da Travaglio

Miss Terremotorovinando,gerarchi,

Finalmente qualcuno comincia a contestare Al Tappone per l’indecente gestione propagandistica del dopo-terremoto in Abruzzo (dopo l’indecente non prevenzione pre-terremoto). Uscendo coraggiosamente dal Truman Show della Televisione Unica, alcuni sfollati iniziano a domandarsi che senso abbia lasciar trasformare le rovine dell’Aquila e dintorni in un set cinematografico per le passeggiate del Cainano e della sua corte. Il défilé di gerarchi e gerarchesse sulle macerie, il Consiglio dei ministri all’Aquila, il 25 Aprile a Onna, e prossimamente il Primo Maggio dei sindacati di nuovo all’Aquila e l’immancabile G8 (inizialmente promesso ai napoletani, poi ai sardi, ora agli abruzzesi: avanti i prossimi). Si spera che qualche partito di opposizione, casomai ve ne fossero, raccolga il malcontento che sta montando nelle zone terremotate indipendentemente dalle istigazioni di Vauro e AnnoZero. Altrimenti quello è capace di dirottare sull’Abruzzo anche le selezioni di Miss Italia e di Miss Muretto, lo Zecchino d’Oro, il Festival di Sanremo, il Grande Fratello, la Fattoria e l’Isola dei Famosi. L’altro giorno, a Napoli (altro set d’eccezione per le esibizioni del Presidente Partigiano travestito da spazzino), due giovani abruzzesi l’hanno accolto in Prefettura al grido di “Non venire più in Abruzzo, ci stai rovinando”. I due, scampati al sisma, nulla hanno potuto contro la Digos, che li ha prontamente identificati. Ma alla fine li ha dovuti rilasciare perché “privi di precedenti penali”. Peccato: bastava un solo precedente, e il Cainano li avrebbe messi in lista per le Europee.

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Governicchio di mmmmerda 2

Insorge il Pd. Il premier andrà a Montelungo. Non ancora esclusa la presenza
di Berlusconi a Milano. Intanto Moratti e Formigoni prendono tempo
25 aprile, La Russa contro i partigiani rossi
“Non vanno celebrati come liberatori”

di ANDREA MONTANARI

MILANO – L’unica certezza, al momento, è che Silvio Berlusconi parteciperà sabato, per la prima volta, alle celebrazioni per il 64° anniversario della Liberazione dal nazifascismo. Anche se non è ancora chiaro dove. Le ultime indiscrezioni parlano di Montelungo, dove si recherà il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, ma restano ancora in piedi le ipotesi di una nuova visita del premier nelle zone terremotate dell’aquilano o che partecipi nel pomeriggio alla tradizionale manifestazione nazionale organizzata dall’Anpi a Milano, dove lo ha invitato nei giorni scorsi il segretario del Pd Dario Franceschini.

Dal suo entourage, non trapela altro. Ma è sufficiente a far salire ulteriormente la tensione tra maggioranza e opposizione. Il ministro della Difesa Ignazio La Russa rilancia: “I partigiani rossi meritano rispetto, ma non possono essere celebrati come portatori di libertà”. Pronta la replica del portavoce del Pd Andrea Orlando: “La Russa ha oltrepassato il segno. Fare distinzioni tra partigiani buoni o cattivi è intollerabile oltre che menzognero nei confronti della verità storica”. Chiede rispetto anche Pierluigi Castagnetti del Pd: “Quelle di La Russa sono solo manifestazioni di incapacità ad accogliere il senso storico di quella pagina gloriosa della storia d’Italia”. Sulle barricate pure l’estrema sinistra. Per Oliviero Diliberto del Pdci “il premier farebbe meglio ad andare in Sardegna perché non si può diventare antifascisti in un sol colpo”, mentre il segretario di Rifondazione Paolo Ferrero aggiunge: “Se non dichiara apertamente il suo antifascismo, la sua partecipazione sarebbe solo una presa in giro degli italiani”.

Ma anche il centrodestra si divide. Il capogruppo del Pdl alla Camera Fabrizio Cicchitto invita il premier a “non dover dimostrare le sue credenziali a Franceschini andando a farsi fischiare in piazza Duomo a Milano, come è già successo a Bossi e alla Moratti”. Nel frattempo, a Milano è già partito sul sito Indymedia il passaparola negli ambienti vicini ai centri sociali e alla sinistra antagonista. Al grido: “Berlusconi se ne stia a casa. Antifascisti sempre”. Tanto che il verde Carlo Monguzzi lancia un appello a tutte le anime della sinistra: “Se Berlusconi verrà a Milano ci sarà una piazza divisa in due: la prima fischierà Berlusconi, la seconda il Pd che l’ha invitato. Pensiamo solo a organizzare una grande manifestazione, non a Berlusconi”.

Il governatore lombardo Roberto Formigoni e il sindaco di Milano Letizia Moratti prendono ancora tempo e si affidano al premier. “Mi consulterò con Berlusconi, ma nel ’95 partecipai e fui fischiato” – precisa il primo. “Sto valutando, anch’io sentirò il premier” – sottolinea la seconda, che nel 2006 fu costretta ad abbandonare la manifestazione insieme al padre Paolo Brichetto Arnaboldi, ex deportato a Dachau. Il suo predecessore Gabriele Albertini, ora eurodeputato del Pdl, però non ha dubbi: “Il sindaco di Milano non può mai mancare sul palco di Piazza Duomo. E se il caso si prende i fischi, come è capitato a me. Le istituzioni non possono dimenticare che Milano ha ricevuto la medaglia d’oro”.

larussa_fasciodimmerda

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