Tarantini si sacrifica in cambio di cosa? Burlesquoni continua a corrompere e scappare dai suoi reati.

Caso escort, il regalo di Tarantini a B. Con il rito abbreviato niente ragazze in aula

Non sarà come il processo Ruby che vede sfilare in aula ogni settimana le fanciulle ospiti delle cene eleganti ad Arcore. A poche settimane dalle ormai inevitabili elezioni in dono al Cavaliere arriva l’aiuto di un vecchio amico ed ex ufficiale procacciatore di prostitute. L’avvocato dell’imprenditore però smentisce: “Non è stato ancora deciso”.

Caso escort, il regalo di Tarantini a B. Con il rito abbreviato niente ragazze in aula

http://www.ilfattoquotidiano.it/2012/12/08/caso-escort-regalo-di-tarantini-a-berlusconi-con-rito-abbreviato-niente-ragazze/439739/

 

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Aria nuova. Tempi duri anche per i magistrati corrotti dal nano

Bari, il pm Laudati verso il rinvio a giudizio
“Ostacolò l’indagine sulle escort a Berlusconi”

Chiusa l’inchiesta a carico del procuratore capo: ipotesi di reato sono abuso d’ufficio e favoreggiamento. La vicenda ruota intorno al ruolo di “procacciatore” di Tarantini ed era nata da uno scontro tra i magistrati del capoluogo regionale.

“Escort, favorì Berlusconi”
chiuse le indagini su Laudati

L’inchiesta di Lecce sulla gestione del caso delle donne a pagamento portate da Tarantini nelle residenze dell’ex premier. Il procuratore capo di Bari accusato di aver ‘ostacolato’ le indagini, verso la richiesta di rinvio a giudizio. Indagato anche il suo ex sostituto Scelsi, che aveva in mano l’inchiesta

"Escort, favorì Berlusconi" chiuse le indagini su LaudatiAntonio Laudati

La procura di Lecce ha chiuso le indagini sui veleni che hanno inquinato il Palagiustizia di Bari nel 2011, accusando formalmente di abuso d’ufficio e favoreggiamento personale il procuratore capo di Bari, Antonio Laudati. L’ipotesi di abuso d’ufficio è contestata anche all’allora pm (ora alla Procura generale di Bari), Giuseppe Scelsi, titolare del fascicolo sulle escort di Gianpaolo  Tarantini e principale accusatore di Laudati.

Nella chiusura delle indagini, notificata anche a quattro giornalisti pugliesi accusati di diffamazione, un’ampia parte è dedicata alla posizione di Laudati che, secondo il capo della procura salentina, Cataldo Motta e il suo aggiunto, Antonio De Donno, avrebbe “intenzionalmente arrecato ingiusto danno ai magistrati Giuseppe Scelsi e Desirée Digeronimo”, istituendo una squadra di polizia giudiziaria scelta all’interno della guardia di finanza, e incaricando la più nota “aliquota” di indagare (sotto la sua diretta supervisione) sulle “modalità di conduzione delle indagini sulla sanità pubblica pugliese”, svolte da Scelsi e Digeronimo.

http://bari.repubblica.it/cronaca/2012/09/25/news/escort_favor_berlusconi_chiuse_le_indagini_su_laudati-43266809/?ref=HREC1-4

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Berlusconi indagato dai pm di Bari. “Fece mentire Tarantini sulle escort”°°°Poverino, ma chi ci crede?

Mumble… mumble… Berlusconi, avete detto? Beh, allora è il minimo. Lui è un vecchio ragazzaccio che si diverte a fare piccole marachelle: rubare, corrompere, minacciare, creare dossier fasulli, comprare testimoni, sputtanare chi non gli è complice, etc. Sì, allora è evidente che i Pm hanno visto giusto. E magari hanno anche le prove.

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“Punire i corrotti oggi è più difficile”. Colpa di una legge ad personam per B.

