ALTRE FIGURE ALL’ESTERO

SPAGNA
«Battute continue su di noi. Non ne posso più»
di Natalia Rodríguez

Troppo simili per essere diversi, troppo diversi per essere simili. Questa è il paradosso del rapporto fra gli spagnoli e gli italiani. A Barcellona, come in il resto del paese oggi, si parla di calcio, della crisi e di Berlusconi. Con il caffè in mano i “tertulianos”-quelli abituati a spendere un po’ del loro tempo a pontificare su tutto e niente nel bar- fanno l’analisi della situazione. Gianluca nel caffè di Piazza del Diamant. Questo è uno dei centri neuvlagici del Barri de Gracia, nel centro di Barcellona. Gianluca è musicista, 30 Anni, da qualque tempo risiede a Barcellona. «Non ho voglia di tornare in Italia, il mio paese è diventato un reality show continuo». Il barman conosce Gianluca da anni è lo saluta in catalano: «Arriba Berlusconi!», il resto dei “tertulianos” mostra un sorriso ironico che a Gianluca da fastidio. «Sempre Berlusconi…ogni giorno una storia differente per farci sentire male. I miei amici hanno smesso di parlarmi, ma qui, ogni mattino, devo ascoltare battute…è la mia punizione per essere italiano». Gianluca, paga il caffè mentre il resto continua a parlare di Berlusconi.
Stefano è consulente ed abita a Barcellona dal 1991. «Senti, io credo che Berlusconi è diventato un topos italiano come la mafia», mi dice al telefono. «Quando dico che sono italiano queste sono le due prime referenze che vengono in mente alle persone che non mi conoscono. Ma fortunatamente l’immagine della Italia è composta da molti altri input». Stefano non crede che l’immagine della Italia è rovinata da Berlusconi. «Berlusconi è stato eletto da milioni di italiani, e non credo che gli italiani siamo stupidi. Io non voterei mai questo uomo, ma la democrazia è cosí. E noi, italiani, siamo cosí, forse».
Certo è che un fiore non fa la primavera, ed un uomo non fa un paese. Berlusconi non è l’Italia, ma la tendenza al riduzionismo fa che sia più facile sbagliare mentre uno fa il caffè al mattino.

USA

«Mi chiedono perché non reagiamo»

di Susanna Turco

«L’effetto Berlusconi all’estero? Dico solo che ormai chiamano “papi” anche me. A New York, come a Londra». Carlo Segni, trader alla Banca Mondiale di Washington, 41 anni, da 15 negli Stati Uniti, spinta a tornare in Italia scarsina, ma soprattutto – quando capita l’argomento – decisamente poco incline a parlare delle avventure del governo e del suo premier con amici, colleghi e conoscenti non italiani. «Mi sento molto in imbarazzo, un imbarazzo al limite della vergogna», spiega. «È una continua presa in giro, uno scherzare su quello che è visto come un uomo ridicolo, un joker internazionale. In generale diamo l’impressione di un Paese in discesa, dal sistema non credibile. E la cosa più sconvolgente è che la caratterizzazione di Berlusconi come personaggio grottesco è arrivata fino al governatore della Banca centrale del Kirghizistan. Anche lui ne parla così». Veline, certo, ma non solo. «Dopo quel che è successo sul fronte della sicurezza e dell’immigrazione negli Stati Uniti ci danno degli xenofobi, dei razzisti. D’altra parte, se la critica arriva da un organismo internazionale come l’Onu, non c’è spiegazione di primo ministro che tenga: il messaggio che passa all’estero è quello». Particolarmente penoso il capitolo delle domande. «Mi chiedono per esempio come fa a non apparirci medievale il no all’Italia multietnica. Oppure, più spesso, domandano come facciano gli italiani a votare ancora il Cavaliere. Rispondo che evidentemente l’Italia vuole le veline. Ma ancora peggio è quando vogliono sapere come mai, nonostante i dati sul debito, o i casi come quello di Alitalia, che non si reagisca. Abbozzo dei ragionamenti, la verità è che non riesco a capirlo neanch’io».

GB

«Ma è la figlia o l’amante?»
di Stefano Jossa, docente

Da italiano un po’ esule un po’ emigrato un po’ felicemente espatriato non è facile dover rispondere tutti i giorni alla domanda di amici sornioni e sorridenti: «Ma è l’amante o la figlia?». Il riferimento è chiaro, ma a volte si vorrebbe parlare di politica. Forse per un inglese, con un italiano, non si può. Un misto di disprezzo e d’invidia accompagna ogni discorso su Berlusconi. Per la patria della democrazia delle regole il premier italiano è un insulto alla politica intesa come lavoro per il bene comune, ma è anche un uomo che è riuscito a fare della vita privata uno strumento di successo sulla scena pubblica. «Saucy Silvio asked me for a fondle», titolava il 7 maggio il popolare Metro, distribuito in tutte le stazioni di Londra: «L’impertinente Silvio mi ha chiesto una carezza». Si raccontava la storia di un Silvio in cerca di coccole, cuddle, nello stesso momento in cui si trovava a fronteggiare l’emergenza-terremoto. Ma quello che The Times non gli perdona è l’uso spregiudicato dei media. «Mr Berlusconi has used his control of Italian media to fight back», Berlusconi ha usato il suo potere mediatico per controbattere a Repubblica. Non più simpatico, quindi, ma ormai socialmente e politicamente «pericoloso». Come scriveva l’altro giorno The Guardian, il quotidiano più a sinistra nell’opinione pubblica britannica: «he’s a scary man». Il motivo? È un privilegiato che fa il populista, col risultato di ingannare il popolo che lo vota. «And Silvio Berlusconi is, well, Silvio Berlusconi». Con uno come lui la democrazia non va da nessuna parte.

