Minetti: “Doveroso sostenere le realtà italiane”. Ma perché cominciare con la mafia e i casini?

Minetti dal Pirellone alla passerella
domenica sfila in costume da bagno

Il consigliere regionale del Pdl lombardo, sotto processo per il caso Ruby, protagonista
della Settimana milanese della moda. “Ritengo doveroso sostenere le relatà del mio Paese”

http://milano.repubblica.it/cronaca/2012/09/18/news/minetti_dal_pirellone_alla_passerella_domenica_sfila_in_costume_da_bagno-42806204/?ref=HREC2-1

°°°OK, PORTA IN GIRO UN ALTRO PO’ DI PLASTICA, VA’.

Minetti dal Pirellone alla passerella domenica sfila in costume da bagno

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Santanchè: “Silvio rappresenta il nuovo, è il Pdl ad essere vecchio”

Che questa sciammannata sia da pigliare a calci sulla dentiera lo sanno tutti. Il guaio è che si ostina ancora a starnazzare le sue minchiate! Questo accrocchio di plastica scaduta, nota oper essere stata socia di un criminale internazionale (Briatore), per aver paragonato la Minetti a Nilde Jotti, e per mostrare a tutti il dito medio ogni volta che se lo sfila dal culo, crede di essere una grande statista. Purtroppo per lei è solo una piccola, vecchia baldracca da rottamare in fonderia.

 

 

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Marina Burlesquoni, BRUTTO barattolo di plastica drogata. Denuncia anche me, stronza!

Marina Berlusconi contro Travaglio
“Verso di me troppi attacchi del Fatto”

La presidente della Mondadori annuncia una serie di querele nei confronti del giornalista. E lo fa con un’intervista al settimanale Oggi in edicola domani. “Non è possibile che si insultino e diffamino impunemente persone e aziende”

Niente da fare. Troppi gli attacchi de Il Fatto Quotidiano. Troppi e, a dire dell’interessate, svirgolati e violenti. E l’interessata è Marina Berlusconi che dalle colonne del settimanale Oggi – in edicola domani – annuncia una battaglia legale contro Marco Travaglio. Perché “ben venga la critica: puoi anche non condividerla, ma spesso è un buono spunto per riflettere”. Ma “nel caso del Fatto Quotidiano, però, il termine critiche non mi pare il più appropriato. Tanto è vero che gli avvocati stanno preparando la mia prima azione giudiziaria nei confronti di Marco Travaglio”.

Il presidente di Mondadori quindi chiarisce. “Sarà solo l’inizio perché temo che altre ne dovranno seguire: non è possibile che si insultino e diffamino impunemente persone e aziende”. Quindi prosegue: “Non mi considero una persona aggressiva”, ma “di fronte a certi attacchi, a certe ingiustizie clamorose, la difesa non mi pare sia stata aggressiva, ma determinata e decisa. Non poteva essere altrimenti, e continuerò così. Il problema non è l’aggressività di una reazione, ma è l’aggressione – conclude Marina Berlusconi – a cui siamo continuamente sottoposti”.

°°° Insultino e diffamino persone (delinquenti) e aziende (rubate)? E da quando in qua RIPORTARE DELIRI E ATTI FUORILEGGE sarebbe INSULTARE?!

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Anna Falchi in topless°°° Pura plastica al vento!

Anna Falchi in topless

Domenica 26.06.2011 15:03

Vacanza all’insegna del relax per Anna Falchi. Dopo la burrascosa separazione da Denny Montesi, il papà di Alyssa, con cui il rapporto durava, tra alti e bassi, dal 2008, per l’attrice sembrano tornati i giorni sereni. Una serenità dovuta probabilmente all’amore ritrovato con Andrea Ruggieri, ex avvocato, ora giornalista nello staff degli autori del talk-show politico Rai “L’ultima parola”, nonché nipote di Bruno Vespa con cui si frequenta da qualche mese. GUARDA I MIGLIORI TOPLESS DELLA STORIA

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Alberi di Natale: quelli cinesi di plastica inquinano più delle auto. Lo sapevate?

