Salute e grano! Coi nostri soldi…

Caso Verdini, ora la finanza
indaga su 2,6 milioni di euro

°°° Queste carogne hanno sempre fatto i loro sporchi maneggi coi soldi che mancano a noi, cari amici. Berlusconi ha sempre rubato ai poveri per dare ai ricchi e si è arricchito depauperando l’Italia e i suoi cittadini. Perché nessuno gli chiede mai pubblicamente come ha fatto ad ammassare così tanti miliardi di euro dal 1994, dato che era col culo per terra, fallito e bancarottiere con seimila miliardi di debiti INESIGIBILI, prima di scaraventarsi in politica?

berlusconi-ladro

Condividi
  • Facebook
  • Digg
  • Google Bookmarks
  • Live
  • YahooMyWeb
  • LinkedIn
  • StumbleUpon
  • Twitter

La Sardegna disperata. “Per tornare a sorridere”…

Vi giunga il mio urlo di dolore, amici lontani.

La Sardegna, per colpa delle scimmiette che hanno creduto alle bestialità e ai deliri di Berlusconi e Cappellacci, è ormai in ginocchio. Sta fallendo.  I padri di famiglia sono sui tetti, nell’ex carcere dell’Asinara, sulle torri del chimico… PER STRADA!

Le aziende, dopo aver inquinato il territorio ed essersi riempite le tasche coi soldi pubblici, chiudono e se ne vanno. Ora tocca ai call center.

Il povero zerbino di Arcore, cappellacci, che ha imbolsito la Ragione infarcendola di ladri-massoni-malavitosi  e faccendieri, non sa che pesci pigliare; non l’ha mai saputo. Lui si fa il viaggetto a Roma, ogni settimana, a prendere ordini da uno  gnomo ridicolo che è più deficiente di lui e non sa un cazzo (e poco gliene cale) dei sardi o della Sardegna.

Il mafionano usa la nostra terra solo per spolparla delle risorse e per devastarne il paesaggio e l’immagine in costa Smeralda.

Cappellacci pensa al un rimpasto (il terzo?) e dice che siamo in emergenza… MA VA?!

Ma non era stato lui (il ladro e bancarottiere della giunta Masala, della miniera di Furtei,  e del comune di Cagliari) a  riempirsi la bocca con la propaganda del suo signore e padrone, quando chiedeva i voti, blaterando che

“LA SRDEGNA DEVE TORNARE A SORRIDERE”?!

Per ora, la gente si mangia i gomiti e a sorridere sono solo le scarpe vecchie, dato che le nuove costano e in pochissimi se le possono permettere.

cappella

Condividi
  • Facebook
  • Digg
  • Google Bookmarks
  • Live
  • YahooMyWeb
  • LinkedIn
  • StumbleUpon
  • Twitter

