Buonanotte a voi e al secchio

E’ STATO BELLO

di Marco Travaglio

Non entrerò mai in politica. Scendo in campo. Il Paese che amo. Per un nuovo miracolo italiano. L’Italia come il Milan. Basta ladri di Stato. La rivoluzione liberale.

Il Polo delle Libertà. Il decreto Biondi. Vendo le mie tv. Golpe giudiziario. Giuro sulla testa dei miei figli. Lasciatemi lavorare. Sono l’unto del Signore. Ribaltone. Scalfaro è comunista. Con Bossi mai più nemmeno un caffè. Mai detto che sono l’Unto del Signore. Dini è comunista. Il popolo è con me. Prodi utile idiota dei comunisti. Visco Dracula. Toghe rosse. D’Alema è comunista. L’amico Massimo. La Costituzione è comunista. La grande riforma della Costituzione.

La Casa delle Libertà. Il premier non ha poteri. La grande riforma della giustizia. L’amico Vladimir. L’amico George. L’amico Muammar. Gheddafi leader di libertà. Nessun condono. Concordato fiscale. Scudo fiscale. Condono fiscale ed edilizio. Letta è una benedizione di Dio. Romolo e Remolo.

All Iberian mai sentita. Mills mai conosciuto. La proporrò per il ruolo di kapò. Turisti della democrazia. L’Islam civiltà inferiore. Meno tasse per tutti. Tutta colpa dell’euro. La mafia, poche centinaia di persone. Grandi opere. Sono stato frainteso. Tutta colpa delle torri gemelle. Lei è meglio di Cacciari, le presenterò mia moglie.

Il circuito mediatico-giudiziario. Fede è un quasi eroe. L’amico Bossi. Uso criminoso della televisione pagata con i soldi di tutti. L’amico Pollari. Le rogatorie. La Piovra rovina l’Italia all’estero. L’amico Pompa. Il falso in bilancio. Mangano si comportava bene, prendeva la comunione nella cappella di Arcore. La legge Cirami. Dell’Utri è perseguitato. Legittimo sospetto. Previti è perseguitato. Il lodo Maccanico. Il Ponte sullo Stretto. Il lodo Schifani. Tutti sono uguali di fronte alla legge, ma io sono un po’ più uguale degli altri.

Ciampi è comunista. Il decreto salva-Rete 4. I poteri forti. La legge Gasparri. L’Economist è comunista. Che ne direbbe di una ciulatina? I direttori dei giornali devono cambiare mestiere. Bertolaso uomo della Provvidenza. La legge Cirielli. Mussolini non ha mai ammazzato nessuno, anzi mandava la gente in vacanza al confino. Sempre stato assolto. La stampa estera copia da Unità e Repubblica. Napolitano è comunista.

Giustizia a orologeria. L’amico Minzo. I giudici sono matti, antropologicamente diversi dal resto della razza umana. Telekom Serbia è tutta una tangente. I brogli di Prodi. La commissione Mitrokhin. La giusta amnistia. I comunisti cinesi bollivano i bambini per farne concime. Farò sparire la spazzatura da Napoli in tre giorni. Ho 109 processi. Sarkozy ha imparato da me. Chi scrive di mafia lo strangolerei con le mie mani.

Il Popolo delle Libertà. Obama abbronzato. Il miracolo della ricostruzione dell’Aquila. Evadere è un diritto naturale che è nel cuore degli uomini. Ai giudici noi insidiamo le mogli, siamo dei tombeur de femmes. Il Family Day. Che fate, ragazze, mi toccate il culo? Mille giudici si occupano di me. Agostino, trova una parte ad Antonella: è impazzita, racconta cose in giro. Lodo Alfano. La Consulta è comunista. Legittimo impedimento. Partito dell’Amore e sinistra dell’odio. Il padre di Noemi autista di Craxi. Prescrizione breve.

Mai frequentato minorenni. Le mani nelle tasche degli italiani. La signora Lario mente. Processo breve. Vedi, Patrizia, tu devi toccarti. La privacy. Processo lungo. Candido Lampedusa al Nobel per la Pace. Caro dottor Fede, cioè volevo dire Vespa. Ruby nipote di Mubarak. Non chiamo Gheddafi per non disturbarlo. La legge anticorruzione. La mia fidanzatina. Siamo tutti intercettati. Solo cene eleganti. Riformare le intercettazioni. Pagavo Ruby perchè non si prostituisse.

La rapina Mondadori. L’amico Lavitola. Me ne vado da questo Paese di merda. Il miglior premier degli ultimi 150 anni. Culona inchiavabile. L’amico Gianpi. Faccio il premier a tempo perso. La maggioranza è coesa. Ho i numeri alla Camera. Traditori. Mi dimetto. Sic transit gloria immundi.

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I fascisti ignoranti del pdl “decidono” che i libri di testo sono COMUNISTI!

