Alessandria. Finalmente in manette un paio di fascisti stolidi.

Alessandria, padre e figlio in manette
su Facebook istigavano alla violenza

 due avevano in casa un piccolo arsenale comprese due pistole e un bastone con il volto di Mussolini. Sul social network avevano anche pubblicato i bersagli del tiro a segno e la scritta: “Risparmiate sulle sagome, utilizzate i Rom”

http://torino.repubblica.it/cronaca/2012/08/17/news/armi_e_frasi_su_facebook-41068360/?ref=HREC1-5

Alessandria, padre e figlio in manette su Facebook istigavano alla violenza

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I fascisti continuano a riunirsi e ad alzare la voce. Ma l’apologia del fascismo non è reato?

A Roma, città devastata dall’ex fascista Alemanno, il 25 febbraio scorso si sono svolti ben due raduni di camerati, uno organizzato da Forza Nuova, l’altro da skinhead italiani a cui hanno partecipato quelli francesi assieme a movimenti nazifascisti greci, spagnoli, belgi al grido: “L’Europa appartiene a noi”. Le forze dell’ordine (così solerti a intervenire contro Luca Abbà e chi, a Bologna e a Torino, ha manifestato per solidarietà con lui), perché nei confronti di chi professa l’apologia di fascismo non vede, non sente, non parla?

La Giustizia non è un elastico che può essere manovrato a piacere da prefetti e questori corrotti o da magistrati massoni e venduti.

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FASCISTI E LEGAIOLI SBRAITANO FUORI DALLE FOGNE. MA I MAGISTRATI E LE FORZE DELL’ORDINE CHE FANNO?

Da Subiaco a Roma
La destra estrema
prova a sfilare unita

Nel comune dell’alto Lazio la scorsa estate si è tenuto il raduno della destra radicale italiana che ha dato vita al “senato nero” dei gruppi neofascisti, pronti a manifestare insieme nella Capitale il 7 gennaio prossimo.

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La destra al sacco dell’Italia: i magnaccioni fascisti del Lazio

Lazio, un solo consigliere (su 71)
è senza bonus da doppio incarico

Antonio Cicchetti era assessore all cultura. Ora è l’unico in Regione ad essere rimasto con un solo ruolo

Antonio Cicchetti
Antonio Cicchetti

Come un soldato giapponese sull’isola deserta, Antonio Cicchetti resiste granitico. Unico, nel Consiglio regionale del Lazio, a non incassare il «bonus» che spetta a chi ha un altro incarico. Unico, su settantuno. A dire la verità un incarico supplementare l’aveva anche lui: assessore alla Cultura. Poi la Polverini ha dovuto far entrare in giunta l’Udc e l’ex nazional alleato Cicchetti è stato dimissionato.

Gli è andata di traverso. Così ora se ne sta lì, sull’isola deserta, a godersi la sola paga base. Paga che comunque «non è poco, anzi è quasi da far schifo», per usare le sue parole. Una indennità netta di 4.252,35 euro più 3.503,11 euro di diaria. Totale, 7.755 euro e 46 centesimi. Puliti, e senza contare altre voci, come i generosi rimborsi chilometrici per l’uso dell’auto propria…
Eppure se il Nostro non fosse tanto ostinato, anche per lui non mancherebbe uno strapuntino. Perché le poltrone sono così tante che per occuparle non bastano i consiglieri. Intanto la

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Sempre più le mafie sono rapprersentate dalla destra italiota al potere.

Giuseppe Lo Bianco

27 agosto 2011


Barcellona Pozzo di Gotto, il simbolo dell’antimafia nascosto nel giardino zen

Lo scultore Emilio Isgrò furioso per il trasloco forzato del suo celebre “Seme d’arancio”, che sarà rimosso dal piazzale della stazione. La decisione è del sindaco Candeloro Nania, cugino del parlamentare del Pdl Domenico

Ufficialmente lo stanno rimuovendo per “ricollocarlo in un sito di maggior pregio e più profondo significato”, come assicura il sindaco Candeloro Nania, cugino del vicepresidente del Senato Domenico (Pdl) e ras della politica locale. Parole che non incantano lo scultore Emilio Isgrò, autore del “Seme d’arancia”, un impasto di tufo, scorie vulcaniche e resine simbolo del riscatto e della rinascita di Barcellona Pozzo di Gotto, la “Corleone” della provincia di Messina per i suoi misteri mai risolti sulla linea di confine tra mafia e Stato.

Secondo Isgrò, che ha scritto due lettere infuocate al sindaco Nania, quella

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Alemanno, Rauti (moglie), Polverini, e altri fascisti ladroni e incapaci stanno derubando l’Italia

ISABELLA RAUTIISABELLA RAUTI 7- MARCHI, DA ALEMANNO ALLA RAUTI
Il Fatto
– Dal primo agosto scorso Sergio Marchi è diventato capo della segreteria di Isabella Rauti, consigliere regionale del Lazio e moglie di Gianni Alemanno. Chi è Marchi? È l’ex assessore ai Trasporti del Comune di Roma nella giunta dello stesso Alemanno, quello che pagò con la perdita della poltrona, lo scandalo della parentopoli dell’Atac.
Scandalo nel quale venne coinvolta la sua compagna (trasferita dalla Cotral, azienda del trasporto su gomma regionale a Met.ro, la società del Comune di Roma che gestiva la metropolitana di Roma, poco dopo l’insediamento dell’assessore), e diversi parenti degli uomini del suo staff (un posto in una società legata all’Atac fu ottenuto anche dal fratello della sua compagna). Ora, con uno stipendio di 86 mila euro lordi al mese, è il capo delle segreteria della Rauti che dice: “Lo conoscono da quando siamo ragazzini”.

°°° E chi se ne fotte?! Ma se questo ladrone si ruba 86 mila euro al mese… la gallina quanto si ruba? E per fare che?!

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