

Continua a leggere

Condividi
  • Facebook
  • Digg
  • Google Bookmarks
  • Live
  • YahooMyWeb
  • LinkedIn
  • StumbleUpon
  • Twitter

Milano… Africa

I pendolari e Milano lontana. Si rompono 4 treni al giorno

08:52 CRONACHE
In viaggio con i cittadini sui treni della Lombardia. Sovraffollamento, guasti e ritardi: carrozze e locomotive hanno un’età media di 27 anni. Caos e disagi sulla rete. «Da quando c’è l’Alta velocità è ancora peggio»

°°° No è da quando ci sono questi banditi al potere che è peggiorato tutto.

treno_b1

Condividi
  • Facebook
  • Digg
  • Google Bookmarks
  • Live
  • YahooMyWeb
  • LinkedIn
  • StumbleUpon
  • Twitter

Si mette male…

Il RAPPORTO
Allarme migrazioni di massa
In fuga dal clima impazzito
I mutamenti climatici stanno già causando spostamenti significativi della popolazione. E nei prossimi decenni metteranno a rischio intere comunità con ripercussioni globali

di ALESSIA MANFREDI

UNA MAREA umana in fuga da siccità, inondazioni, mari che si innalzano fino a mangiare la terra, e da altri fenomeni figli dei mutamenti del clima. Migrazioni di massa, alla ricerca di una vita migliore o, più semplicemente, di un modo per rimanere vivi, che si verificheranno su larghissima scala nei prossimi decenni, coinvolgendo decine di milioni di persone: qualcosa di mai visto prima, per ampiezza ed estensione. E’ lo scenario tratteggiato da un nuovo rapporto presentato oggi a Bonn a margine dei negoziati per un nuovo accordo contro il riscaldamento globale, curato dal Center for International Earth Science Information Network della Columbia University, di New York, dalla United Nations University e da Care International. Che non azzarda cifre precise – anche se altri studi hanno indicato fra i 25 ed i 50 milioni di potenziali sfollati e profughi entro il 2010 e 700 milioni entro il 2050, mentre l’Organizzazione internazionale dei migranti si tiene su una cifra mediana, di 250 milioni nel 2050 – ma sottolinea quanto il clima giochi e giocherà sempre di più un ruolo chiave in questo fenomeno, a fianco di altri elementi come l’instabilità politica ed economica, e la distruzione da parte dell’uomo di specifici ecosistemi oltre allo sfruttamento eccessivo dei terreni per l’agricoltura.

Pensare che riguardi solo i paesi più poveri è un’illusione: le ripercussioni, scrivono i ricercatori nel rapporto “In search of shelter, mapping the effects of climate change on human migration and displacement”, si faranno sentire per tutti, su scala globale. Perché “il clima è il contenitore nel quale ognuno di noi vive quotidianamente la propria vita”, ricorda Alexander de Sherbinin, coautore dello studio.

Cause – ed effetti – dei “profughi del clima” sono a tutto campo. E vanno dalla distruzione delle economie basate su ecosistemi di sussistenza specifici come la pastorizia, agricoltura e pesca, fattore dominante nelle migrazioni forzate, all’aumento per frequenza ed intensità di calamità naturali come cicloni, inondazioni e siccità, dovuti al cambiamento del clima. Le piogge in Messico ed America Centrale, ad esempio, nel 2080 caleranno dell’80 per cento. A causa di queste modifiche ambientali, gli allevatori, in alcune parti del Messico così come nel Sahel africano, stanno già oggi lasciando le loro case per spostarsi in zone più accoglienti.

Il livello dei mari, poi, è una minaccia per moltissimi Paesi e città, da Mumbai a Los Angeles, da Rio de Janeiro a New York. L’arrivo di acque salate, insieme ad inondazioni ed erosioni, rischia di distruggere l’agricoltura nei popolati delta del Mekong, del Nilo o del Gange. Con danni inimmaginabili: un innalzamento del livello del mare di due metri – ampiamente previsto in diverse proiezioni per questo secolo – inonderebbe quasi la metà dei 3 milioni di ettari di terreni coltivati del Mekong. E isole del Pacifico stanno già considerando un esodo di massa della popolazione: è il caso ormai famoso delle Maldive.

Non solo: lo scioglimento dei ghiacciai alpini nell’Himalaya porterà la devastazione in diverse terre coltivate in Asia, aumentando le inondazioni e riducendo drasticamente le riserve di acqua a lungo termine. Un dato drammatico se si pensa che i bacini del Gange, del Brahmaputra, dell’Irawaddy, dello Yangtzee e del Fiume Giallo danno sostentamento a 1,4 miliardi di persone.

La maggior parte dei migranti, probabilmente rimarrà all’interno dei confini del proprio stato, rileva il rapporto, o si trasferirà nei Paesi confinanti, ma questo non sarà possibile in tutti i casi. Se i conflitti interni si esaspereranno, le conseguenze arriveranno lontano, fino ad interessare anche i Paesi più ricchi. Uno scenario sorprendente e molto serio, avverte Charles Ehrhart, coordinatore dei mutamenti climatici per l’organizzazione internazionale CARE, in cui le società colpite maggiormente dai cambiamenti ambientali potrebbero trovarsi invischiate “in una spirale negativa di degrado ecologico, che le trascina in basso, dove non esistono più reti di sicurezza sociali, mentre violenza e tensioni aumentano”.

Per questo, raccomandano i ricercatori, è vitale che i Paesi raggiungano un accordo per il taglio delle emissioni di gas serra all’incontro sul clima delle Nazioni Unite che si terrà a dicembre. Anche se il processo negativo è già innescato e le conseguenze rischiano di essere inevitabili. “I cambiamenti del clima stanno avvenendo con velocità ed intensità maggiori rispetto alle previsioni precedenti” si legge nelle conclusioni del rapporto. “I livelli di sicurezza per i gas serra atmosferici potrebbero essere molto inferiori rispetto a quanto non si pensasse prima e allo stesso tempo le emissioni di CO2 aumentano ad un tasso sempre più elevato”. Con ripercussioni senza precedenti per la popolazione: “Le migrazioni vanno riconosciute come un elemento importante dell’adattamento” ai mutamenti climatici, sottolinea ancora Ehrhart.

Prioritari, quindi, raccomandano gli esperti, sono gli investimenti per i Paesi più a rischio, ed un approccio della comunità internazionale pratico, con accorgimenti come lo sviluppo di tecniche di irrigazione che sfruttino una minore quantità di acqua, e la preparazione di sistemi specifici per affrontare meglio i disastri naturali. I Paesi devono inoltre trovare un accordo su come trovare una sistemazione per le popolazioni che abitano pianure a rischio. E occorre migliorare il sistema delle rimesse degli emigrati per i familiari che rimangono nelle regioni più vulnerabili.

°°° Tutto questo cataclisma epocale arriva proprio mentre, per stupidi e volgari FINI ELETTORALISTICI, quell’idiota del mafionano si scaglia contro gli immigrati di Milano. “Milano sembra Africa”… Se volete cercare la statura di questo “statista”, amici, dovrete scendere nelle fogne più sotterranee.

afp_15955319_34160

MA CHE MINCHIA DI MONDO E’?

mondo


°°° Ma dove cazzo sono capitato?

aquarium-of-the-exotic-aquatic

Condividi
  • Facebook
  • Digg
  • Google Bookmarks
  • Live
  • YahooMyWeb
  • LinkedIn
  • StumbleUpon
  • Twitter