Al cittadino non far sapere quanto ruba la cosca del Cavaliere. Silenzio sul processo alla cricca.

Da “La Stampa

ANEMONE ALL'USCITA DAL CARCERE

Dopo le prime due udienze rinviate per motivi tecnici, entra nel vivo il processo alla cosiddetta «Cricca» per gli appalti dei grandi eventi tra cui il G8 della Maddalena e i Mondiali di Nuoto di Roma.

Il processo vede imputati imprenditori, funzionari pubblici e professionisti accusati di aver creato un «sistema gelatinoso» attraverso cui venivano gestiti, al di fuori delle normali regole degli appalti pubblici, i lavori affidati dalla Protezione Civile all’epoca gestita da Guido Bertolaso, indagato.

Deus ex machina del meccanismo corruttivo sarebbe Diego Anemone, imprenditore che aveva a libro paga parecchi funzionari. Mercoledì, davanti al tribunale collegiale di Perugia, verranno affrontate le questioni di costituzione di parte civile e saranno discusse le eccezioni delle difese, compresa quella sulla competenza territoriale già sollevata davanti al giudice per le udienze preliminari.

bertolasoBERTOLASO

Nella scorsa udienza avevano annunciato di volersi costituire parte civile il ministero dell’Economia e Finanze, il Comando generale della

 

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Bertoladro & soci si sono rubati 75 milioni solo da la Maddalena e non hanno bonificato nulla.

Processo alla Cricca, domani in aula un nuovo capitolo

Gli appalti gonfiati dei lavori del G8 alla Maddalena: udienza a Perugia per i diciotto imputati eccellenti.

http://lanuovasardegna.gelocal.it/sassari/cronaca/2012/09/24/news/processo-alla-cricca-domani-in-aula-un-nuovo-capitolo-1.5743432

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Sardegna (circa 140 milioni), bloccati da UE per il programma poli culturali-turismo. I progetti non ci sono o fanno cagare.

Fondi regionali, la Ue chiude i rubinetti
Negati 140 mln destinati alla Sardegna

http://www.unionesarda.it/Articoli/Articolo/281499

°°° Le motivazioni di questa ormai continua burla, che ci ha privati di molti miliardi di euro da Bruxelles, sono sempre le stesse: i progetti dalla Sardegna sono assenti o sono ridicoli, i soldi che arrivano NON vengono spesi. Grazie al mafionano e al suo zerbino Cappellacci e alla sua cricca di massoni incapaci. Questi premiano la pola per la cultura… questo è il livello da almeno 20 anni.

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G8, le Iene sui fondali dell’ex arsenale: le rapine e i delitti della cricca B/B

G8, le Iene sui fondali dell’ex arsenale

Documentato con nuove riprese tv l’inquinamento ancora in atto
Dalle carte rese pubbliche un vorticoso giro di società e subappalti

di Pier Giorgio Pinna

G8, le Iene sui fondali dellex arsenale

LA MADDALENA. Torna sotto i riflettori il sistema di appalti e subappalti per le bonifiche. Emergono nuovi dettagli dalle carte rese in parte pubbliche dall’Unità di missione per il G8. Utili per le inchieste su irregolarità, caporalato, violazioni di norme sulla sicurezza. E intanto le Iene mostrano in tv nuove riprese sull’inquinamento dei fondali nell’ex arsenale.

Vicende complesse, mescolate a misteri. Dal 2008 al 2009 le opere di risanamento nell’area di Moneta vengono assegnate a due sole imprese principali. Il metodo d’azione accordato dalla Protezione civile guidata da Bertolaso (ora a giudizio) prevede però il ricorso a 4 ditte esterne. Che, a loro volta, si affidano poi a

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La Questura dell’Aquila, costi lievitati del 450%, la cricca del mafionano, ovvio.

