Tocco. Leggete qui…

Tocco, quando l’eolico
fa invidia agli americani

Il caso del comune abruzzese esaltato dal New York Times, ma in Italia di energia dal vento si continua a parlare per i casi di mafia e speculazione. Con il sondaggio mensile i lettori ci hanno chiesto di svelare il paradosso dal nostro inviato VALERIO GUALERZI

Tocco, quando l'eolico fa invidia agli americani La prima pagina del New York Times con il reportage da Tocco da Casauria

TOCCO DA CASUARIA (PESCARA) – La signora Anna gestisce l’edicola sulla via principale del paese. In mezzo ai giornali ci vive, ma una copia del New York Times probabilmente non l’aveva mai vista. “Mi hanno chiamato anche i parenti dall’Australia – racconta – per dirmi che Tocco era in prima pagina”. Il “miracolo” risale allo scorso 29 settembre quando il più

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Scandalo eolico, indagati Dell’Utri e Cosentino. °°° La cricca Berlusconi è sempre la stessa

Scandalo eolico, indagati Dell’Utri e Cosentino.
Inchiesta G8, Carboni cercò di avvicinare i pm

°°° Ma c’è davvero ancora qualcuno con il cervello a posto che  non abbia capito che banda di malavitosi e mafiosi  agisce con il peggior delinquente europeo di tutti i tempi?

LA  FICTION  E  LA  REALTA’

B-italy

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Le porcate della cricca sarda con l’eolico

Gli «smemorati» sardi del Pdl che rinnegano la sbornia eolica

di Gianluca Serratutti gli articoli dell’autore È un contagio di massa. Inizia a colpire misteriosamente il centrodestra sardo dallo scorso marzo. Una febbre antieolico virulenta che i maliziosi collegano alla pubblicazione di intercettazioni scomode. Quelle che avrebbero indotto Cappellacci a bloccare l’eolico, fino a due mesi fa senza limiti. Fatto sta che la febbre dilaga e colpisce pure la memoria, facendo diventare talebani i liberisti che per 5 anni avevano accusato la giunta Soru di aver fermato il prolificare di pale eoliche. Mario Diana, capogruppo del Pdl in Consiglio regionale, l’8 maggio dichiara all’Unione Sarda che «il centrodestra ha invertito la tendenza, siamo passati dall’era Soru alle regole». Allo stesso giornale l’11 novembre 2008 dichiarò: «Soru ha promosso politiche contro l’eolico … si apra la strada alla liberalizzazione». L’attuale assessore della Programmazione La Spisa, commentando le scelte del centrosinistra sull’energia, nell’ottobre 2004 sentenzia: «Saremo un’isola senza energia» (titolo dell’Unione Sarda) e «Si è detto no all’energia pulita del vento». Il 19 febbraio 2005 il ministro Matteoli tuonava «Per lo stop all’eolico il governo chiederà i danni». Antonello Liori, oggi assessore alla Sanità della giunta Cappellacci che due mesi fa blocca improvvisamente l’eolico, l’8 marzo 2005 ricorda a tutti che «La Sardegna non può sopportare all’infinito le bizze degli ambientalisti da salotto che ci hanno anche imposto l’abbandono del nucleare. Adesso ci costringono ad un vergognoso dietro front sull’eolico». Intanto il governo Berlusconi chiama in causa la Corte Costituzionale contro la cosiddetta legge salva coste, che aveva anche bloccato l’eolico in attesa di approvare il piano energetico. La Corte si pronuncia a favore della Regione nel gennaio 2006. Il deputato Cicu non approva, per lui «E’ una norma dannosa». E per Mauro Pili, che da Presidente nel 2003 dà il via libera a 2000 Megawatt di pale , «Una sentenza contro la Sardegna e contro i sardi, la legge blocca lo sviluppo e metterà i sardi in ginocchio». All’alba dell’epidemia verde, il 7 marzo 2010, dalle colonne dell’Unione Sarda rassicura: «Tutti al bando i signorotti del vento». Qualcuno provocatoriamente sostiene che Pili, convertitosi, sia il vero untore del contagio, provocando qualche imbarazzo al suo coordinatore nazionale intercettato, Verdini, e agli altri indagati del partito. Pochi giorni fa, il 12 maggio, i leader maximi dei partiti che sostengono Cappellacci fanno un comunicato congiunto: «La posizione della

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Questo regime di ladri

Un mega impianto eolico nel paradiso della Sardegna

di Paola Medde

VEDUTA DI S’ARCHITTU ( che potremmo perdere)

mare

L’assalto alle coste sarde ha raggiunto l’ultima frontiera, quella del mare. Dopo che il cemento ha inghiottito ettari di costa, ora è da lì, dal fronte opposto, che arriva la minaccia. S’Archittu è un imponente monumento di terra lunare in cui il mare nei

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Mentre da noi si delira di nucleare…

