I trucchi e gli affari oscuri di tvemonti & family.

Vittorio Malagutti per Il Fatto

Azioni? Obbligazioni? Titoli di Stato? Macché, quando si tratta di investire il gruzzolo di casa, la famiglia Tremonti gira alla larga dai mercati finanziari e va sul sicuro. Anzi, sul mattone. Lo rivelano i bilanci delle società controllate dal ministro dell’Economia e dai suoi parenti stretti, moglie e figli.

tremontitremonti

C’è l’Immobiliare Crocefisso srl, che due anni fa, come il Fatto Quotidiano ha già raccontato, si è comprata un intero palazzo d’epoca (tre piani) nella centralissima via Clerici a Milano. Quest’ultimo acquisto è andato ad aggiungersi agli uffici di via Crocefisso, pure questi nel centro di Milano, dove ha sede lo studio tributario fondato da Tremonti e ora affidato ai suoi storici collaboratori Enrico Vitali, Dario Romagnoli e Lorenzo Piccardi.

La vera sorpresa arriva però da un’altra società. Si chiama Nitrum e risulta intestata ai due figli del ministro, Luisa, 33 anni, e Giovanni, 26. Anche Nitrum, come vuole la tradizione di famiglia, ha puntato sul mattone. Tra l’altro possiede un intero piano di uno dei palazzi più alti di Milano, un grattacielo costruito negli anni Cinquanta in piazza Repubblica a Milano, vicino alla stazione Centrale. Ebbene, chi ha preso in affitto i locali degli eredi di Tremonti? Le carte ufficiali consultate dal Fatto rivelano che in quelle stanze si è insediata un’azienda pubblica, l’Autostrada Pedemontana lombarda.

Proprio lì, al sesto piano del grattacielo milanese, si trovano gli

Continua a leggere

Condividi
  • Facebook
  • Digg
  • Google Bookmarks
  • Live
  • YahooMyWeb
  • LinkedIn
  • StumbleUpon
  • Twitter

Gli affari sporchi di burlesquoni e gheddafi, nascosti ai cittadini.

Thomas Mackinson

B. e Gheddafi, tre anni di idillio
fra diplomazia e affari

Dall’accordo del 2008 che ha messo fine all’eredità coloniale italiana fino al recente “tradimento” di Silvio. Diplomazia ma anche affari privati, come quelli attorno a Nessma Tv e Quinta Comunication

“Il mio capolavoro diplomatico”. Così l’anno scorso Silvio Berlusconi definiva la ritrovata amicizia tra Italia e Libia all’insegna del petrolio e del pugno di ferro contro le carrette del mare. Oggi, dopo 42 anni di dittatura, l’anziano leader è ormai solo e abbandonato. Rinnegato all’ultimo anche dal premier italiano. Il rapporto, nato nel 2008 quando i due paesi si sono lasciati alle spalle la pesante eredità coloniale, è durato solo tre anni per finire nel più violento dei modi: con il tradimento reciproco, le bombe, le minacce di morte. Ecco la
Condividi
  • Facebook
  • Digg
  • Google Bookmarks
  • Live
  • YahooMyWeb
  • LinkedIn
  • StumbleUpon
  • Twitter

E.On e Burlesquoni: due killer spietati della Sardegna e complici d’affari sulla pelle dei sardi.

Andrea Bertaglio

Dopo la marea nera E.On investe nell’immagine sarda. Su Mediaset

La multinazionale da 93 miliardi di fatturato annuo dà seguito ad un accordo per ripristinare l’immagine del sassarese dopo lo sversamento di migliaia di litri di olio combustibile in mare a gennaio: 54mila euro di investimento nelle reti Mediaset, per realizzare un servizio sulle bellezze marine locali

I risarcimenti per i danni della “marea nera” di Porto Torres? Per ora non finiranno nelle casse della Regione Sardegna, ma solo in quelle di Publitalia ‘80 spa, la concessionaria pubblicitaria delle reti Mediaset. Per alcuni è solo un primo passo, per altri una beffa: “Il territorio avrà un ritorno in termini di immagine?”, si chiedono dal giornale locale Sassari Notizie. È ancora è presto per dirlo, ma “per ora a guadagnarci sarà Mediaset”. E’ il risultato della convenzione tra il Comune di Sassari e la multinazionale petrolifera E.On, che fattura miliardi ma per ora verserà solo 54mila euro per un servizio televisivo dedicato al territorio del Sassarese e alle sue risorse marine, per compensare il danno d’immagine all’apertura della stagione turistica.

