Agrodolce, le cagate del craxista presuntuoso e ladrone Minoli.

Il disastro della soap siciliana Agrodolce

La fiction di Raitre, voluta da Minoli, Saccà e dalla Regione siciliana, doveva ricreare a Termini Imerese una nuova Cinecittà: 230 puntate girate, al costo di 100mila euro ciascuna. Ora ci sono in cassaintegrazione 134 persone. Nel 2007 la società Einstein vince l’appalto, ma i costi di realizzazione lievitano. Il produttore Luca Josi denuncia: “Per la fiction usati amici e parenti in odore di mafia”

Gli studi di lusso della fiction Agrodolce

Il disastro da 70 milioni di euro si chiama, o meglio si chiamava, Agrodolce. E doveva essere la risposta siciliana a un Posto al sole, la soap girata a Napoli che da 15 anni tiene banco sui Raitre e che in Campania ha finito per dare lavoro, grazie all’indotto, a più di 1500 persone. A partire dal 2005 a volerla fortemente erano stati in tre: il direttore di Rai Educational Giovanni Minoli, quello di Rai Fiction, Agostino Saccà, e la Regione siciliana. Tanto che Palazzo D’Orleans, abbagliato dal

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RaiTre: siamo alla strage finale

La scelta maturata dopo le ripetute accuse di “ostilità” alla rete lanciate da Berlusconi

Telefonata del direttore generale Masi in vista del consiglio di amministrazione

RaiTre, decisa la sostituzione di Ruffini

In corsa Di Bella e Minoli

di LEANDRO PALESTINI


DOVE PORTA QUESTA CORSA AL MASSACRO  DI BERLUSCONI?

sorpasso

ROMA – Dopo mesi di boatos che la davano per imminente, la sostituzione di Paolo Ruffini alla direzione di Rai3 prende corpo davvero. Il direttore generale della Rai, Mauro Masi, ieri ha telefonato allo stesso Ruffini per informarlo che la sua era volge al termine. Al prossimo Cda, previsto mercoledì, come responsabile della terza rete potrebbe essere proposto Antonio Di Bella, ex direttore del Tg3 (già sostituito da Bianca Berlinguer), o Giovanni Minoli attuale direttore di RaiEducational.

È verosimile che i consiglieri del centrodestra asseconderanno la scelta di Masi. Non è altrettanto scontato che i consiglieri di centrosinistra, Nino Rizzo Nervo e Giorgio Van Straten, la ratificheranno, anche se il successore dovesse essere Di Bella. Il “licenziamento” di Ruffini – ad avviso di Rizzo Nervo e Van Straten – stride con gli eccellenti risultati di Rai3, che a dispetto del mini-budget nelle prime serate supera spesso il 14% di share, con 3,5-4 milioni di spettatori. Masi intenderebbe “risarcire” l’attuale direttore di Rai3 con la direzione di RaiNews 24.

Secondo il presidente Rai, Paolo Garimberti, l’offerta sarebbe però ingenerosa. L’alternativa è offrire a Ruffini il vertice di RaiCinema. E va ricordato che Ruffini è vicino a Franceschini, che ha perso il congresso Pd, mentre il neo segretario Bersani sembra orientato a sponsorizzare Di Bella.

La mossa di Masi è destinata a creare un caso. Rai3 è da mesi sotto tiro da parte del presidente del Consiglio, che più volte ha definito “ostili” trasmissioni come quelle di Giovanni Floris (Ballarò), Fabio Fazio (Che tempo che fa), Milena Gabanelli (Report) e Serena Dandini (Parla con me). Sono programmi che portano milioni di pubblicità alla Rai. Ma da Palazzo Chigi è partito l’ordine di “smorzare” critiche e satire, magari in nome del potenziamento dell’informazione regionale.

°°° Ma  la sinistra dov’è?! Il PD  che cazzo fa?!

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LA STORIA SIAMO NOI (TAROCCHI)


Giorni fa ho assistito alla più grande rimozione storica degli ultimi 40 anni. Proprio una puntata de “La storia siamo noi”, curata dal genero di Bernabei, “signorsotuttoioepossotutto” giovanni minor-minoli, che è anche stato compagno di banco di claudio martelli, nonché longa manu della malavita Rai e non: individuo con molte buone performances (ma anche immani leccate di culo) nel passato, ora aduso a sperperare miliardi nostri in cagate come “Un posto al sole” e “Agrodolce” (che, putacaso, scaricano vagonate di soldi in Campania e in Sicilia… ) Minoli, dicevo, ha dedicato un’ intera puntata per fare il panegirico di Giovanni Leone: dopo cossfiga, il peggior presidente della repubblica italiana. Leone, NON era quello che si era portato via anche l’argenteria dal Quirinale; NON era il padre di tre figli disadattati e arroganti che – sugli e dagli elicotteri militari – sparavano agli animali nella riserva di S.Rossore, ma anche a mucche e pecore nelle vicinanze; NON era il marito di una signora che gradiva molto di più la compagnia dei corazzieri e degli uomini di scorta piuttosto che quella del ridicolo marito. Insomma, Leone, anche a detta di… andreotti (MINCA, che pulpito!), era UN SANTO…
Mi spiegate come ha fatto a diventare il presidente di quella Repubblica, in un’italietta devastata dai servizi segreti deviati, dagli scandali, dalla P2 e dalla mafia imperante? O noi siamo tutti dei pirla?

leone

minoli

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