Eolico: il vento americano potrebbe coprire il fabbisogno di energia mondiale

23 Giugno 2009 11:35
SCIENZE E TECNOLOGIE

ROMA – Per soddisfare il bisogno di energia di tutto il mondo basterebbe catturare con le pale eoliche il vento sul territorio degli Stati Uniti. Lo afferma uno studio pubblicato sulla rivista dell’Accademia Americana delle Scienze ‘Pnas’ da Michael McElroy della School of Engineering and Applied Sciences, Harvard University di Boston. Secondo gli scienziati, basterebbe una rete di turbine da 2,5 megawatt di potenza sistemate dove non siano dannose per l’ambiente, lontano da foreste, ghiacciai e anche dalle principali aree urbane, che operino ad appena il 20% della loro capacita’, per produrre un quantitativo di energia pari a oltre 40 volte il consumo globale corrente di elettricita’, oltre cinque volte il consumo globale di energia in tutte le sue forme. (Agr)

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Silvio, potresti andare a cagare?

Secondo un sondaggio presentato al Forum «QualEnergia» di Roma
Energia: agli italiani piace rinnovabile
Gradimento dell’ 80% per il solare ed eolico. Al nucleare, ritenuto «pericoloso e costoso» solo il 14%

ROMA – E’ il mix formato da energia solare più eolica quello che sta nel cuore degli italiani: l’80% di un campione rappresentativo della popolazione nazionale vorrebbe che fosse la fonte principale con cui produrre l’elettricità. Solo il 14% opta per il nucleare, di cui tanto si parla in questi mesi a causa del progettato rilancio da parte del governo. Questi dati, presentati al Forum Qual Energia, promosso a Roma da Legambiente e dal Kyoto Club, sono il frutto di una ricerca condotta da Lorien Consulting, un gruppo specializzato in indagini socio-economiche e del mensile La Nuova Ecologia. Dal nuovo sondaggio emerge una fotografia dell’Italia molto consapevole e informata sulle questioni energetico-ambientali che, per il 68,7% degli intervistati, rappresentano i problemi più rilevanti rispetto ad altri, come il rischio del terrorismo (22,1%) o la casa (4,9%). Sul nucleare in particolare emerge che più del 60% degli intervistati lo considera pericoloso e costoso e preferirebbe evitarlo.

DISPOSTI A PAGARE DI PIÙ – Ma il dato forse più significato emerso dall’indagine è quello relativo ai sacrifici che gli italiani sono disposti ad affrontare pur di garantirsi in futuro ambientale e dei sistemi di produzione energetici puliti. «Anche in tempi in cui si tende a diminuire il budget quotidiano (37,7% degli intervistati), gli italiani dichiarano un’aperta disponibilità a pagare di più per garantirsi energie pulite e sostenibili», ha riferito Antonio Valente, amministratore delegato di Lorien Consulting . Anche secondo il presidente di Legambiente Vittorio Cogliati Dezza lo scarso indice di gradimento del nucleare dovrebbe fare riflettere: «Nonostante la recente pressione mediatica, la stragrande maggioranza del campione intervistato, a prescindere da fattori anagrafici, socio-economici e di appartenenza politica, definisce l’energia nucleare cara e pericolosa, e privilegia le fonti rinnovabili. Solo una minoranza (14%) indica il nucleare come fonte da preferire; una minoranza che, di fronte all’ipotesi di abitare vicino a una centrale o a un deposito di scorie radioattive, avrebbe comunque seri dubbi».

LE PERCENTUALI – Il Forum QualEnergia, giunto quest’anno al secondo appuntamento, propone tra i temi la crisi economica e gli stili di vita sostenibili e, nei propositi degli organizzatori, vuole essere un’occasione per dare una risposta ai problemi energetici: dai cambiamenti climatici ai limiti delle risorse. La crescente attenzione degli italiani per le energie rinnovabili è anche il tema di un rapporto presentato dalla Fondazione Sviluppo sostenibile presieduta dall’ex ministro dell’Ambiente Edo Ronchi, secondo cui, entro il 2020, un kilowattora su tre (pari al 33%) dell’ energia elettrica può essere prodotto utilizzando fonti energetiche rinnovabili. «L’attuale obiettivo di produrre entro il 2020 solo un kilowattora su quattro, pari al 25%, di energia elettrica utilizzando fonti energetiche rinnovabili –sostiene Ronchi – sarebbe infatti un freno alla crescita del solare, dell’eolico e delle biomasse: si può fare di più». Il 33% di rinnovabili, che corrisponde a 108 terawattora (Twh) di produzione nazionale al 2020 (partendo dai 58 prodotti nel 2008) comporta l’obiettivo di 50 nuovi TWh rinnovabili da produrre entro il 2020. Tale obiettivo è impegnativo ma, secondo la Fondazione Sviluppo Sostenibile, raggiungibile nel modo seguente: 22 Twh di nuovo eolico, 11 Twh di nuove biomasse e biogas, 7 Twh di nuovo solare, 5 Twh di nuovo idroelettrico.

Franco Foresta Martin
27 maggio 2009

°°° Come dire… silvio berlusconi e claudio scajola, ANDATEVELA A PRENDERE NEL CULO!

berlusconi-via2

sbattimilafaccia

scajola-nucleare

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