L’accordo nasce dalle richieste della giunta Cappellacci di “un intervento per il consolidamento dell’immagine turistica delle zone della Sardegna interessate dal fenomeno dello sversamento di olio combustibile che si sostanzia in finanziamenti per la promozione del territorio”. Istanze che la multinazionale responsabile del disastro dello scorso 11 gennaio – quando per un errore vennero riversati in mare migliaia di litri di olio combustibile – ha iniziato a soddisfare in primavera. Già a maggio, infatti, E.On Italia aveva finanziato “Primavera in Romangia”, una campagna pubblicitaria per promuovere una serie di appuntamenti per valorizzare il patrimonio artistico e naturalistico del territorio del Comune di Sorso.

Ora, invece, a sperare di beneficiare della pubblicità finanziata da E.On sarà la città di Sassari. Il denaro verrà infatti destinato al contratto pubblicitario che il Comune sardo siglerà con Publitalia per la messa in onda di un servizio dedicato alle risorse marine del sassarese e destinato alla trasmissione “Pianeta Mare“, un programma eseguito in collaborazione con il Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali in onda ogni domenica su Rete 4.

Ignorata invece dalla multinazionale tedesca la richiesta del sindaco di Sassari, Gianfranco Ganau, di contribuire alla sponsorizzazione della Dinamo, storica squadra di basket cittadina, impegnata ai massimi livelli ma ad un passo dal fallimento finanziario. Un gesto che, secondo il primo cittadino sassarese, oltre a rappresentare un “primo parziale risarcimento dei gravi danni ambientali subiti”, avrebbe portato E.On ad aiutare molto di più il territorio e la sua immagine.

In Sardegna sono in molti a pensare che 54mila euro, per una società che nel solo 2010 ha fatturato circa 93 miliardi di euro, non siano un grande sforzo. Ma, soprattutto, che non debbano essere l’unica forma di indennizzo. Lo fa ben presente Antonio Cardin, capogruppo del Partito Sardo d’Azione e già promotore in Consiglio comunale di iniziative “volte ad ottenere per il litorale sassarese un congruo risarcimento” per l’inquinamento subito: “Pensare di liquidare con un piatto di lenticchie un danno simile, che ha avuto ripercussioni economiche enormi in tutte le attività commerciali e di servizi, rappresenta uno schiaffo per tutti i sardi”.

BIN LADREN

B.laden
Condividi
  • Facebook
  • Digg
  • Google Bookmarks
  • Live
  • YahooMyWeb
  • LinkedIn
  • StumbleUpon
  • Twitter

Rifiuti, camorra, affari… cosca solita. Grazie, silvio.

Campania, emergenza rifiuti: il nuovo piano prevede 4 inceneritori

Il governo regionale annuncia: “Servono tre anni per uscirne”. Presentato il piano regionale. Legambiente: “Non cambia nulla, un regalo alle lobby dell’incenerimento”

Napoli e la provincia si preparano a un altro fine settimana di crisi nel settore dei rifiuti, le stime della società comunale Asia parlano di circa 3500 tonnellate di spazzatura a terra solo nella città capoluogo. L’ennesima emergenza causata dal blocco degli impianti Stir e dall’assenza di discariche. Una situazione che la giunta regionale, guidata da Stefano Caldoro, vuole risolvere con il nuovo piano rifiuti presentato pochi giorni fa. Il primo dato che emerge dalle parole del governatore è che ci vorranno almeno 3 anni per tornare alla normalità: “Dobbiamo far capire ai cittadini che prima di tre anni non gli possiamo assicurare niente”. E detta i tempi e le priorità: “Abbiamo una proiezione di almeno 36 mesi per gli inceneritori a Napoli est e Salerno”. Ecco gli inceneritori. Il piano presentato ne prevede addirittura quattro, oltre quello già esistente di Acerra, con l’obiettivo di bruciare la metà dei rifiuti prodotti in Campania . Un impianto a Napoli est da 400 mila tonnellate all’anno, un altro a Salerno da 300 mila e spunta ora anche un gassificatore a Caserta da 90 mila tonnellate. Ma non è finita, il piano prevede un altro inceneritore che dovrà bruciare le 7 milioni di ecoballe stoccate a Giugliano che dovrebbe funzionare per un periodo di 20 anni.