La Corte dei conti: “Più difficile perseguire i corrotti”. Colpa di una legge ad personam

All’inaugurazione dell’anno giudiziario, il procuratore regionale della Lombardia Antonio Caruso sottolinea gli effetti del “lodo” presentato nel 2009 dal parlamentare del Pdl Maurizio Bernardo. Che limita drasticamente la possibilità di chiedere i danni d’immagine ai funzionari pubblici infedeli

Il deputato del Pdl Maurizio Bernardo

In tempi di crisi, riprendersi i soldi dei corrotti sarebbe ancora più utile al bilancio dello Stato. Invece “la tutela dei fenomeni corruttivi o concussivi è obiettivamente rallentata”. Lo scrive il Procuratore regionale della Corte dei conti per la
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“Berlusconi comprò il silenzio di Tarantini sul giro di escort” Ma che novità!

Escort, Riesame: “Berlusconi
comprò il silenzio di Tarantini”

Le motivazioni con cui il tribunale respinse la richiesta di arresto per Lavitola. Secondo i giudici fu l’ex premier a consegnare al faccendiere latitante i 500mila euro destinati all’imprenditore barese

Escort, Riesame: "Berlusconi  comprò il silenzio di Tarantini"Gianpaolo Tarantini

L’allora premier Silvio Berlusconi avrebbe indotto Gianpaolo Tarantini a mentire agli inquirenti baresi che indagano sulle escort inviate da ‘Gianpi’ a casa del presidente del Consiglio e avrebbe tentato di comprare il silenzio dell’imprenditore barese. In cambio Berlusconi avrebbe fatto consegnare 500mila euro a

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Il Trota coinvolto in festini, cocaina, escort. Che vi aspettavate da un pidocchio miracolato?

Cocaina, escort e festini
le amicizie pericolose di Bossi Jr

Alessandro Uggeri, fidanzato dell’assessore regionale Monica Rizzi grande sponsor del figlio del Senatur, rischia di mettere nei guai “il trota”. Sull’imprenditore un’indagine della procura. Nel fascicolo per ora non ci sono indagati. Sotto tiro affari immobiliari nel bresciano

Cocaina, escort e festini le amicizie pericolose di Bossi JrRenzo Bossi con Valerio Merola

dal nostro inviato PAOLO BERIZZI
BRESCIA – Un’amicizia “spericolata” rischia di portare nei guai giudiziari Renzo Bossi, figlio del leader della Lega. Il legame è quello con Alessandro Uggeri, fidanzato dell’assessore regionale Monica Rizzi, che aiutò Bossi jr nella campagna elettorale delle regionali 2010. Un’amicizia stretta al punto che il “Trota” – come il padre ribattezzò anni fa Renzo – trovò ospitalità nella villa di Uggeri nelle settimane in cui combatteva per raccogliere preferenze. In quella villa erano però state segnalati festini con escort e cocaina. Le verifiche investigative hanno trovato conferma ai sospetti. E a quelle serate sexy risultava presente anche Bossi jr. Il consigliere regionale leghista non è formalmente indagato, ma l’inchiesta comunque lo riguarda.
È un altro “scivolone” in un curriculum movimentato. in origine furono dei falsi (non suoi) e una gita spericolata con una moto a quattro ruote nei boschi di Ponte di Legno.

I fatti si svolgono a Brescia, la circoscrizione nella quale Bossi jr è stato eletto con 13mila preferenze, e qualche polemica. Secondo i magistrati ad agevolarlo nella corsa al Pirellone sarebbero stati dei dossier fabbricati per eliminare dalle liste del Carroccio due avversari scomodi: un “aiuto” confezionato da un maresciallo delle Fiamme Gialle su mandato della Rizzi, bresciana, assessore regionale allo Sport e amica del Trota. Per questa vicenda la Rizzi è indagata dal Pm Salamone. Una nuova grana che si

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Quando le escort sono meno troie delle politicanti berlusconiane e MOLTO PIU’ ONESTE E RESPONSABILI.