La Questura da ricostruire
un pastrocchio tutto italiano

Le opere post-sisma. Ieri la Procura ha notificato avvisi di garanzia a dirigenti pubblici in seguito alle indagini su una vicenda di appalti affidati senza gara. Che lievitano del 450%. E poi finiscono nelle mani di aziende legate alla politica

di GIUSEPPE CAPORALE

La Questura da ricostruire un pastrocchio tutto italiano La Questura dell’Aquila

L’AQUILA – C’è un pastrocchio tutto italiano nella storia della ricostruzione della Questura dell’Aquila. Un pastrocchio scritto nelle carte della Procura della Repubblica che ieri ha notificato gli avvisi di garanzia a dirigenti pubblici – tra cui l’ex provveditore alle Opere pubbliche di Lazio, Abruzzo e Sardegna, Giovanni Guglielmi. Una storia di appalti affidati senza gara – che lievitano del 450% – e poi finiscono nelle mani di aziende legate alla politica.

I lavori per il palazzo della Polizia gravemente lesionato dal terremoto, almeno all’inizio, dovevano costare 3 milioni di euro. Come da preventivo della società Inteco spa – la stessa che aveva ricevuto, con procedura d’urgenza, anche l’affidamento del puntellamento della struttura appena dopo il

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Blambillik, rappresenti solo te stessa e la tua cricca. Ma vedi di andare AFFANCULO!

BRAMBILLA, INFAMIE SU ME MINISTRO E MADRE BIMBO 5 ANNI…
(AGI) –
“La pubblicazione da parte dei quotidiani Repubblica e Il Fatto Quotidiano, ed il risalto riservato, di giudizi gravemente diffamatori e lesivi della mia onorabilita‚, che tale signor Bisignani avrebbe espresso su di me in una conversazione privata con il figlio, offendono la mia persona come ministro, come donna e come madre”. Afferma in una nota il Ministro del Turismo, Michela Vittoria Brambilla. L’esponente Pdl denuncia che “i responsabili della diffamazione dei due giornali citati, in assoluta coerenza con la loro etica giornalistica, pur di infangare gratuitamente membri del governo in carica, non rifuggono all’ingiuria indiretta e non si fanno scrupolo ad utilizzare epiteti infamanti per la madre di un bambino di cinque anni”.

“Ho ritenuto opportuno farmi interprete del sentimento dei milioni di donne che rivendicano il rispetto della loro condizione e del loro onore – prosegue – ed ho pertanto dato mandato ai miei legali di procedere in sede penale nei confronti dei due quotidiani in questione. Inoltre mi costituirò parte civile per ottenere un risarcimento che sarà interamente devoluto ad un’iniziativa di sostegno alle giovani madri in difficoltà”.

°°° AHAHAHAHAHAHAHAHAHAH!

brambillik

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Masi usa la Rai per farsi i cazzi suoi coi NOSTRI SOLDI!

Anacapri: Masi, la cricca e il caso

della villa scomparsa

Una veduta di Anacapri

C’è una splendida villa sull’isola di Capri che doveva essere comprata da Mauro Masi e ristrutturata da Anemone, di cui si parla nelle intercettazioni dell’inchiesta sulla ‘Cricca’, anche se nessuno se ne è accorto. La sua storia si intreccia a quella della fiction scritta dal proprietario della casa, approvata e pagata dalla Rai di Masi. L’immobile al centro dell’affaire doveva diventare il nido d’amore del direttore generale e della sua ex, l’attrice Susanna Smit ma la compravendita è saltata dopo gli arresti di Angelo Balducci e Diego Anemone.

Tutto inizia nel dicembre del 2009 quando la compagna 34enne di Masi firma un compromesso che la impegna a stipulare un atto da 2,3 milioni di euro entro l’estate 2010. A gennaio 2010 Mauro e Susanna aprono le porte della villa alla ditta di Anemone in vista di una ristrutturazione urgente. Il 10 febbraio Anemone e Balducci finiscono in prigione e i giornali pubblicano le intercettazioni. Poco dopo Susanna Smit rinuncia al

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Rifiuti a Roma come a Napoli. Lo scrissi un anno fa, ricordate?

