Piccoli berlusconi crescono: violenta la figlia 12enne…

Messina, violentata per anni dal padre

Giovedí 14.04.2011 11:25

Ha violentato la figlia fin da quando la vittima aveva 12 anni. Arrestato a Messina un uomo di 66 anni. Nei confronti dell’uomo è stato emesso ordine di custodia cautelare in carcere al termine delle indagini svolte dagli agenti del Commissariato Messina Nord e coordinate dal sostituto procuratore Arena.

Secondo quanto ricostruito, l’uomo aveva costretto la figlia dall’età di quattro ad assistere ai suoi rapporti sessuali con la moglie, poi aveva cominciato ad abusarne con palpeggiamenti e sfregamenti fino a costringerla ad avere rapporti completi dopo il compimento dei dodici anni.

Le violenze sono durate fino al marzo 2009. Solo nello scorso febbraio la vittima, ormai adulta, sposata e madre, è riuscita a liberarsi dalla sudditanza psicologica verso il padre e lo ha denunciato.

zoccolette

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Saviano risponde alla figlia ebete, plastificata, e corrotta del mafionano.

Il vero “orrore” è isolare i magistrati

di ROBERTO SAVIANO

Ho ricevuto la laurea honoris causa in Giurisprudenza, mi è stata conferita dall’Università di Genova; è stata una giornata per me indimenticabile. Credevo fosse fondamentale impostare la lezione, che viene chiesta ad ogni laureato, partendo proprio dall’importanza che il racconto della realtà ha nell’affermazione del diritto.

Soprattutto quando il racconto descrive i poteri criminali. Senza racconto non esiste diritto. Proprio per questo ho voluto dedicare la laurea honoris causa ai magistrati Boccassini, Forno e Sangermano del pool di Milano. Marina Berlusconi dichiara che le fa orrore che parlando di diritto si difenda un magistrato. Così facendo avrei rinnegato ciò per cui ho sempre proclamato di battermi. Così dice, ma forse Marina Berlusconi non conosce la storia della lotta alle mafie, perché difendere magistrati che da anni espongono loro stessi nel contrasto all’imprenditoria criminale del narcotraffico non vuol dire affatto rinnegare. Non c’è contraddizione nel dedicare una laurea in Giurisprudenza a chi attraverso il diritto cerca di trovare spiegazioni a ciò che sta accadendo nel nostro Paese. Mi avrebbe fatto piacere ascoltare nelle parole di un editore l’espressione “orrore” non verso di me, per una dedica di una laurea in Legge fatta ai magistrati. Mi avrebbe fatto piacere che la parola “orrore” fosse stata spesa per tutti quegli episodi di corruzione e di criminalità che da anni

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