Il mafioso dell’utri

Un uomo colto. Sul fatto
di Marco Travaglio

Ci sia consentito di ringraziare dal più profondo del cuore il sen. Marcello Dell’Utri, noto pregiudicato e soprattutto bibliofilo tra i più raffinati. Grazie perché non delude mai: trent’anni dopo la prima intercettazione che lo immortalò a colloquio con l’eroico Mangano, continua a ricevere mafiosi e a farsi beccare al telefono senza usare precauzioni. L’altro giorno, quando girava voce di un misterioso senatore sorpreso a colloquio con uomini della ‘ndrangheta, ci siamo detti: no, non può essere ancora lui. Basta con questa cultura del sospetto che associa il suo nome a qualunque scandalo dell’orbe terracqueo. Ogni tanto si riposerà anche lui, che diamine. Invece s’è scoperto che l’uomo al telefono col bancarottiere Aldo Miccichè, latitante in Venezuela, era Dell’Utri. L’uomo che riceveva nel suo studio Antonio Piromalli, reggente del clan calabrese impegnato nei brogli esteri, e suo cugino Gioacchino, avvocato radiato dall’Ordine per una condanna di mafia, era ancora lui. L’uomo che poi ringraziava Miccichè per avergli mandato a casa quei «due bravi picciotti», era sempre lui. Grazie senatore per agevolare, con la sua sostenibile leggerezza dell’essere, gl’investigatori. La prima volta fu nel 1980, quando si fece sorprendere al telefono con Vittorio Mangano a parlare di «cavalli». La seconda nel 1986, quando il Cavaliere lo chiamò per informarlo di una bomba appena esplosa nella villa in via Rovani: ma «fatta con molto rispetto, quasi con affetto», un «segnale acustico» tipico dell’eroico Mangano (che fra l’altro non c’entrava perché era in galera). La terza un mese dopo, quando il mafioso Tanino Cinà gli telefonò per annunciargli l’arrivo di quattro cassate: una per lui, una per suo fratello, una per Confalonieri, una extralarge da 10 chili per Silvio. Le rare volte in cui non parla al telefono, le sue agende parlano per lui: due appunti del novembre ’93 («2-11, Mangano Vittorio sarà a Milano per parlare problema personale»\, «Mangano verso il 30-11») rivelano che, mentre dava gli ultimi ritocchi a FI, riceveva a Publitalia il solito Mangano, reduce da 11 anni di galera per mafia e droga. Altre volte, al telefono, parlano di lui gli amici degli amici. Come due uomini legati alla mafia catanese, Papalia e Cultrera, che il 25 marzo ’94 si preparano alla prima vittoria azzurra: «Il giorno in cui Berlusconi salirà, come ho detto in una cena alla presenza anche di Marcello, si dovranno prendere tante soddisfazioni… fra cui l’annientamento dell’amministrazione (la giustizia, ndr), perché sono gruppi di comunisti!». Marcello è lo stesso che il 12 ottobre ’98 riceve nell’ufficio di via Senato a Milano Natale Sartori (socio della figlia di Mangano in una coop di pulizie), pedinato dalla Dia in un’indagine per droga. Due mesi dopo, 31 dicembre, la Dia filma Dell’Utri mentre incontra a Rimini il falso pentito Pino Chiofalo, che organizza un complotto per calunniare i veri pentiti che accusano Marcello. Maggio ’99: Dell’Utri è candidato in Sicilia all’Europarlamento: un picciotto di Provenzano, Carmelo Amato, vota e fa votare: «Purtroppo dobbiamo portare a Dell’Utri, se no lo fottono. Pungono sempre, ‘sti pezzi di cornuti (i giudici, ndr). Questi sbirri non gli danno pace». Maggio 2001: il boss di Brancaccio, Giuseppe Guttadauro, parla col mafioso Salvatore Aragona: «Con Dell’Utri bisogna parlare», «alle elezioni ’99 ha preso impegni» col boss Gioacchino Capizzi «e poi non s’è fatto più vedere». Aragona rivela: «Io sono stato invitato al Circolo, che è la sede culturale e intellettuale di Dell’Utri in via Senato, una biblioteca famosa». Nel 2003 Vito Roberto Palazzolo, condannato per narcotraffico, imputato per mafia e rifugiato in Sudafrica, aggancia Dell’Utri e la moglie perché premano sul ministro di Giustizia – scrivono i pm – «per ammorbidire le richieste di rogatoria e di estradizione». Nel 2005 la Procura di Monza intercetta due finanzieri, Savona e Pelanda, che parlano del Ponte sullo Stretto e il secondo ha appena saputo dall’amico Dell’Utri che «la gara d’appalto la vince l’Impregilo». Profezia puntualmente avverata. Nel 2005, scandalo scalate & furbetti. Mica c’entrerà Dell’Utri anche lì? No, nelle intercettazioni lui non parla e nessuno parla di lui. Ma poi arrestano Fiorani, e questo parla di 200 mila euro da sganciare ai senatori forzisti Grillo e Dell’Utri. Nessun reato, stabiliscono i giudici. Ma il suo motto è quello di Piercasinando: «Io c’entro». Sempre. Come diceva Montanelli, « Dell’Utri è un uomo colto. Soprattutto sul fatto».

ber-mafioso2

dellutri1

Condividi
  • Facebook
  • Digg
  • Google Bookmarks
  • Live
  • YahooMyWeb
  • LinkedIn
  • StumbleUpon
  • Twitter

La OPPO ,siòri

Stato di umiliazione

Dove non poté l’opposizione, poté la moglie. E Dio solo sa quanto può una moglie, quando è infuriata. E lo sanno anche tanti grandi, anzi piccoli uomini puniti dalle loro donne, come il bancarottiere Felicino Riva, milanista pure lui. Oppure Mario Chiesa, la cui causa di divorzio diede la spinta decisiva alla valanga di Mani pulite. E ora il noto Mario, anzi mariuolo, si è fatto riprendere con le mani nel sacco (dell’immondezza), in complicità con una seconda moglie, versione aggiornata e scorretta della prima. Se si vuole farla franca, infatti, meglio sposare una mariuola pari grado. Mentre la signora Veronica un avvertimento al marito l’aveva già dato, ma lui niente. La Velina dello scandalo, l’ha addirittura fatta ministra. E se qualcuno a sinistra ora dichiara in tv che sono affari di famiglia, è elegante, ma non dice la verità, perché sono affari di Stato. Lo stato di umiliazione in cui è ridotto il Paese.

LE VELINE E LE MINISTRE DI AL PAPPONE

pappone-s3502

berlusconiimbecille

evelina-manna

prostitute3

in-_ginocchio

Condividi
  • Facebook
  • Digg
  • Google Bookmarks
  • Live
  • YahooMyWeb
  • LinkedIn
  • StumbleUpon
  • Twitter