Sara Nicoli
Martedì alla Camera torna il bavaglio
Il governo pensa alla “fiducia” per blindarlo
Botta e risposta tra Palamara e Cicchitto. Il presidente dell’Associazione nazionale magistrati: “Intercettazioni sono strumento indispensabile”. Il capogruppo Pdl a Montecitorio: “Certi pm fanno strame del diritto alla privacy”. La missione della maggioranza: fare presto
“Stiamo parlando di una legge che sta facendo navetta tra Camera e Senato da due anni – aveva spiegato il capogruppo, Fabrizio Cicchitto a margine della votazione su Milanese – e non mi pare proprio che si possa parlare di accelerazione, casomai il contrario, c’abbiamo messo troppo tempo…”. Nessuno ne parla apertamente, ma è più che probabile che su quel testo il governo metta la fiducia per evitare che una seppur minima modifica lo faccia ritornare al Senato, facendo perdere tempo prezioso; l’imperativo è fare presto. Dunque, il bavaglio stavolta potrebbe arrivare davvero, vista la determinazione di Berlusconi e dei suoi che, però, trova appoggio anche in fasce piuttosto ampie dell’opposizione. “La legge non è senz’altro il massimo – commentava un adepto del Cavaliere dopo il summit sulla giustizia a Palazzo Grazioli dell’altro giorno – ma intanto approviamo questa, poi ci sarà sempre tempo per fare le modifiche, la priorità ora è far finire questo gioco al massacro sulla stampa”.
L’unico punto su cui si discute ancora è la questione legata all’opportunità di mettere la fiducia. Con una maggioranza dai numeri ogni giorno più esili, il rischio di cadere proprio su un provvedimento ad personam è un incubo che il Cavaliere rifugge, ma che potrebbe diventare concreto se davvero, come sembra, alle ragioni di opportunità si contrapporranno quelle della necessità e dell’urgenza. Se poi dovesse andare bene un’altra volta, ecco allora che il bavaglio sarebbe legge per metà ottobre. In pratica, domani. E questa imminenza non è sfuggita, ieri, al presidente dell’Amn, Luca Palamara. “Le intercettazioni – ha commentato – sono uno strumento investigativo indispensabile per scoprire chi commette reati, per garantire e assicurare alla giustizia i criminali e evitare che ci sia impunità nel nostro Paese”. E poi, ci sono davvero “altre priorità” prima di mettere il bavaglio alla stampa e i bastoni tra le ruote alla magistratura, ma è una questione su cui Berlusconi non sente ragione. Specie adesso.
“Palamara fa finta di non sapere – ha infatti risposto subito Fabrizio Cicchitto – che alcuni magistrati stanno facendo un uso del tutto indebito delle intercettazioni dandole in pasto ai media per scopi politici e facendo strame di ogni diritto alla privacy”. Le parole e l’ostinazione di sempre, quindi, nella maggioranza che non ha toccato in commissione alla Camera i capisaldi del provvedimento varato dal Senato: pubblicazione consentita solo per conversazioni rilevanti ai fini del processo, è previsto il carcere per i cronisti e per chi passa loro le informazioni, sarà più difficile intercettare i mafiosi e impossibile farlo con i preti e verrà severamente punita anche l’intercettazione “fraudolenta” senza il consenso dell’interessato (la famosa “norma D’Addario”). Intanto giovedì 29, in piazza del Pantheon a Roma, il “Comitato per la libertà e il diritto all’informazione, alla cultura e allo spettacolo” ha indetto una manifestazione per dire no al bavaglio. La maggioranza andrà avanti incurante di qualsiasi protesta.