Le escort vogliono pagare le tasse. L’appello
di Marina: “Fateci aiutare il nostro Paese”

La proposta arriva direttamente da una prostituta che ha lanciato la proposta dalle colonne del Gazzettino. Secondo Marina“in Italia, la legalizzazione della prostituzione porterebbe tanti miliardi di euro nelle casse dello Stato”

“Credo che il Governo Monti debba includere nella sua Manovra sul lavoro anche la possibilità di legalizzare la Prostituzione, che significa altresì far emergere il ‘lavoro sommerso’ di circa 300.000 individui fra donne/trans/uomini che oltretutto risultano per lo Stato disoccupati. Legiferiamo sulla Prostituzione, fateci pagare le tasse, fateci aiutare il nostro Paese”. Chi scrive è Marina: si definisce “orgogliosamente una ‘puttana’” e ha inviato al Gazzettino.it una lettera. Con una richiesta: visto il momento di crisi economica in cui la manovra mette le mani nelle tasche dei lavoratori italiani, anche lei vuole contribuire pagando i

santanchè

contributi. E per farlo bisogna legalizzare il mestiere più antico del mondo.

“Appartengo a una categoria di persone che tanto vorrebbe pagare le tasse, ma che in questo paese non gli viene permesso”, scrive Marina. E spiega che “in Italia, la legalizzazione della prostituzione non solo porterebbe tanti milioni, se non miliardi di euro, nelle casse dello Stato – scrive Marina -, ma risolverebbe indirettamente anche il problema dello sfruttamento della prostituzione e della tratta di esseri umani dei quali sono vittime numerose ragazze non solo dell’Est Europa, ma anche del Centro Africa e sempre più anche cinesi”. Oltre a dare un giro di vite allo sfruttamento delle straniere, la prostituta ricorda che “negli ultimi 20 anni circa davanti a un problema si è preferito chiudere gli occhi facendo finta che non ci fosse, piuttosto che adottare delle valide strategie per risolverlo”.

Marina, però, non è l’unica ‘lavoratrice del sesso’ disposta a rimpinguare le casse dello Stato. Ambra, ad esempio, ha 40 anni e una doppia vita. Di giorno impiegata e di notte, per necessità, escort. “Sono d’accordo, sarebbe ora di legalizzare e pagare i contributi, specie per chi lo fa a tempo pieno – puntualizza – . Anche per noi è un momento difficile: se prima riuscivi a fare 1000 euro a settimana adesso devi accontentarti di 200. Ma visto che in Italia ci sono migliaia di prostitute, sarebbe giusto tassarle. E in questo momento darebbero un aiuto importante”. Anche Gaby, 35 anni, vorrebbe che “il lavoro di escort venisse regolarizzato” e sta già pensando da sé a come inquadrare la sua posizione fiscale. “In questi giorni ho iniziato a cercare su Internet per capire come fare – racconta -. Vorrei pagare le tasse, e anche allo Stato converrebbe metterci nelle condizioni di farlo”. Infatti anche altre “colleghe” condividono la stessa opinione. Ad esempio Elena, 28 anni, convinta che “per non avere problemi sarebbe meglio che il ‘mestiere’ fosse riconosciuto per legge”. Ma per ora “niente normativa e niente tasse”. Non tutte però sono d’accordo: tra queste Chiara, escort di 31 anni “solo per soldi e piacere”, che spiega di non avere nessun interesse a essere inquadrata come ‘normale’ lavoratrice. “Dallo Stato non mi aspetto nulla. E visto che sono giovane non riceverò neanche la pensione”. Che, quindi, costruisce con i soldi negati al fisco.

In altri paesi europei, però, la “professione” è già stata regolamentata e le prostitute versano regolarmente i contributi. Proprio come gli altri cittadini. In Germania ad esempio, le lavoratrici del sesso sono soggetti contribuenti per il fisco dal 2002, quando una legge firmata da Gerhard Schroeder le ha inserite nel registro delle attività lavorative e ha riconosciuto loro gli stessi doveri fiscali dei concittadini. Una norma che consente a chi esercita di farlo con le tutele necessarie a livello sanitario e previdenziale. Anche in Olanda, Svizzera, Austria, Grecia,Ungheria e Lettonia la prostituzione è legalizzata e impone il regolare versamento di contributi oltre che di controlli sanitari per la prevenzione di malattie veneree e la regolare registrazione anagrafica di chi esercita. E’ considerato reato lo sfruttamento ma le prostitute versano i contributi sui proventi delle loro attività ed esercitano in case d’appuntamento, quartieri a luci rosse e bordelli riconosciuti dallo Stato. E rimpinguano le casse dei loro paesi.

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