Il truffatore tvemonti, sondaggi alla mano, attacca mafiosamente la Puglia e Vendola, che li seppellirebbe alle urne!

Tremonti: “Vendola fa politiche irresponsabili”
La replica: “Dal ministro un sabotaggio”

Duro botta e risposta tra il ministro dell’Economia e il Presidente della Puglia, dopo la mancata firma del piano di rientro sanitario proposto dalla Regione. Critiche al Governatore: “La Puglia non finirà come la Grecia”. La risposta: “Un atto di sabotaggio. Deciso anche il commissariamento della Sanità in Calabria.
Il Ministro dell’Economia, Giulio Tremonti
ROMA – Nelle intenzioni del mittente doveva essere “un messaggio forte e chiaro”. In realtà l’altolà di Giulio Tremonti a Nichi Vendola, suona come un duro attacco alle politiche portate avanti dal Governatore della Puglia. “Se vuole fare una politica che trasformi la Puglia nella nuova Grecia, questo non sarà consentito da questo governo”. Con queste parole, oggi, il Ministro dell’Economia ha motivato la bocciatura del piano di rientro sanitario proposto da Vendola. Ieri, infatti, Tremonti non aveva firmato il piano presentato dalla Puglia per la necessita’ di ulteriori approfondimenti.

“La Puglia”, avverte il ministro dell’Economia, “è su una via pericolosa, di amministrazione non responsabile e non vogliamo”, scandisce, “che con quella legislazione che segue una logica non responsabile, la Puglia finisca come la Grecia”. Una deriva, vista dal governo, le cui conseguenze “poi le pagano i pugliesi, e gli altri citadini”.
“Non credo”, aggiunge Tremonti, “che la Puglia sia il luogo per esperimenti rivoluzionari. Siamo convinti che in questa fase storica, per il bene dei cittadini, prima vengono i numeri e poi la politica e non la politica prima e a prescindere dai numeri. Non viceversa. Ieri abbiamo dato a Vendola questo messaggio di serieta”’.

Da Tremonti atto di sabotaggio. La risposta di Nichi Vendola non si fa attendere. “Un sabotaggio politico, economico e sociale nei confronti della Puglia è quello fatto oggi dal ministro dell’Economia, Giulio Tremonti”. E’ questo il primo commento del presidente della Regione Puglia, Nichi Vendola. “Paragonare la Puglia alla Grecia”, dice Vendola, “significa dare, da parte di un ministro dell’Economia, indicazioni alle agenzie di rating e dare così un colpo mortale alla Puglia”.

“Tremonti è venuto addosso ai nostri interessi”, continua Vendola, “agli interessi della Puglia e lo ha fatto sulla base di suggeritori che sono traditori della Patria: Palese e Fitto sono traditori della Patria”. Un duro attacco all’operato del titolare dell’Economia. “Nella giornata di ieri mi sono trovato di fronte a una sospensione delle regole dello Stato di diritto”, spiega Vendola riferendosi alla bocciatura del piano di rientro dal deficit sanitario, “Un piano”, conclude il Presidente della Regione, “chiesto dal governo e uno dei ministri si è sottratto alla firma”

Commissiariata la Sanità in Calabria. Il Consiglio dei Ministri odierno ha deciso anche il commissariamento del settore sanitario nella regione Calabria. Il commissario ad acta sarà il presidente della Regione, Giuseppe Scopelliti. Al commissario, ha spiegato Tremonti, spetterà “il compito di gestire il settore” affiancato dalla Guardia di Finanza per sancire “il ritorno dello Stato”.

°°° Un altro colpo di coda del regime che rantola.  Questi scarti di verme sanno benissimo che Nichi batterebbe 10 a zero il loro nano mafioso decerebrato e rifatto e 15 a zero un eventuale candidato tvemonti e quindi colpiscono una delle regioni più virtuose  e civili di questa italietta.