L’acquisto in Italia di 500 mila alberi finti libera 115 mila tonnellate di CO2, pari a 6 milioni di km percorsi in auto Alberi di Natale: quelli cinesi di plastica inquinano più delle auto L’acquisto in Italia di 500 mila alberi finti libera 115 mila tonnellate di CO2, pari a 6 milioni di km percorsi in auto Un albero di Natale in palstica.

MILANO – Un albero di Natale in plastica proveniente dalla Cina inquina quanto un’auto, e comunque molto di più di un alberello vero di analoghe dimensioni made in Italy. Lo stima la Coldiretti, che ha presentato il primo confronto scientifico tra gli abeti natalizi veri e quelli di plastica.

DALLA CINA – Gli alberi di Natale di plastica cinesi sono ottenuti – sottolinea la Coldiretti – con materiali che comprendono anche varie leghe metalliche e plastiche tipo polivinilcloruro (Pvc) e polietilene tereftalato (Pet). Oltre a un notevole consumo di energia nel processo di produzione, ciò comporta inquinamento durante la fabbricazione, il trasporto e lo smaltimento dell’albero. Secondo i calcoli della Coldiretti, per la produzione di un albero finto si emettono complessivamente 23 chilogrammi di anidride carbonica equivalente (CO2), con pesanti effetti determinati dal trasporto di quasi 9 mila chilometri dalla Cina. Senza contare inoltre che la plastica impiega oltre 200 anni prima di degradarsi nell’ambiente.
ALBERI NATURALI – L`albero naturale coltivato in vivaio, invece, consuma energia per fertilizzanti e lavorazioni meccaniche ma – continua la Coldiretti – durante il periodo di accrescimento in vivaio, di circa 5 o 6 anni, assorbe CO2 con un bilancio energetico finale favorevole di 47 grammi di anidride carbonica tolta dall`atmosfera per pianta, senza contare che un ettaro di alberelli produce ossigeno per 45 persone. Complessivamente in Italia, considerando che verranno acquistati 6 milioni di alberi veri, l`effetto positivo per l`ambiente è la cattura di 282 tonnellate di CO2. L`acquisto stimato di circa mezzo milioni di alberi finti di plastica all`anno provoca invece – conclude la Coldiretti – la liberazione di 115 mila tonnellate di CO2, pari all`inquinamento provocato da 6 milioni di chilometri percorsi in auto.

babbo.renna cagona

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Il BURKA di carne e plastica

Mi chiedo e vi chiedo… Ma  questo cosiddetto  popolo di destra – in questa italietta devastata e depressa – che sfancula gli stranieri immigrati e fa tanto volgare casino per le donne islamiche col velo… ma si rendono conto  delle loro donne (si fa per dire) che vanno in tv e in società con quelle orrende maschere, con il silicone che espande tette inaudite (schifosissime),  labbra orrende, glutei e perfino zigomi!  Voi pensate che si rendano conto questi “maschi” di accompagnarsi e desiderare  queste amebe che circolano con degli orrendi BURKA DI CARNE E PLASTICA?

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Si riparte con la mafia, grazie Silvio!

INCHIESTA/ IL DOPO TERREMOTO (Repubblica)
Abruzzo, l’uomo che ha avviato i lavori è legato ai prestanome di Ciancimino
L’Aquila, le amicizie pericolose
all’ombra della prima new town

dal nostro inviato ATTILIO BOLZONI

Un depliant che illustra la new town

case

L’AQUILA – Nel primo cantiere aperto per ricostruire L’Aquila c’è un’impronta siciliana. L’ha lasciata un socio di soci poco rispettabili, uno che era in affari con personaggi finiti in indagini di alta mafia.

I primi lavori del dopo terremoto sono andati a un imprenditore abruzzese in collegamento con prestanome che riciclavano, qui a Tagliacozzo, il “tesoro” di Vito Ciancimino.