Pdl: inchiesta su libri di testo “comunisti”
Gelmini: “Il problema esiste”

Prima firmataria Gabriella Carlucci: “Gettano fango su Berlusconi, si crei una commissione”. Il ministro: valuteremo la proposta. Il Pd: “Parlano di libertà e non sopportano la libertà e l’autonomia d’insegnamento sancita dalla Costituzione”. L’Unione degli studenti: “Censura di stampo fascista”

Pdl: inchiesta su libri di testo "comunisti" Gelmini: "Il problema esiste" Gabriella Carlucci

ROMA – Il Pdl critica i testi scolastici, specie quelli di storia, colpevoli di “gettare fango su Berlusconi” e chiede quindi una commissione d’inchiesta. Proposta non peregrina secondo il ministro della Pubblica Istruzione che ritiene che il problema sia reale. Sono 19 i deputati del Pdl, guidati da Gabriella Carlucci, secondo cui nei libri vi sarebbero frasi da

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Stralcio dal mio libro:Come vivere felici…” che potrete ordinare anche qui a destra…

Io c’ero…

Oggi si festeggia una ricorrenza che mi ha visto ancora una volta testimone. A quel tempo, eravamo considerati degli straccioni (ancora non si usavano le parole: capelloni, beatniks, hyppies, figli dei fiori, teppisti dei centri sociali, comunisti…) e sia Erode che i romani non ci vedevano di buon occhio. Se è per questo, non ci amavano molto nemmeno Caifa e i farisei. Ho vissuto questa storia dall’inizio e tutti i miei amici dell’epoca possono ben testimoniarlo: Arcisilvio Berlusconi, Umilio Fido, Bill Gates, Nelson Rockfeller, Gianni Minà, Sergio Bruni, Maria Rosaria Omaggio, il vecchio Bloomberg, Giuliano dei Notturni, Alessandro Macis e Donald Trump… che era un po’ come il Gasparri di oggi: ottuso e balordo. I ricordi sono confusi, ma delle immagini chiarissime mi si affacciano alla mente. Come quei due hyppies, Giuseppe e Maria, che avevano noleggiato una guida di nome Bertoladro rivelatosi presto un asino, che però si era rubato anche un asino abruzzese e lo aveva spartito con la sua cricca. L’avevano conosciuto al Bar Abba e si erano fatti portare fino a Betlemme (emme minuscola). Ricordo anche il clamore che fecero i due al loro arrivo: Maria infatti era stata la prima donna a ricorrere alla fecondazione artificiale e all’epoca non era roba da poco: anche se non esistevano ancora la Cei, Cl, e la mafia vaticana. Tutte le carovane e tutti i bivacchi parlavano di questa bella ragazza e del suo vecchio marito che non sapeva usare il bastone pastorale. Ne parlavano anche molte visioni, giacché le televisioni ancora non erano state inventate. Ricordo la grotta dove si erano rifugiati per permettere a Maria di sgravare al riparo dal gelo e dalla neve. Vennero addirittura dei re a rendere omaggio al primo neonato in provetta.

Rappresentava quasi un miracolo, a quel tempo. E vennero Melchiorre, Baldassarre, e un antico progenitore di Maurizio Gasparri, un certo Gaspare. Questi era invero ritardato o forse rincoglionito dalle sostanze che inspirava e inciampò subito all’entrata della grotta, facendo un volo disarticolato e andandosi a schiantare con il mento contro i legni che formavano una rudimentale mangiatoia, dove era stato riposto il bambino.

Oh, Cristo!” strillò Gaspare.

Bel nome, lo daremo al pupo!” fu il commento di Maria.

Oh, sì… ricordo che quello fu un fecondissimo periodo di grandi cambiamenti e nel quale videro la luce molti caposcuola di oggi. C’era un asino, vicino alla mangiatoia, e oggi basterebbe fare un giretto nei palazzi italiani del potere e tra i sindaci e gli assessori, per vedere quanto folta sia la sua discendenza. E c’era un bue, che oggi è diventato addirittura un popolo! E vota compatto a destra. Noi eravamo molto presi dalle occupazioni alternative, tipo comporre salmi e andare a scrocco a tutti i matrimoni e ai party esclusivi della Galilea bene e della Roma piaciona, e perdemmo di vista il piccolo Gesù. Lo incontrammo, con Alessandro Dumas padre, circa vent’anni dopo e lo portammo a puttane con noi. Fu una vera tragedia. Gesù infatti stava frequentando dei corsi di magia col mio amico Tony Binarelli (già allora molto vecchio, anche se chiamava nonno Arcisilvio) e ne combinava di tutti i colori. A fin di bene, naturalmente. Lui era un normalissimo perdigiorno, come noi, che scorrazzava in lungo e in largo con la sua band “gli Apostoli”, ma al tempo non aveva ancora avuto successo. I discografici erano ancora da venire e Lele Moric batteva nei cessi di Giabub.

Oggi, in pratica, Gesù è quasi come Elvis, ma allora non godeva di grande popolarità. E quindi, dicevo, faceva i suoi trucchi alle sagre paesane o nei mercati: trasformava l’acqua in vino, faceva uscire pani e pesci dal suo cilindro (che allora si chiamava turbante o safa oppure pagrì, ma anche turra, shamla, lahariya o falguniya. Ecc.)

MA QUESTO NELLE INDIE.