°°° Fate leggere queste considerazioni alle scimmiette che conoscete. Altro che “popolarità imbarazzante”… è sempre di più LA VERGOGNA DEL MONDO, questo omuncolo.

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Fra cazzo da Cracovia

Grande successo per il libro di un frate francescano sulle gioie del sesso
“Mostratevi amore in ogni modo”: ma è solo per coppie sposate e senza contraccezione

Polonia, un kamasutra cattolico
con la “benedizione” della Chiesa
dal nostro corrispondente ENRICO FRANCESCHINI

Polonia, un kamasutra cattolico con la “benedizione” della Chiesa

Padre Knotz con il suo libro

LONDRA – Sesso, amore e fede. E’ una sorta di nuova santissima trinità, quella celebrata da un libro che è diventato rapidamente un best-seller in Polonia e sta per essere tradotto in mezza dozzina di lingue, compreso l’inglese e l’italiano: “Seks”, ovvero sesso, sta scritto a caratteri cubitali in copertina, e nel sottotitolo, molto più in piccolo, “per le coppie sposate che amano Dio”. Il Guardian di Londra ne parla oggi in prima pagina descrivendolo come un “kamasutra cattolico”: già, perché l’autore è un frate francescano polacco, padre Ksawery Knotz, che prega e lavora in un monastero vicino a Cracovia.

Un manuale di sesso scritto da un sacerdote cattolico sarebbe già abbastanza sorprendente, ma ancora più sorprendenti sono le istruzioni che il frate dà alle coppie. Chi pensasse che il suo libro suggerisce di limitarsi alla posizione “del missionario” e a considerare il coito un esercizio unicamente diretto alla riproduzione della specie, resterebbe deluso, osserva il Guardian. Padre Knotz, al contrario, consiglia di prendere il sesso con allegria e di farlo, per così dire, in tutte le salse. “Ogni atto, un certo tipo di carezze, una certa posizione sessuale, fatto allo scopo di suscitare eccitazione, è permesso e fa piacere al Signore”, scrive il frate. “Durante un rapporto sessuale, le coppie sposate possono mostrare il loro amore in qualsiasi modo, possono scambiarsi le carezze più ardite, possono fare ricorso a stimolazioni orali e manuali”.

Il libro, che ha ricevuto la benedizione ossia l’approvazione della chiesa cattolica polacca, nota per il suo conservatorismo, segue l’ortodossia tradizionale in altro ambito: si rivolge esclusivamente alle coppie sposate, come se il sesso non potesse esistere fuori dal matrimonio, e scoraggia l’uso di qualunque genere di contraccettivi, “perché possono condurre una coppia fuori dalla cultura cattolica e verso uno stile di vita completamente differente”. Ma a parte questo, una volta che l’unione è santificata dal sacramento del matrimonio, sotto le lenzuola tutto è permesso. “Alcune persone credono che il sesso nella vita matrimoniale debba essere privo di gioia, di frivola giocosità, di fantasia e di posizioni eccitanti. Pensano che debba essere triste come un tradizionale inno religioso”, afferma padre Knotz nel suo libro. “Fanno fatica a capire che Dio è interessato anche alla felicità della loro vita sessuale, e che anche così ha dato loro un suo dono”.

Sebbene il manuale del “kamasutra cattolico” abbia già avuto numerose ristampe in Polonia, e sia in procinto di essere tradotto in slovacco, italiano, inglese e altre lingue, qualcuno si domanda dove abbia messo insieme un’esperienza in fatto di sesso il suo autore, che come frate cattolico ha fatto voto di celibato. Padre Knotz ammette che le sue informazioni in materia sono “di seconda mano”, ma aggiunge che gli hanno dato lo stesso un’ampia conoscenza della materia. “Parlo con un sacco di coppie sposate, li ascolto, e cerco di aiutarli a essere più contenti della loro vita sessuale, a capire che il sesso nel matrimonio non deve avere sensi di colpa o provocare tensioni”, spiega. Il successo è tale che, oltre al libro, ha aperto un sito internet dove dispensa i suoi insegnamenti in fatto di sesso ai devoti. A patto che siano sposati, naturalmente.


°°° Dopo il sito internet, padre Knoz ha intenzione di aprire una catena di pornoshop, di gettare la tonaca alle ortiche – dopo aver fatto un sentito gesto dell’ombrello al vaticano – e di organizzare festose orge e scambi di coppie, nella sua nuova villa acquistata coi proventi delle vendite del manuale. Amen.

padre

kamasutra

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