Comincia da questa traccia e con questa ombra la “rinascita” dell’Abruzzo devastato dalla grande scossa del 6 aprile 2009. Comincia ufficialmente con un caso da manuale, una vicenda di subappalti e di movimento terra, di incastri societari sospetti. Tutto quello che leggerete di seguito è diventato da qualche giorno “materia d’indagine” – un’informativa è stata trasmessa dalla polizia giudiziaria alla procura nazionale antimafia – ma l’intreccio era già rivelato in ogni suo dettaglio da carte e atti di pubblico accesso.

Partiamo dall’inizio. Dai fatti, dai luoghi e dai nomi di tutti i protagonisti e dei comprimari di questo primo lavoro per il terremoto d’Abruzzo. Partiamo dalla statale 17, la strada tortuosa e alberata che dall’Aquila passa per Onna, il paese che non c’è più, il paese spazzato via alle 3,32 di quasi ottanta notti fa. È qui, sotto la collina di Bazzano, dove sorgerà la prima delle venti “piccole città” promesse da Berlusconi agli aquilani per la fine di novembre – sono le famose casette, i 4500 alloggi per ospitare fra i 13 mila e i 15 mila sfollati – che è stato dato il via in pompa magna alla grande ricostruzione. È qui che sarà costruita la prima “new town”. È qui che hanno alzato il primo cartello: “Lavori relativi agli scavi e ai movimenti di terra lotto Ts”. Ed è qui che l’imprenditore Dante Di Marco, alla fine di maggio, ha cominciato a spianare la collina con le sue ruspe e i suoi bulldozer. Così si chiama l’amico degli amici siciliani che nascondevano in Abruzzo i soldi di don Vito, l’ex sindaco mafioso di Palermo.

Dante Di Marco ha 70 anni, ha amicizie importanti in tutto l’Abruzzo, è residente a Carsoli che è un piccolo paese fra l’Aquila e Roma. L’appalto per rosicchiare la collina di Bazzano e sistemare una grande piattaforma di cemento – è là sopra che costruiranno quelle casette sostenute dai pilastri antisismici – è stato aggiudicato da un'”associazione temporanea di imprese”. La capogruppo era la “Prs, produzione e servizi srl” di Avezzano, la seconda ditta era la “Idio Ridolfi e figli srl” (anch’essa di Avezzano, sta partecipando anche ai lavori per la ristrutturazione per il G 8 dell’aeroporto di Preturo), la terza era la “Codisab” di Carsoli, la quarta era l’impresa “Ing. Emilio e Paolo Salsiccia srl” di Tagliacozzo e la quinta l'”Impresa Di Marco srl” con sede a Carsoli, in via Tiburtina Valeria km 70.

L’impresa Di Marco è stata costituita nel 1993, ha una ventina di dipendenti e un capitale sociale di 130 mila euro, l’amministratore unico è Dante Di Marco (gli altri soci sono il figlio Gennarino e la figlia Eleana), la ditta non è mai stata coinvolta direttamente in indagini antimafia ma il suo amministratore unico – Dante – risulta come socio fondatore della “Marsica Plastica srl” con sede a Carsoli, sempre in via Tiburtina Valeria km 70. È questo il punto centrale della storia sul primo appalto del terremoto: un socio della “Marsica Plastica srl” ha praticamente inaugurato la ricostruzione.

Quest’impresa, la “Marsica Plastica srl”, è molto nota agli investigatori dell’Aquila e anche a quelli di Palermo. È nata il 22 settembre del 2006 nello studio del notaio Filippo Rauccio di Avezzano. Tra i soci di Dante Di Marco c’era l’abruzzese Achille Ricci, arrestato tre settimane prima del terremoto per avere occultato i soldi di Vito Ciancimino in un villaggio turistico a Tagliacozzo. C’era Giuseppe Italiano (il nome di suo fratello Luigi è stato trovato in uno dei “pizzini” del boss Antonino Giuffrè quando era ancora latitante), che è un ingegnere palermitano in affari di gas con Massimo Ciancimino. C’era anche Ermelinda Di Stefano, la moglie del commercialista siciliano Gianni Lapis, il regista degli investimenti del “tesoro” di Ciancimino fuori dalla Sicilia.