Un pomeriggio, ci trovammo in gruppo a spisciazzare copiosamente il vino acidulo che avevamo bevuto a un matrimonio fuori porta, in un boschetto dalle parti del Getsemani, dove l’attrazione era appunto Gesù, e ce lo portammo con noi a una casa di piacere. C’era un nuovo arrivo ed eravamo curiosi di testare di persona le grazie di questa Maria Maddalena: una francesina che proveniva dalla lontana Europa e che – si diceva – aveva imparato degli sfiziosi giochini al Crazy Horse.

Godetti io per primo della fatalona, poi toccò a Giuseppe d’Arimatea, quindi al vecchio Hank Bukowski, poi a Piersandro Bondi (che venne cacciato a suon di corno e fischi, anche dai profilattici di budello di montone) e infine lasciammo solo Gesù, che doveva essere svezzato. Stavamo bellamente sciacquettandoci i coglioni nell’abbeveratoio della piazza, quando fummo raggiunti dalle urla, dagli insulti, e dagli improperi della giovane prostituta. Ma non ce l’aveva con noi: uscì in strada inseguendo uno smarrito Gesù e inveendo contro di lui.

Cos’era successo?

In pratica, quello sciagurato, che non aveva mai visto una gnocca in vita sua, l’aveva presa per una ferita e l’aveva “guarita”!!! Sì, amici… con qualcuno dei suoi trucchi gliel’aveva cicatrizzata, chiusa, sigillata! Fuggimmo tutti a gambe levate, ognuno per una direzione diversa. I magnaccia erano personcine da evitare assolutamente: allora ti massacravano ancora coi pugnali, mica con le banche o con le leggi ad personam, come fanno oggi!

Rividi Gesù in circostanze davvero critiche: trascinava una pesantissima croce per la strada che porta al Golgota. Poverino, forse aveva davvero esagerato coi suoi giochetti magici e qualcuno si era fortemente risentito. Aveva una corona di spine e del sangue gli irrorava il volto. Il peso era insopportabile e sia io che l’incredibile Hulk cercammo di aiutarlo a sopportare il fardello, ma la folla e i soldati non ci lasciavano avvicinare. Cadde tre volte, povero Cristo. E ogni volta sbucava un cretino dalle retrovie, un certo Borghezio da Padania, che lo massacrava di nerbate, con un ramo sottile ma nodoso di olivastro.

Botte da orbi, finché un centurione compassionevole non lo allontanava di forza.

Al terzo assalto, questo energumeno si difese dicendo che credeva che stessero girando un kolossal, tipo I dieci comandamenti o Capri e che “lui sapeva la sceneggiatura a memoria

A ogni caduta, disse, c’è una “battuta” della Madonna”…

Borghezio, per una volta, non aveva capito una beata mazza.

Lo inchiodarono. Povero Cristo. C’era una bolgia infernale ai piedi del Calvario. Peggio di uno sciopero della Fiom. Era pieno di bancarelle, di ciarlatani e malfattori in cerca di borseggiare qualcuno. Ricordo un piccoletto pelato con l’accento brianzolo che vendeva dei grossi chiodi:

Chiodi Calvario! Chiodi Calvario! I chiodi della libertà! – gridava – I chiodi migliori del mondo, garantiti duemila anni! Chiodi Calvario, i migliori del mondo, non c’è Cristo che tenga. Lo giuro sulla testa dei miei figli, cribbio!

E Gesù languiva sulla croce, mentre un grasso soldato romano, ma originario del Sannio, un certo Mastellum, infieriva sul suo costato con una lancia intinta in aceto e sale.

A notte fonda, quando la folla si era assopita in preda alla stanchezza e ai fumi del pessimo vino di Galilea in brick, Gesù non aveva perso il suo brio né la voglia di scherzare. Con uno dei suoi trucchi alla Houdini, liberò mani e piedi dai chiodi e sgattaiolò dietro un manipolo di soldati. Uno di loro aveva appena vinto una potente moto Honda 500 ai dadi e vi si era accovacciato contro, in preda a Morfeo. Gesù lo spostò delicatamente e, saltato in sella, cominciò a fare cross e impennate come un Valentino Rossi in preda all’euforia. Prontamente, fu inseguito, placcato e preso da mezza coorte incazzata, fu disarcionato e venne fatto oggetto di altre tremende percosse. A nulla valsero le preghiere di sua madre. “Lasciatelo stare – supplicava Maria – è LA SUA PASSIONE…

si riferiva alla moto, naturalmente.

Più tardi ci fu una specie di apocalisse, il cielo venne squassato da tuoni e fulmini e si udirono delle strane voci cavernose.

Si udirono persino le minchiate di La Russa e lo starnazzare della Santanché:

Mi lasci parlare… mi lasci parlare… mi lasci parlare! Non mi interrompa… non mi interrompa… non mi interrompa!”

E un’altra voce invasata che sovrastò stridula tutti gli elementi infuriati:

CAPRA! CAPRA! CAPRA!”

Io e Hank reputammo che era arrivata l’ora di andarcene. Avevamo due biglietti per il match clou del Madison Square Garden e ci mettemmo in cammino.

arma

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