l’Espresso. Dietro i maxi-appalti edilizi del San Raffaele c’è una trama segreta da film di mafia.

Paolo Biondani e Luca Piana per l’Espresso in edicola domani

Don Verze' e Mario CalDon Verze’ e Mario Cal
Dietro i maxi-appalti edilizi del San Raffaele c’è una trama segreta da film di mafia. La storia drammatica di un’insospettabile azienda lombarda che per trent’anni viene strangolata da continui ricatti della camorra. Attentati. Assunzioni di mafiosi imposte con la paura. Prestiti in odore di usura. Visite intimidatorie nei cantieri finanziati dal grande ospedale privato. E la misteriosa gambizzazione di un politico che faceva da prestanome agli imprenditori taglieggiati.

DON VERZE

I rapporti con il mondo degli appaltatori e fornitori, dall’edilizia all’energia, sono una delle direttrici di fondo delle inchieste giudiziarie che puntano a far luce sulla montagna di debiti che rischia di far fallire il grande polo ospedaliero fondato a Milano da don Luigi Verzè. E sulle cause dell’improvviso suicidio di Mario Cal, il manager che da anni era il braccio esecutivo del prete veronese.

Indagini delicate. La prima ipotesi di reato è infatti l’induzione al suicidio: pressioni esterne che potrebbero aver spinto Cal a spararsi, la mattina di lunedì 18 luglio, proprio vicino all’ufficio di don Verzè.

In queste prime settimane di indagini la Guardia di Finanza sta passando al setaccio soprattutto l’archivio privato di Mario Cal: faldoni che il manager suicida custodiva in Brianza, ritrovati grazie a un

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Camorra, gli Stati Uniti le fanno la guerra e il regime Burlesquoni si fa sempre più complice.

Nello Trocchia

Camorra, gli Stati Uniti vanno alla guerra
L’Italia perde sempre più terreno

Mentre in America Obama inserisce la camorra tra le 4 più pericolose organizzazioni criminali del mondo, il governo italiano frena le indagini e, in campo internazionale, rinuncia alle squadre investigative comuni e allo strumento della confisca extraterritoriale

Lo hanno braccato in Olanda lo ‘zio’. Era sfuggito alla retata contro il clan Polverino che, nel maggio scorso, aveva portato in carcere 40 persone. E’ finita ieri la latitanza di Angelo D’Alterio, grazie al lavoro dei carabinieri del comando provinciale di Napoli e dei reparti speciali olandesi, coordinati dalla Procura di Napoli, pm Marco Del Gaudio, Antonello Ardituro e Maria Cristina Ribera, in collaborazione con l’Eurojust (l’Unità di cooperazione giudiziaria dell’Unione europea), con l’Unidad Central Operative e la Guardia civil spagnola. L’ennesima dimostrazione del livello di infiltrazione e condizionamento dei clan camorristici all’estero. I Polverino, in particolare, hanno egemonizzato la Costa del Sol, in Spagna, investendo in operazioni immobiliari i capitali sporchi e il denaro proveniente dal traffico di droga, soprattutto hashish che il clan gestisce con il benestare delle altre organizzazioni criminali italiane.

Basti pensare che, nell’operazione di maggio, il patrimonio sequestrato è pari a un miliardo di euro. I carabinieri, in pochi mesi, hanno arrestato 5 esponenti di spicco del gruppo che fa capo a Giuseppe Polverino, ancora latitante. “ L’ennesima dimostrazione – commentano in ambienti giudiziari – della pervasività dei

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Burlesquoni e la camorra devastano Napoli. Ancora!

Vito Laudadio

26 giugno 2011

In emergenza la camorra ci guadagna ancora di più

Nei momenti di crisi acuta la criminalità accresce il suo potere e il suo consenso. I clan puntano sugli appalti a cominciare dalla fornitura straordinaria di mezzi per la raccolta dei sacchetti ammassati e sul business dello smaltimento. Ma l’affare d’oro sta nell’inceneritore di Napoli est che de Magistris non vuole

Il sindaco di Napoli, Luigi de Magistris, non ha dubbi: “La camorra ostacola la nostra rivoluzione ambientale”. Dietro i roghi, i disordini, la protesta, un ruolo predominante ce l‘ha la criminalità organizzata. Gli fa eco il suo assessore, Giuseppe Narducci, fino a pochi giorni fa in forza alla Procura Antimafia di Napoli: “In alcuni casi – ha dichiarato al Corriere della Sera – è sembrato che più che l’esasperazione dei cittadini ci fosse l’azione di gruppi organizzati”. Parole più
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Santoro: il suicidio della rai di berlusconi-P2-mafia-camorra

“In un periodo in cui le tv generaliste faticano a confermare le performance degli anni passati per la concorrenza delle tv digitali – rileva Starcom in una nota -, Santoro è stato capace di regalare ben 12 punti di share in più nella fascia di prime time (21.00-23.30) rispetto alla media di rete”.