Il 22 settembre del 2006, nello studio dello stesso notaio di Avezzano Filippo Rauccio, era stata costituita anche un’altra società, l'”Ecologica Abruzzi srl”. Fra i suoi soci ci sono ancora alcuni della “Marsica Plastica srl” (la moglie di Lapis e il palermitano Giuseppe Italiano per esempio) e poi anche Nino Zangari, un altro imprenditore abruzzese arrestato il 16 marzo del 2009 per il riciclaggio del famigerato “tesoro” di don Vito. Erano due società, la “Marsica Plastica” e l'”Ecologica Abruzzo”, che con la “Ricci e Zangari srl” – se non ci fosse stata un’inchiesta del Gico della finanza e i successivi arresti – avrebbero dovuto operare per la produzione di energia, lo smaltimento rifiuti, nel settore della metanizzazione. Un labirinto di sigle, patti, commerci, incroci. Tutto era stata pianificato qualche anno fa. E tutto alla luce del sole.

Ecco come ricostruisce le cose Dante Di Marco, l’imprenditore che ha vinto il primo sub appalto per la ricostrizione dell’Aquila: “Ho presentato una regolare domanda per accreditarmi ai lavori di Bazzano e sono entrato nel consorzio di imprese, che cosa c’è di tanto strano?”. A proposito dei suoi vecchi soci siciliani ricorda: “Quella gente io nemmeno la conoscevo, mi ci sono ritrovato in società così, per fare il mio lavoro di movimento terra”. E consiglia: “Chiedete in giro chi è Dante Di Marco, tutti diranno la stessa cosa: uno che pensa solo a lavorare con tutti quelli che vogliono lavorare con lui”.

Proprio con tutti. Dante Di Marco ha una piccola impresa, tanti lavori e tantissimi amici in Abruzzo. È entrato in società non soltanto con i siciliani amici di Ciancimino ma anche con Ermanno Piccone, padre di Filippo, senatore della repubblica e coordinatore regionale del Pdl. Sono insieme dal 2006 – e con loro c’è pure il parlamentare del Pdl Sabatino Aracu, sotto inchiesta a Pescara, accusato di avere intascato tangenti per appalti sanitari – nella “Rivalutazione Trara srl”, quella ha comprato alla periferia di Avezzano 26 ettari di terreno e un antico zuccherificio per trasformarlo in un termovalorizzatore. Fili che si mescolano, finanziamenti, compartecipazioni, una ragnatela. E appalti. Come quello di Bazzano, l’opera prima della ricostruzione. Per il governo Berlusconi è la splendente vetrina del dopo terremoto in Abruzzo. Per Dante Di Marco da Carsoli, socio dei soci dei Ciancimino, era un’occasione da non perdere.

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Contestato anche a Prato

PRATO – Momenti di tensione al termine del comizio di Silvio Berlusconi a Prato dove circa 200 contestatori hanno innalzato alcuni striscioni: «Arriva Silvio, mamme tenete lontano le vostre bambine»; «Noemi no party»; «No all’Italia di plastica»; «Fatti processare piccolo re d’Italia». Quando i simpatizzanti del Popolo delle libertà sono usciti dall’anfiteatro del Pecci, dove il premier ha parlato, sono stati aggrediti verbalmente da un gruppo di contestatori. Le forze dell’ordine hanno dovuto creare un cordone di protezione per evitare che i due schieramenti venissero a contatto. Le forze dell’ordine hanno dovuto allontanare un gruppetto di contestatori più facinoroso, ma senza dover ricorrere a cariche. Durante la sfida verbale tra gli opposti schieramenti politici c’è stato anche un lancio di piccoli oggetti. Al momento, secondo quanto reso noto dalla questura di Prato, non ci sono feriti o contusi.

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