Ricevo e pubblico

CIAO LUCIO TI PASSO QUESTA E-MAIL, HO PENSATO TI POSSA INTERESSARE, ALMENO PER FARLA GIRARE, L’ARGOMENTO É IMPORTANTE E CI PUÓ INTERESSRE TUTTI DA MOLTO VICINO, CIAO A PRESTO -BAROLE-

Innanzitutto volevo ringraziarti di cuore per aver contribuito alla raccolta delle firme on-line della nostra petizione “Non abbiamo bisogno del nucleare”.
Anche grazie a te abbiamo abbondantemente superato quota 30.000 firme!

Ti scrivo per invitarti a seguire un appuntamento legato alla nostra petizione: mercoledì 24 giugno alle ore 21.30 in diretta da Torino sulla web tv di Per il Bene Comune (www.livestream.com/perilbenecomune) Monia Benini intervisterà il prof. Luigi Sertorio. Ecofisico, formatosi con Amaldi, Sertorio è stato per lungo tempo a Los Alamos negli Stati Uniti, ha approfondito gli studi del reattore francese di ultima generazione (Superphoenix) e ha lavorato per tre anni per la NATO. Durante l’iniziativa (che attraverso la chat potrà essere interattiva), il Professore spiegherà le ragioni per le quali è possibile parlare di inganno nucleare per l’Italia.

Per dare ancora più forza alla nostra voce vogliamo accompagnare queste firme virtuali con altrettante decine di migliaia di firme cartacee. Per questo abbiamo bisogno dell’aiuto di tutti.
Per le strade di tutta Italia abbiamo organizzato e continuiamo ad organizzare banchetti per la raccolta delle firme. Se vuoi puoi aiutarci scendendo per strada insieme a noi o facendo firmare parenti, amici e conoscenti.
Scrivimi a questo indirizzo e ti farò sapere se sono previsti punti di raccolta nella tua zona.
Puoi scaricare i moduli per le firme sulla pagina del nostro sito, dove hai aderito alla petizione:
http://www.perilbenecomune.org/index.php?mod=petition
I moduli firmati vanno inviati alla sede centrale del movimento:

Per il Bene Comune
P.le della Stazione, 15
44100 – Ferrara (FE)

A presto

Sergio Mazzanti
postmaster Per il Bene Comune

berlusconiappalti1

accordo-sul-nucleare

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Tema di terza media (reale)

“Un argomento a scelta descritto con non piu’ di cento parole”.
Svolgimento di Sergio Zuddas di Quartu Sant’Elena: “Ieri mia madre e’ tornata a casa con un vestito nuovo (le altre 89 parole le ha dette mio padre)”.

tema

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Da Severgnini

Una sceneggiatura che ricorda
le avventure di Topolinia

Topolanek nudo! Sembra un allarme lanciato da Superpippo, è invece è l’argomento di cui discutiamo in Italia. Oggi è la Festa delle Repubblica: se qualcuno avesse dubbi che la nostra democrazia sta assumendo contorni fumettistici, legga i giornali. Che bisogno abbiamo dei Tremonti Bonds, per aiutare la finanze nazionali? Vendiamo i diritti alla Disney.

La nostra discesa verso gli inferi del ridicolo passa anche da vicende improbabili e nomi impeccabili. Mirek Topolánek, anni 53. Capo del governo a Praga fino al marzo scorso, è separato dalla moglie Pavla Topolánková; ha due figlie, due figli e due nipoti. I suoi idoli sono Churchill, Thatcher e Aznar. Le sue letture Steinbeck, Hemingway e Kundera. I suoi passatempi — informa Wikipedia — includono tennis, golf e guida nei rally. Di naturismo non si parla. Di ragazze neanche.

Villa Certosa sta assumendo, nella fantasie nazionali, tratti leggendari. Gli amici del protagonista, cercando di minimizzare, contribuiscono ad arricchire la sceneggiatura. Marcello Dell’Utri: «C’è la gelateria. Tu vai lì, e ti servono tutto il gelato che vuoi. Gratis. Se ci pensa, è una trovata molto divertente». Flavio Briatore: «C’è il gioco del vulcano. Si chiacchiera del più e del meno e quando il gruppo si avvicina al laghetto, (Berlusconi) finge di preoccuparsi, dicendo che la Sardegna è una zona vulcanica. E a quel punto si sente un’esplosione pazzesca, ci sono effetti tipo fiamme…». Sandro Bondi, cercando di spiegare il Topolanek desnudo: «Mah… D’altra parte consideri che la villa è a pochi metri dal mare. Una mare, come lei saprà, di una bellezza assoluta».