°°° Non ho parole. La Rai ha fatto fuori tutti i dirigenti e i professionisti che conoscevano questo mestire, me compreso, a partire dal 1994. Ha ingaggiato e strapagato dj di serie Z come carloconti, amadeus, il figlio marcio dei Pooh, ecc. e una masnada di zoccole di tutti i sessi per riempire di cicalecci fastidiosi e volgari i palinsesti. Torneremo prima o poi alla normalità e alla qualità? Quién sabe?

zoccole

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Per esempio, la ‘ndrangheta ad hardcore. Dopo Cosa Nostra e la Camorra, mancava qualcuno…

Così Giuliante, avvocato di Ruby, invitò un boss della ‘ndrangheta a cena da Berlusconi

L’ex tesoriere del Pdl lombardo, già avvocato di Ruby, chiama l’uomo delle ‘ndrine. Obiettivo: appoggi politici

Quindici maggio 2009: il cellulare di Paolo Martino inizia a squillare molto presto. Venti minuti dopo le otto, e il presunto boss della ‘ndrangheta, arrestato il 14 marzo scorso per associazione mafiosa, già passeggia nel salotto della sua casa di corso XXII Marzo a Milano. Da mesi ha il telefono sotto controllo. I carabinieri del Ros, infatti, lo considerano il principale referente delle cosche reggine in riva al Naviglio. Condannato a 9 anni per omicidio, col tempo Martino ha fatto carriera. Prima sicario. Poi trafficante. Quindi latitante. E ora, secondo i pm, top manager della mafia più

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Rifiuti, camorra, affari… cosca solita. Grazie, silvio.

Campania, emergenza rifiuti: il nuovo piano prevede 4 inceneritori

Il governo regionale annuncia: “Servono tre anni per uscirne”. Presentato il piano regionale. Legambiente: “Non cambia nulla, un regalo alle lobby dell’incenerimento”

Napoli e la provincia si preparano a un altro fine settimana di crisi nel settore dei rifiuti, le stime della società comunale Asia parlano di circa 3500 tonnellate di spazzatura a terra solo nella città capoluogo. L’ennesima emergenza causata dal blocco degli impianti Stir e dall’assenza di discariche. Una situazione che la giunta regionale, guidata da Stefano Caldoro, vuole risolvere con il nuovo piano rifiuti presentato pochi giorni fa. Il primo dato che emerge dalle parole del governatore è che ci vorranno almeno 3 anni per tornare alla normalità: “Dobbiamo far capire ai cittadini che prima di tre anni non gli possiamo assicurare niente”. E detta i tempi e le priorità: “Abbiamo una proiezione di almeno 36 mesi per gli inceneritori a Napoli est e Salerno”. Ecco gli inceneritori. Il piano presentato ne prevede addirittura quattro, oltre quello già esistente di Acerra, con l’obiettivo di bruciare la metà dei rifiuti prodotti in Campania . Un impianto a Napoli est da 400 mila tonnellate all’anno, un altro a Salerno da 300 mila e spunta ora anche un gassificatore a Caserta da 90 mila tonnellate. Ma non è finita, il piano prevede un altro inceneritore che dovrà bruciare le 7 milioni di ecoballe stoccate a Giugliano che dovrebbe funzionare per un periodo di 20 anni.

Sul punto non mancano le

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Ruby. “Vince Berlusconi” titolano i servi. Ma perdono alla grande l’Italia e la giustizia.

Insomma, amici, la REPUBBLICA ITALIANA NATA DALLA RESISTENZA  è ostaggio di mafia, camorra e ‘ndrangheta, impersonate dal loro omuncolo di paglia Silvio Berlusconi e dalla sua cosca malavitosa che si fa chiamare  “maggioranza parlamentare”. Peccato per loro che questa ennesima buffonata non ha NESSUN VALORE per la giustizia ordinaria.

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ABRUZZO, LA CAMORRA ARRIVA DAL NORD…

ABRUZZO, LA CAMORRA ARRIVA DAL NORD…

Narcotraffico e subappalti. Il 12 ottobre scorso la direzione distrettuale antimafia di Napoli arresta a Bergamo due fratelli, Patrizio e Massimiliano Locatelli. È l’epilogo di un’operazione antidroga partita nel 2005 con l’identificazione del padre, Pasquale Claudio, trafficante internazionale collegato al clan campano Mazzarella e con basi logistiche in Spagna. I due fratelli, secondo la Guardia di Finanza, si occupavano del pagamento dei corrieri e della riscossione dei guadagni.

Ma Patrizio Locatelli è anche titolare di un’azienda di pavimentazioni, la Lopav Pima. E dopo il terremoto in Abruzzo si è aggiudicato, nel settembre 2009, un sostanzioso subappalto: 500 mila euro per sottofondi e posa di pavimenti esterni del progetto Case, i 4.500 appartamenti realizzati dalla Protezione Civile. M. S.

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