Sul punto non mancano le

Continua a leggere

Condividi
  • Facebook
  • Digg
  • Google Bookmarks
  • Live
  • YahooMyWeb
  • LinkedIn
  • StumbleUpon
  • Twitter

Gas, da Yukos al Kazakistan gli affari tra Putin e Berlusconi

Gas, da Yukos al Kazakistan

gli affari tra Putin e Berlusconi

Gas connection, i segreti della spartizione. Quali i vantaggi per il Paese della relazione tra i due? Chi sono i reali beneficiari dell’intreccio? Un esponente del board di Gazprom riferisce di un investimento del premier italiano in un giacimento kazako
da Roma GIUSEPPE D’AVANZO, da Milano ANDREA GRECO, da New York FEDERICO RAMPINI

* Berlusconi, Putin e quel biglietto la vera storia del gas di Mosca
articolo
Berlusconi, Putin e quel biglietto la vera storia del gas di Mosca
* Berlusconi-Putin, condanna Usa “Si esporta corruzione in Europa”
articolo
Berlusconi-Putin, condanna Usa “Si esporta corruzione in Europa”

Si deve ricordarlo, parliamo della corruzione negli affari energetici. Di come, per usare le parole del Dipartimento di Stato, “la relazione tra Putin e Berlusconi sia funzionale a inoculare corruzione negli altri Paesi, dividere l’Europa, renderla vulnerabile al ricatto energetico della Russia”. Questo lo sfondo. Ora un dettaglio: c’è un biglietto autografo di Berlusconi. Il Cavaliere lo consegna nelle mani di Putin per indicare un “signor Nessuno” (Bruno Mentasti) come la testa di legno – di chi? di Berlusconi stesso? di una consorteria amica e quale? – che dovrà favorire l’ingresso dei russi nel mercato italiano. Quel biglietto autografo è un’impronta digitale. È il sigillo di un metodo che consiglia a Hillary Clinton di chiedere notizie della “torbida connection” tra Putin e Berlusconi segnalata dall’ambasciatore a Roma, Ronald Spogli. Mostra abitudini costanti.

Gazprom “che fa tutt’uno con Putin” dirotta – denuncia il Dipartimento di Stato – “pagamenti ai politici nei paesi “a valle” perché assecondino i piani della Russia”. Queste parole descrivono con cura l'”affare Mentasti”. Fallito il colpo gobbo, condotto con troppa rozzezza, le grandi manovre non s’interrompono. Tracce di corruzione si avvistano, per lo meno, in altre due storie che vale la pena raccontare.

“La spartizione della refurtiva”
(dove, questa volta, è Putin a chiedere un “aiutino” a Berlusconi)

Se parliamo di politica energetica, si confrontano due argomenti tra Europa e Russia. Gli europei in coro chiedono ai russi di giocare con le stesse regole. I russi dicono a ciascuno degli europei: ti do il gas, se mi fai entrare nel tuo mercato. Berlusconi accetta le pretese di Putin. Se necessario, corre a dargli una mano. Sostiene, per esempio, il premier russo quando, nel novembre del 2003, Vladimir Vladimirovic caccia in galera Mikhail Khodorkovskij, l’uomo più ricco di Russia, proprietario della quinta compagnia petrolifera del mondo, la Yukos. Le accuse parlano di frode fiscale e appropriazione indebita – in pochi giorni gli sequestrano il suo 40 per cento di azioni Yukos – ma in realtà, come tutto il mondo sa, Khodorkovskij paga la decisione di finanziare la campagna dei partiti di opposizione a Putin. Berlusconi è l’unico leader occidentale a trovare legittimo l’agguato “sovietico” dell’amico del Cremlino. Un giudizio che ribadisce il 20 maggio 2004. Un paio di mesi ancora – è ormai novembre – e il Cavaliere accompagnato da tre ministri ritorna a Mosca per occuparsi ancora di energia. Come scrive Lorenzo Gianotti in una biografia di Putin di prossima pubblicazione, un quotidiano moscovita (Izvestija) svela (9 novembre 2004) che il possibile acquirente di Menatep (la società finanziaria cui fanno capo gli attivi di Yukos) è “il primo ministro e confidente di Putin, Silvio Berlusconi”. È un

