La destra italiota VERGOGNA DEL MONDO! “Vai a farti scopare!”

Insulti leghisti alla deputata del Pd
“Mi hanno urlato vai a farti scopare”

L’episodio incriminato in una pausa dei lavori alla Camera mentre era in discussione il disegno di legge sulle intercettazioni

La Codurelli: «Silvio in aula
raccontava le sue barzellette
io ho protestato, ero indignata
Dai banchi pioggia di parolacce»

ROMA
Sette mesi fa era toccato a Ileana Argentin, oggi è stata Lucia Codurelli a essere bersaglio di offese in aula alla Camera. E come allora sotto accusa è la Lega. Tutto accade in una pausa dei lavori mentre è in discussione il disegno di legge sulle intercettazioni. Il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi è in aula e attorno a lui c’è un capannello di deputati del Pdl. «Pensavo stesse dando la linea sulle intercettazioni, invece raccontava barzellette», spiega Andrea Sarubbi che minuto per minuto racconta su Twitter quello che vede. Non è

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Lo spin doctor della destra italiota si chiama URGU BURDU. Un primordiale.

A giudicare dalle facce, dai manifesti, dagli slogan, dalle parole in libertà e dalle azioni, è facile capire che Salvia Burlesquoni e Dagoberto Bosshitler hanno assunto un esperto in comunicazione direttamente a Neanderthal. Riposte le loro consuete buone maniere espresse con le calunnie, le falsità, i diti medi, e i rutti, hanno optato per la maniera forte: via con Al Quaeda e gli zingari, con i falsi attentati (ma questa è stantìa, essendo  stata ampiamente usata da almeno 18 anni). Una vecchia carampana stanca per aver fatto due passi a piedi e senza l’autista crolla e si siede in piazza a Milano… ATTENTATO! “E’ STATA COLPITA DA UN MISSILE INTELLIGENTE DI PISAPIA E SI E’ SFRACELLATA AL SUOLO! “

Peccato che anche questa strategia porti alla dissoluzione totale della cosca.

I CITTADINI SI SONO SVEGLIATI!!!

b-merda1

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Roma ladrona. Polverini e Alemagno magnaccioni. Lo sputtanamento della destra italiota.

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1 – LINK AI DOCUMENTI…
http://espresso.repubblica.it/dettaglio/polverini-laffarone-allaventino-i-documenti/2146956

2 – LE FOTO DELL’APPARTAMENTO CON LA TARGHETTA “POLVERINI”…
http://espresso.repubblica.it/multimedia/fotogalleria/28767750

3 – LA FURBETTA DEL QUARTIERINO…
Emiliano Fittipaldi per “L’Espresso

Renata Polverini ci è andata giù pesante. Lo scandalo Affittopoli e delle case di proprietà di enti locali svendute a quattro soldi ai soliti potenti l’ha davvero scandalizzata. «L’era dei privilegi è giunta al capolinea», ha detto in un’intervista pochi giorni fa: «Sono contratti assolutamente fuori dai valori di mercato». Una vera indecenza.

Sotto il fuoco di fila del Popolo della Libertà sono finite le giunte di centrosinistra, da quella di Francesco Rutelli a Walter Veltroni. Accusate di aver girato appartamenti a sindacalisti e politici amici per pochi spicci, per non parlare degli immobili di lusso svenduti a prezzi di favore in aste pubbliche.

L’indignazione del presidente della Regione Lazio ha contagiato anche il suo assessore alla Casa, l’ex fascista Teodoro Buontempo, che ha ordinato di bloccare all’istante la vendita dei gioiellini dell’Ater, l’Azienda territoriale per l’edilizia residenziale pubblica. «Non ci saranno sconti per chi ha violato la legge. Ecco perché ho voluto una commissione straordinaria che faccia chiarezza». Gianni Alemanno s’è subito accodato allo sconcerto generale, varando un’altra commissione ad hoc. Stavolta al Campidoglio: «Non voglio fare né allarmismo né dossieraggio, solo appurare la verità».

Chissà se per far luce sull’Affittopoli romana il sindaco farà un salto anche a via Bramante, nel cuore di San Saba. Uno dei quartieri più belli della capitale, a pochi passi dall’Aventino, dove chi vuole acquistare una casa ai valori correnti può sborsare anche 10 mila euro al metro quadrato. Al numero civico 3 e 5 ci sono i due ingressi di un condominio degli inizi del Novecento, sei palazzine di proprietà dell’Ater con giardinetto interno annesso.