Rifiuti, Roma diventa Napoli…
E Alemanno resta a guardare

di Jolanda Bufalini

IMG

Sulla gestione dei rifiuti a Roma e nel Lazio si è gridato tante volte «al lupo al lupo» ma ormai siamo sull’orlo del precipizio. La discarica di Malagrotta è colma e l’ultima proroga, di sei mesi, scadrà a giugno. Ma la soluzione del problema non c’è. «Dovrà chiudere e, allora, altro che Napoli», sostiene Antonio Rugghia (Pd), relatore insieme a Candido De Angelis (Fli) per il Lazio nella Commissione parlamentare di inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti.

È un fallimento a tutto campo quello descritto dalle conclusioni della relazione, secondo cui il Lazio è andato nella direzione opposta a quella dichiarata e trasformata in legge. Il piano di smaltimento di Renata Polverini, che ricalca quello di Marrazzo, ha per obiettivo il 60% di differenziata ma nella realtà «anziché ammodernare e potenziare le strutture di trattamento è stato privilegiato il ricorso allo smaltimento in discarica».

°°° Quando al posto di uno statista e di un governo ci sono un malavitoso e una cricca di ladroni incapaci, questo è il minimo che può capitare. Nessuna visione, nessuna programmazione, nessun progetto: tranne quello di comandare e di ARRAFFARE!

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Ladrusconi e Bertoladro. L’ultima beffa della Maddalena: addio al sogno dell’hotel del G8

L’ultima beffa della Maddalena
Addio al sogno dell’hotel del G8

L’ultima beffa della Maddalena Addio al sogno dell’hotel del G8 Licenziati i dipendenti, la Mita pronta a ridare le chiavi alla Regione.La struttura era stata data in gestione per 40 anni al gruppo Marcegaglia. I lavori furono affidati da Bertolaso al cognato Francesco Piermarini.
LA SUITE di Obama, adesso, più che una leggenda rischia di passare alla storia come il simbolo di una grande incompiuta. Alla Maddalena sull’ex Arsenale, l’unica struttura costruita per il G8 tenuta in vita, potrebbe calare presto il sipario. Colpa dei ritardi del governo e della Regione.

Per la bonifica di questo spicchio di mare antistante l’hotel del G8 – dato in gestione dalla Regione per 40 anni alla Mita Resort del gruppo Marcegaglia, canone da 60 mila euro l’anno più 30 milioni post-bonifica – Guido Bertolaso, l’ex capo della Protezione civile, ha speso 72 milioni di soldi pubblici. I lavori sono stati affidati al cognato Francesco Piermarini: ma la pulizia della discarica marina – in perfetto stile Cricca – non è mai stata completata. E così in porto le barche non possono navigare. Come un campo da calcio dove è impossibile tirare calci al pallone. Non pervenuti nemmeno i permessi per l’hotel che doveva ospitare i capi di Stato: primo fra tutti l’abitabilità. Mita le aspettava già questa estate le carte, ma la Regione Sardegna – proprietario di questo sito di 150mila metri quadrati dove un tempo sorgeva l’Arsenale militare – non ha ancora effettuato nemmeno la perimetrazione dell’area. E’ questo il quadro di Porto Arsenale, la struttura sorta dalle ceneri dello scandalo del G8 (un affare costato 500milioni di euro, 327 per le opere alla Maddalena, il resto per l’Aquila) che nei piani del gruppo Marcegaglia doveva diventare il porto turistico più importante del Mediterraneo.
Ora potrebbe trasformarsi nell’ultima beffa della Maddalena.