Per descrivere le festicciole del Capo hanno tirato in ballo di tutto: da Boccaccio a Fellini a Umberto Smaila. Inesatto. Nessuna Rimini notturna né campagna toscana, niente «Colpo Grosso» o Sodoma Gomorra all’italiana. Villa Certosa è Topolinia (qualcuno lo spieghi al «Times» di Londra). Una città incredibile dove la Banda Bassotti tira tardi in compagnia del commissario Basettoni, Pluto veglia tra i ginepri e Macchia Nera guarda Minnie che si fa la doccia.

In attesa di sapere se il prodotto è adatto ai bambini, diciamo questo: era da tempo che la politica italiana non produceva una trama altrettanto fantasiosa. La satiriasi del potere è un fatto storico: imperatori e satrapi, dittatori e autocrati hanno sempre amato riempire le feste di attrazioni e ragazze. In democrazia la cosa è più complicata, ma la cinica elasticità italiana consentirebbe di raccontare molto, se non proprio tutto. L’ultimo scoglio è la coerenza ufficiale: i politici, anche i più spregiudicati, non sono ancora pronti ad ammettere quello che fanno, temendo che qualcuno lo confronti con quello che dicono.

Durerà poco: l’ipocrisia, nei fumetti, non serve. Ps L’ex primo ministro ceco Mirek Topolanek il 29 maggio ha risposto alle critiche di Silvio Berlusconi il quale, durante l’assemblea di Confesercenti, aveva parlato delle debolezze dell’Europa e della poca autorevolezza della presidenza ceca di turno: «Silvio, amico mio, chiudi la bocca!». Invito accolto, pare.

Beppe Severgnini

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Altro che veline!

Lei: ad ognuno il 20 per cento. Ma così Marina e Piersilvio finiscono in minoranza. I più giovani vogliono avere posti di responsabilità nelle aziende
Otto miliardi tra Silvio e Veronica
la lite di Arcore sull’eredità dei figli
di ETTORE LIVINI

Otto miliardi tra Silvio e Veronica la lite di Arcore sull’eredità dei figli

Silvio Berlusconi e Veronica
MILANO – Va bene la polemica sulle veline in lista alle europee. Ok le questioni di principio sul “potere senza pudore”. Dietro le quinte della telenovela di Arcore però – dove gli scontri Veronica-Silvio si alternano ai sorridenti ritratti di famiglia (allargata) sui giornali di casa – c’è anche una piccola questioncina da 8 miliardi, ville escluse: la divisione dell’impero del presidente del Consiglio.

L’argomento, per ovvie questioni di delicatezza, non è mai stato esplicitato da nessuno. Da anni però i più fidi consiglieri del premier, da Bruno Ermolli a Ubaldo Livolsi, sono al lavoro con il bilancino per trovare un punto di equilibrio – emotivo, manageriale e finanziario – tra le due “anime” (che non si sono mai troppo amate) di casa Berlusconi: Marina e Piersilvio, figli di primo letto del matrimonio con Carla dall’Oglio, da una parte; Barbara, Eleonora e Luigi, nati dalle nozze con Veronica Lario, dall’altra. E la quadratura del cerchio, ad oggi non è ancora stata trovata.

Le certezze sono solo due. La prima – evidente a tutti – è che la posta in palio è altissima: nelle disponibilità del Cavaliere, oltre alle ville sparse per il mondo, ci sono 3 miliardi di euro in azioni Mediaset, Mondadori e Mediolanum, 4 tra liquidità e riserve in Fininvest e qualche spicciolo – 752 milioni – parcheggiato nelle holding personali. La seconda certezza è che qualunque cosa succeda nessuno finirà sul lastrico. Una prima fettina del tesoro di famiglia, infatti, è stata già distribuita nel 2005 quando Berlusconi, per questioni di equità, ha aperto il capitale Fininvest ai tre figli di Veronica che sono andati ad affiancare nell’azionariato del Biscione Marina e Piersilvio con una quota del 7% a testa. Tutti così, un dividendo dopo l’altro, sono già riusciti a mettere da parte un piccolo tesoretto personale: Barbara e i fratelli hanno accumulato 315 milioni di disponibilità liquide. Marina ne ha in cassa un’ottantina. Piersilvio, più parsimonioso, ha sul conto in banca più o meno 200 milioni.