In tutto una novantina di alloggi, destinati per legge a quei cittadini indigenti che non possono permettersi i canoni d’affitto imposti dal mercato. Entrando nel vialetto, nascosto da felci e alberelli, in fondo a sinistra c’è l’edificio B. Scorrendo i cognomi perfino Alemanno strabuzzerebbe gli occhi leggendo sul citofono, accanto al pulsante in alto a destra, “Cavicchioli-Polverini-Berardi”.

Massimo Cavicchioli lui lo conosce bene: è infatti il marito del governatore Polverini. Un uomo schivo, ex sindacalista della Cgil, oggi esperto informatico da sempre lontano dalle luci della ribalta. Berardi è il cognome di sua madre Pierina, morta anni fa. «Un errore, forse un omonimo, non possono essere loro, lei guadagna oltre 10 mila euro al mese», penserebbe il sindaco di Roma passando dal portoncino, dove è attaccato un avviso del Comitato Inquilini Ater San Saba che annuncia l’apertura di un nuovo sportello di zona.

Eppure sulla buca delle lettere al piano terra ci sono anche le iniziali degli inquilini: “Cavicchioli M.-Polverini R.”. Due indizi non fanno una prova. Ma tre? La targhetta accanto alla porta dell’abitazione, al quarto piano, riporta gli stessi cognomi. Una chiacchierata con i vicini fuga altri dubbi: «Mi ricordo della signora Clementina, la nonna del signor Cavicchioli. Lei non c’è più, anche i genitori di lui sono morti, e da sempre vedo entrare solo il figlio e i suoi amici. Quanto si paga qui? Dipende dalla metratura, ma la mia bolletta è di 130 euro al mese».

A “l’Espresso” risulta che nell’appartamento (quattro vani più bagno e cucina) risieda proprio il marito della Polverini. Ma non è tutto: i documenti dell’Anagrafe dimostrano che la governatrice ha vissuto per ben 15 anni nella casa popolare di via Bramante. Per la precisione, dal giorno del matrimonio (celebrato il 21 giugno del 1989) al settembre del 2004. Periodo in cui Renata ha fatto carriera, diventando prima responsabile delle relazioni internazionali e comunitarie dell’Ugl, poi – dal 1999 – vice segretario della Confederazione sindacale di destra.

Non si sa quanto la famiglia Cavicchioli-Polverini guadagnasse al tempo (da leader dell’Ugl Polverini prendeva 3.500 euro al mese; nel 2008, secondo la dichiarazione dei redditi, sfiorava i 140 mila euro annui), ma i maligni sospettano che i due non avessero i requisiti per vivere negli appartamenti dell’ex Istituto autonomo case popolari. «Se il reddito del nucleo familiare supera il limite stabilito, ora fissato a 38 mila euro lordi annui, l’assegnazione decade automaticamente.

Chi ci resta diventa un occupante abusivo non sanabile», ragionano dall’Ater. Forse le entrate dichiarate erano più basse, ma la coppia presidenziale non doveva passarsela male, visto che la Polverini – restando ferma a San Saba – chiedeva mutui e comprava altri immobili. Per centinaia di migliaia di euro.

Già. Il governatore sembra avere una vera passione per il mattone, e grande fiuto per gli affari. Mentre risiedeva nella casa popolare, si dava da fare per acquistare appartamenti a Roma, e non solo.

Andiamo con ordine. Nel marzo del 2001 la Polverini compra un pied-à-terre nel piccolo borgo di Torgiano, tre vani più box in provincia di Perugia. Città a lei cara, visto che sua madre è nata lì. Firma l’atto di compravendita il giorno 21 dal suo notaio di fiducia, da cui torna dopo meno di una settimana per formalizzare l’acquisto di un’altra casa romana, quartiere Monteverde. Cinque stanze, bagni e cucina a due passi da Villa Doria Pamphilj. La casa forse non le piace (in effetti San Saba è molto più trendy), di certo un anno dopo la gira alla madre Giovanna. L’atto di donazione è del 19 marzo 2002.

Dieci giorni dopo, il 28 marzo, un nuovo colpo da maestra: la Polverini compra un altro appartamento, stavolta al Torrino. La zona è semicentrale, vicino all’Eur, ma l’abitazione è molto grande, sette vani più box. Soprattutto, è un immobile ex Inpdap, e il prezzo è da record: come ha scritto Marco Lillo su “Il Fatto”, la Polverini se lo prende sborsando appena 148 mila euro. E’ la cifra chiesta a tutti gli inquilini del palazzo dalla società di cartolarizzazione di Stato (Scip) che vendeva con forti sconti.