Il 31 dicembre i lavoratori ancora sotto contratto con la Mita Resort – una dozzina tra guardiani e marinai – se ne andranno a casa. Gli altri essendo stagionali se ne erano già andati a settembre. L’unica azienda maddalenina che ancora lavora nell’ex Arsenale è la Roland Garden, che cura il verde. Che sia solo la prassi invernale per un porto collegato a una megastruttura turistica? Secondo il capitolato d’appalto, Mita – che ha ottenuto la concessione dell’ex Arsenale a un prezzo certamente vantaggioso – avrebbe dovuto presentare al Comune un piano industriale a garanzia che il suo business sarebbe stato per l’isola anche un’occasione di rilancio – e di indennizzo. Il piano non si è ancora visto. Secondo quanto filtra da fonti vicine alla società – che ufficialmente non dichiara nulla -, prima di fare nuovi passi ( la sola manutenzione della struttura costa 2 milioni di euro l’anno) il gruppo Marcegaglia vuole vederci chiaro. Che significa capire alcune cose: primo, se le acque dell’Arsenale continueranno – nonostante il piano della Protezione civile – a essere infestate da idrocarburi e quindi non navigabili. Secondo, se la Regione manterrà fede – finora non lo ha fatto – agli impegni presi. In pratica: non essendo nelle condizioni di poter sviluppare il proprio progetto Mita potrebbe valutare l’ipotesi di rivedere il suo impegno nell’affare di Porto Arsenale. I magazzini sono pieni di materiale ancora incellofanato: banchine galleggianti, divise del personale, attrezzature subacquee, gommoni, macchine elettriche. Tutto con il logo “Porto Arsenale”. Se sono inutilizzati non è certo per colpa di Mita. La società della Marcegaglia risulta danneggiata dalla celerità elefantiaca della Regione e dagli effetti imprevisti retaggio della scriteriata azione della Protezione civile (Bertolaso&Co) sull’isola. “Siamo di fronte a un paradosso – tuona il sindaco Pd Angelo Còmiti – c’è una società che deve fare i suoi investimenti – che servono come il pane a questa città – ma non viene messa nelle condizioni per farlo. Governo e Regione ci hanno abbandonato al nostro destino”.

Dietro la nebulosa senza fine che avvolge tutto quello che è passato sotto le grinfie della Cricca Balducci-De Santis-Della Giovampaola-Anemome, aleggia un nuovo spettro: e cioè che Mita di qui a poco decida di riconsegnare le chiavi dell’ex Arsenale alla Regione. “Cappellacci (governatore sardo, ndr) se ne sta lavando le mani”, tuona il consigliere comunale Mauro Bittu. Nell’arcipelago degli scandali e delle beffe c’è rabbia. Altro che riconversione: molto di quello che è stato costruito per il G8 langue e appassisce. L’hotel a 5 stelle sorto nell’ex ospedale militare dista un centinaio di metri dall’Arsenale: è costato 75 milioni, 742 mila euro a stanza (sono 101). A febbraio 2010 – dopo un’inchiesta di Repubblica – Bertolaso promise che sarebbe stato fatto un nuovo bando di gara per l’assegnazione. Che c’erano contatti avviati con due società. Zero. Il bestione è ancora lì, con le erbacce intorno, una cattedrale sul mare e nessuno la vuole. E ancora: più nulla si sa del Water Front, il porto turistico cittadino i cui lavori dovevano partire a ottobre. Doveva essere un’opera collegata al G8 anche quella: ma dopo gli scandali sulla corruzione, gli arresti, i costi fuori controllo, è scivolata “a data da destinarsi” sorride amaro Còmiti. Le spese? Dieci milioni di fondi Fas, altri cinque provenienti dalle casse della Regione: ma è ancora tutto fermo. Roberto La Monica fa il pubblicitario. Con una mostra fotografica aveva già lanciato l’allarme sull'”isola usa e getta”. Ora ha proposto all’amministrazione una campagna di rilancio intitolata “Maddalena c’è”. Forse bisognerebbe aggiungerci un punto interrogativo.

(22 dicembre 2010)

°°° Da pigliare a calci nel culo tutti quei sardi ladroni o decerebrati che hanno dato fiducia a una banda di ladri come berlusconi, cappellacci, corona, bertoladro, e la loro cricca. Mi vergogno sempre di più di certi sardi.

hotel g8

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