Ma Vendola ha due palle che questi non immaginano nemmeno e li farà a pezzi, compresi i due pregiudicati pugliastri del regimetto…

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Quei delinquenti dell’Enel

Gli scarti pericolosi venivano dalla centrale termoelettrica Enel di Brindisi
e venivano smaltiti in una cava del Reggino, in una zona sottoposta a vincolo
Sequestrate 100mila tonnellate di rifiuti
Dieci arresti tra Puglia e Calabria

Sequestrate 100mila tonnellate di rifiuti Dieci arresti tra Puglia e Calabria
BARI – Dieci persone arrestate e centomila tonnellate di rifiuti pericolosi sequestrati tra la Calabria e la Puglia. L’operazione condotta da una cinquantina di uomini del Corpo forestale dello Stato ha interessato le province di Reggio Calabria, Brindisi e Lecce. L’indagine è stata diretta dalla magistratura reggina che ha configurato i reati di disastro ambientale e associazione a delinquere finalizzata all’attività organizzata di traffico illecito di rifiuti pericolosi. Un traffico che finora, secondo gli inquirenti, ha prodotto profitti per oltre sei milioni di euro.

I materiali sequestrati provenivano dalla centrale termoelettrica dell’Enel Federico II di Brindisi ed erano stati depositati in una cava di materiale argilloso utilizzata da un’industria di laterizi nella frazione Lazzaro di Motta San Giovanni (Reggio Calabria). Gli scarti, classificati come pericolosi, venivano trasformati con certificati di analisi insufficienti in rifiuti non pericolosi e avviati apparentemente a recupero per la produzione di laterizi. E gli inquirenti sottolineano l’alterazione paesaggistica e idrogeologica, con conseguenti rischi di dissesto in un’area sottoposta a rigorosi vincoli. Il tratto di costa di fronte Lazzaro è infatti un sito di importanza comunitaria denominato Fondali da Punta Pezzo a capo dell’Armi.

Tra gli arrestati figurano il proprietario dell’azienda che lavora laterizi, gli intermediari, i trasportatori e quattro dipendenti dell’Enel, tra i quali tre funzionari. I funzionari dell’Enel coinvolti nell’operazione sono Francesco Lemma, di 56 anni, di Barletta, responsabile dell’ufficio appalti e acquisti per l’Italia meridionale; Diego Baio, 51 anni, di Galatina (Lecce), responsabile dell’Ufficio esercizio ambiente e sicurezza della centrale Enel di Brindisi, e Michele Palermo, 52 anni, di Brindisi, funzionario dell’ufficio appalti e acquisti dell’Enel per l’Italia meridionale. Provvedimento di custodia anche nei confronti di Carlo Aiello, 45 anni, di Brindisi, impiegato dell’Enel, responsabile della linea movimentazione materiale.

Gli altri arrestati sono i cugini Antonio e Giovanni Caserta, entrambi di 47 anni, di Motta San Giovanni, rispettivamente amministratore e dipendente della cava in cui venivano smaltiti i rifiuti pericolosi e della società di laterizi che li utilizzava; Stefania Zaccuri, 35 anni, di Reggio Calabria, dipendente della società Caserta; Giuseppe Antonio Marraffa, 55 anni; Giovanni Monna, 45 anni, di Carovigno (Brindisi), della società Ikos Puglia; Vito Sabatelli (52), di Cisternino (Brindisi).

Le società Caserta, Ikos Puglia e Sabatelli provvedevano al trasporto dei rifiuti dalla Puglia alla Calabria. Antonio Caserta, Marraffa, Monna e Sabatelli sono in carcere, mentre per gli altri sono stati disposti gli arresti domiciliari.

Le indagini, partite nel 2005 sulla base di segnalazioni di alcuni cittadini di Lazzaro, hanno portato tra l’altro al sequestro della cava, dell’industria di laterizi con gli automezzi e le macchine per il movimento terra e di 15 autoarticolati utilizzati per il trasporto dei residui, per un valore complessivo di sette milioni di euro.

Da parte sua, l’Enel comunica di aver offerto “la sua piena collaborazione alla magistratura fin dal 2007, fornendo documentazione e informazioni”. E’ stata avviata un’indagine interna.

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