Il problema è cosa succederà ora. I soldi, va detto, non sono tutto. Anche se sulla spartizione dell’impero berlusconiano Silvio – che vuol dividerlo a metà: il 50% a Marina e Piersilvio e il 50% agli altri – e Veronica – che spinge per distribuire il 20% a testa, regalando il controllo ai propri figli – hanno idee diverse e poco conciliabili. La vera bomba ad orologeria che spiega forse il nervosismo di questi mesi è però un’altra: i piccoli Berlusconi crescono. I 18 anni li hanno passati da parecchio (senza il padre alla festa di compleanno, ha fatto sapere Veronica). E più che denaro si preparano a chiedere un posto nelle aziende di famiglia.

Su questo fronte la situazione è un po’ più complessa. Marina in Mondadori e Piersilvio in Mediaset – dopo essersi fatti le ossa sotto le ali di Maurizio Costa e Fedele Confalonieri – sono oggi in pratica i capi delle due società. Difficile insomma trovare un posto al sole per altri. Non solo. Nelle loro rare esternazioni pubbliche, i tre fratelli minori hanno dimostrato, in merito, di aver già le idee chiare. E non sempre si tratta di concetti in linea con lo status quo di Arcore. “Fosse stato per noi, avremmo venduto da tempo le tv di casa a Murdoch”, hanno dichiarato nel 2004 Barbara (24 anni e autocandidata a un posto in Mondadori) ed Eleonora (22). Il ventenne Luigi, che pareva volersi occupare solo di Milan e fede (“ogni volta che lo cerco al telefono mi dicono di richiamare perché sta pregando”, ha raccontato qualche anno fa il premier), ha iniziato a camminare con le sue gambe: studia alla Bocconi, gestisce i soldi delle sorelle, è entrato nel cda Mediolanum e – “per una questione di responsabilità”, ha spiegato – ha già fatto sapere di voler lavorare nel gruppo.

Non solo: il suo primo investimento autonomo (5 milioni) l’ha fatto in un fondo della Sator di Matteo Arpe, l’ex ad di Capitalia uscito dalla banca romana dopo uno scontro al calor bianco con Cesare Geronzi. Peccato che il 73enne presidente di Mediobanca sia il banchiere di fiducia del padre e il regista dell’ingresso di Fininvest in Piazzetta Cuccia, il salotto buono da cui il premier può monitorare con discrezione dossier caldissimi come Rcs-Corriere della Sera, Telecom e Generali.

Mettere assieme tutti questi tasselli per i consiglieri del Cavaliere non sarà semplicissimo. Veronica, che con la sua Finanziaria Il Poggio controlla immobili a Milano, Bologna, Olbia, Londra e New York, pare sistemata. La differenza d’età tra i due figli maggiori e i tre minori, in teoria, potrebbe consentire di trovare spazio per tutti. In fondo quando Barbara avrà l’età che ha oggi Marina (42 anni), la sorella maggiore sarà una splendida sessantenne che a quel punto, forse, potrebbe lasciarle senza troppi rancori il timone della Mondadori.

Il presidente del Consiglio, scosso dalle fibrillazioni familiari di questi giorni, ci conta, nella speranza che alla fine tutti i pezzi del puzzle vadano a posto senza troppi drammi. Intanto, visto il gelo a Macherio, ha iniziato a mettere qualcosa da parte anche per sè. E a gennaio, alla faccia della crisi e dei guai dinastici, si è regalato dividendi per 169 milioni.


°°° Ecco cosa c’è dietro le fibrillazioni in casa di Al Cafone: soldi, soldi, soldi e solamente SOLDI!
Soldi facili, fatti senza lavorare. Soldi sporchissimi, dato che solo sedici anni fa – ricordiamolo – burlesquoni stava finendo in galera per fallimento, debiti e bancarotta.

banca

gdf

ladro

ber-mafioso

b-manette

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