La pagina che mi ha dedicato Wikipedia viene continuamente aggredita da hacker della mutua: scimmiette sardegnole che schiattano d’invidia.

Purtroppo, amici, oltre alla sciagura degli incendi, dell’ignoranza e della miseria, abbiamo anche il flagello di queste merdine che… invece di cercare di imparare a fare qualcosa – QUALUNQUE COSA – e di crescere, si ostinano lividamente a distruggere tutto quello che hanno fatto o che fanno i pochi sardi capaci. MA CHE VERGOGNA!!!

bandito

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Wikipedia – Lucio Salis. Qualche imbecille, ovviamente sardegnolo) entra per falsare la mia biografia.

Come tutti sapete, amici, non ho certo inserito io la mia biografia su Wikipedia, così come non ho caricato io alcuni dei miei mille lavori su Youtube. Per fortuna, ho ancora milioni di fans in tutto il mondo che spesso mi gratificano di questi omaggi. Così come mi scrivono una media di duemila messaggi ed email ogni giorno. Purtroppo, come dicevamo col grande Mario Melis, mio carissimo amico e  miglior presidente della regione Sarda di sempre, moltissimi sardi sono la rovina della Sardegna. La loro bandiera non dovrebbe essere quella  coi quattro mori, ma blu come l’invidia. Sono dei poveracci che non hanno mai avuto nulla dalla vita e che non faranno mai nulla di buono. Il loro tempo inutile, quindi, lo passano a coltivare questa loro invidia malata,  a calunniare le persone importanti o migliori di loro,  a distruggere. Ebbene,  alcuni amici  mi informano che qualcuna di queste scimmiette entra sulla pagina che mi ha dedicato Wikipedia per stravolgerne i dati o metterne in dubbio alcuni passi. Per fortuna, esistono migliaia di colleghi che sanno benissimo quanto sia scarna la biografia su Wikipedia in rapporto alle cose fatte. Lo sanno benissimo perché c’erano.

Chissà cosa farebbero questi invasori vigliacchi e mentecatti se invece delle dieci cose scritte sull’enciclopedia ci fossero tutte quelle importanti che ho fatto! Ci vorrebbero cento pagine e questi tizi schiatterebbero per l’invidia. Bisogna portare pazienza con gli asini…

Non aspettatevi mai nulla di buono da questa miserabile genia. Il meglio di loro lo danno bevendo pessima birra, incendiando automobili o rubando nelle case  incustodite.  E poi magari riescono anche ad accendere un pc e a scrivere col loro italiano sgrammaticato di essere fieri di essere sardi.

ASSASSINI  DELLA SARDEGNA

B.regime

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Da Severgnini

Una sceneggiatura che ricorda
le avventure di Topolinia

Topolanek nudo! Sembra un allarme lanciato da Superpippo, è invece è l’argomento di cui discutiamo in Italia. Oggi è la Festa delle Repubblica: se qualcuno avesse dubbi che la nostra democrazia sta assumendo contorni fumettistici, legga i giornali. Che bisogno abbiamo dei Tremonti Bonds, per aiutare la finanze nazionali? Vendiamo i diritti alla Disney.

La nostra discesa verso gli inferi del ridicolo passa anche da vicende improbabili e nomi impeccabili. Mirek Topolánek, anni 53. Capo del governo a Praga fino al marzo scorso, è separato dalla moglie Pavla Topolánková; ha due figlie, due figli e due nipoti. I suoi idoli sono Churchill, Thatcher e Aznar. Le sue letture Steinbeck, Hemingway e Kundera. I suoi passatempi — informa Wikipedia — includono tennis, golf e guida nei rally. Di naturismo non si parla. Di ragazze neanche.

Villa Certosa sta assumendo, nella fantasie nazionali, tratti leggendari. Gli amici del protagonista, cercando di minimizzare, contribuiscono ad arricchire la sceneggiatura. Marcello Dell’Utri: «C’è la gelateria. Tu vai lì, e ti servono tutto il gelato che vuoi. Gratis. Se ci pensa, è una trovata molto divertente». Flavio Briatore: «C’è il gioco del vulcano. Si chiacchiera del più e del meno e quando il gruppo si avvicina al laghetto, (Berlusconi) finge di preoccuparsi, dicendo che la Sardegna è una zona vulcanica. E a quel punto si sente un’esplosione pazzesca, ci sono effetti tipo fiamme…». Sandro Bondi, cercando di spiegare il Topolanek desnudo: «Mah… D’altra parte consideri che la villa è a pochi metri dal mare. Una mare, come lei saprà, di una bellezza assoluta».

Per descrivere le festicciole del Capo hanno tirato in ballo di tutto: da Boccaccio a Fellini a Umberto Smaila. Inesatto. Nessuna Rimini notturna né campagna toscana, niente «Colpo Grosso» o Sodoma Gomorra all’italiana. Villa Certosa è Topolinia (qualcuno lo spieghi al «Times» di Londra). Una città incredibile dove la Banda Bassotti tira tardi in compagnia del commissario Basettoni, Pluto veglia tra i ginepri e Macchia Nera guarda Minnie che si fa la doccia.

In attesa di sapere se il prodotto è adatto ai bambini, diciamo questo: era da tempo che la politica italiana non produceva una trama altrettanto fantasiosa. La satiriasi del potere è un fatto storico: imperatori e satrapi, dittatori e autocrati hanno sempre amato riempire le feste di attrazioni e ragazze. In democrazia la cosa è più complicata, ma la cinica elasticità italiana consentirebbe di raccontare molto, se non proprio tutto. L’ultimo scoglio è la coerenza ufficiale: i politici, anche i più spregiudicati, non sono ancora pronti ad ammettere quello che fanno, temendo che qualcuno lo confronti con quello che dicono.

Durerà poco: l’ipocrisia, nei fumetti, non serve. Ps L’ex primo ministro ceco Mirek Topolanek il 29 maggio ha risposto alle critiche di Silvio Berlusconi il quale, durante l’assemblea di Confesercenti, aveva parlato delle debolezze dell’Europa e della poca autorevolezza della presidenza ceca di turno: «Silvio, amico mio, chiudi la bocca!». Invito accolto, pare.

Beppe Severgnini

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