Sui documenti dell’Anagrafe consultati da “l’Espresso” risulta però che la Polverini al Torrino non abbia mai avuto residenza: chissà come ha fatto a condurre in porto l’operazione. Anche stavolta l’appartamento non deve essere di suo gusto, tanto che nel 2007 lo vende a prezzo ben più alto (234 mila euro dichiarati) a un suo collega sindacalista, Rolando Vicari dell’Ugl.

Lo slalom tra gli acquisti di Renata non è finito. Perché sette mesi dopo, a dicembre del 2002, quando ancora risiede nella casa Ater, compra dallo Ior una bella casa con nove stanze, due box e tre balconi sull’Aventino. Un posto da sogno, che la Banca Vaticana dà via per 272 mila euro.

Dopo due anni, il 20 settembre del 2004, l’ex leader dell’Ugl si allarga comprando l’appartamento gemello confinante con terzo box annesso. Stavolta dalla Marine Investimenti Sud, una società immobiliare da sempre in affari con la Santa Sede, un tempo partecipata al 90 per cento dalla Finnat di Giampiero Nattino, ma oggi controllata da società off-shore che rimandano fino a Montevideo, in Uruguay.

Renata spende altri 666 mila euro ed è finalmente soddisfatta. Una settimana dopo il rogito dal notaio Giancarlo Mazza (finito sulle cronache dei giornali come recordman dell’evasione nazionale) cambia finalmente la sua residenza e dà l’addio alla casa dell’Ater, a soli 850 metri di distanza, dove lascia la sua residenza il marito Massimo (seppure sulle Pagine Bianche anche lui risulti all’indirizzo della moglie). L’ultimo acquisto sull’Aventino la Polverini lo fa lo scorso agosto, quando compra un quarto box (ma di quanti posti auto ha bisogno la presidente?) nel condominio in cui abita da sola.

Nel palazzo di mattoncini rossi a via Bramante la vita scorre tranquilla. Dei business immobiliari di Renata nessuno sa nulla. Non sanno che per le valutazioni del Cerved su dati dell’Agenzia del Territorio solo la maison può valere 1,8 milioni di euro. «Massimo e Renata sono persone gentilissime», dice un’anziana che s’appresta a portare a spasso il cane. Anche il barista che conosce la coppia da vent’anni ha parole affettuose, e racconta – senza mai esserci andato – delle feste che Renata organizza nella casa dell’Aventino. «Una donna forte e onesta, una che si è fatta da sola», chiosa un altro avventore.

«Ecco lì Cavicchioli, vede, è quello con le buste della spesa», dice un’inquilina del condominio Ater mentre appende i panni fuori dalla finestra. «Scrivete che qui il giardiniere non viene mai, e che le aiuole sono incolte. E soprattutto che a lor signori, quelli che comandano, non venisse mai in mente di aumentarci l’affitto».

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Intercettazioni:le fughe di notizie dalle procure ordinate da Berlusconi per arrivare a questo

Ci credereste, amici? E’ stato provato già a suo tempo (’94) e qualcuno ha pagato, altri pagheranno. Le millantate fughe di verbali, pubblicati poi sui giornali, sono state largamente organizzate e volute dal Mafiolo in persona. Per cosa? Ma per poter strillare deliranti accuse contro i magistrati onesti, naturalmente. Il fine ultimo era un bavaglio per giornalisti liberi e magistrati  ONESTI! Gli altri,in buona parte, si sono fatti corrompere da lui e dalla sua cosca. Basti vedere le composizioni dell’Alta Corte, della cassazione e giù giù fino a PM complici  e a giudici  volutamente ciechi (Procura di Roma su tutte). Un lavoro ai fianchi lento, continuo, asfissiante. Agevolato dell’imbecillità e dagli inciuci del csx.  Ora vedo sul canale del senato, un certo benedetti valentini: uno dei tanti pappagallini destronzi senza dignità né pudore, che spara le solite minchiate su giudici e giornalisti…omettendo di dire che gli unici reati di diffamazione a mezzo stampa  li hanno sempre e soltanto commessi i giornalacci  e le pseudo tv-megafono del suo padrone e per questo sono stati ampiamente condannati.

Non a caso la destra italiota e berlusconi in primis vengono schifati da tutto il mondo civile. Sono semplicemente DISGUSTOSI!

b.manette

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