Continua a leggere

Condividi
  • Facebook
  • Digg
  • Google Bookmarks
  • Live
  • YahooMyWeb
  • LinkedIn
  • StumbleUpon
  • Twitter

Tra topi e montagne di monnezza Casal di Principe è Cosentino-city

Ecco l’impero affaristico del boss del Pdl campano, oggi composto da Aversana gas, Aversana Petroli, Ip service, Immobiliare 6 C e Agripoint. Sul decreto del governo sono attive le manine camorriste: discariche e termovalorizzatori sono affari miliardari
di ALBERTO STATERA
CASAL DI PRINCIPE –

Passi il checkpoint Charlie, che non è sulla berlinese Friedrichstrasse, ma è qui sulla cosiddetta via americana del casertano, e ti trovi finalmente a Cosentino-City dopo aver costeggiato, tra Succivo e Gricignano d’Aversa, la U. S. Navy Support City, dove stazionano i marines. Eccolo, sotto un cielo plumbeo di pioggia e di miasmi, il cuore, o meglio la testa, dei rifiuti napoletani, padani e forse europei, dove il percolato fu trasformato in

Continua a leggere

Condividi
  • Facebook
  • Digg
  • Google Bookmarks
  • Live
  • YahooMyWeb
  • LinkedIn
  • StumbleUpon
  • Twitter

Il Vatic ANO

Pedofilia, accuse a Ratzinger
A S. Pietro sit in delle vittime

Rivelazione del New York Times: sacerdote Usa che abusò di circa 200 bimbi sordomuti coperto da Benedetto XVI e da Bertone.

°°° Non è un caso che il vaticANO e la mafia della Cei e di CL stiano con la mafia di Berlusconi e Formigoni. Affari, affari e comportamenti lubrichi e meschini li accomunano.

papamoto

Condividi
  • Facebook
  • Digg
  • Google Bookmarks
  • Live
  • YahooMyWeb
  • LinkedIn
  • StumbleUpon
  • Twitter

Sardistan e affari della P2-mafia

Mentre l’Italia va a rotoli e finisce in fondo a tutte le classifiche del mondo in tutti i settori; mentre la Sardegna continua a precipitare e si conferma la regione più ignorante e povera d’Europa, ecco che questa giunta regionale – diretta espressione della cupola di Palazzo Grazioli – d’accordo con la massoneria sporca dei vari zuncheddu e floris, sta dando la stura alla cementificazione di Tuvixeddu (la necropoli punica più antica e bella del mondo), lungo le coste “sane”, e proprio in mezzo alla laguna e alle saline di Cagliari. Non solo… nella sua impudenza e megalomania, il prestanome di berlusconi, zuncheddu, vuole edificare, proprio in mezzo a migliaia di fenicotteri, sontuosi palazzi per spostare le inutili redazioni del suo giornalaccio provinciale, dei suoi videocitofoni da strapazzo (videolina e Tcs) , con annessi alberghi e palazzi della Regione AUTOMA della Sardegna. In un colpo sol0, i servi del nanerottolo mafioso e cocainomane si troveranno dunque gomito a gomito. Peccato per loro che questa giunta grottesca e del malaffare ( che ha già dato l’OK e stanziato parecchi milioni NOSTRI) durerà poco e che presto verranno tutti spazzati via dai cittadini incazzati. A Roma e qui, nel troppo martoriato Sardistan.

cappellaforas

Condividi
  • Facebook
  • Digg
  • Google Bookmarks
  • Live
  • YahooMyWeb
  • LinkedIn
  • StumbleUpon
  • Twitter