Il fascio Feltri raglia di pensione a 67 anni “come in Germania”, ma lui ci è andato a 53.

Vittorio Malagutti

Feltri, baby-pensionato ben pagato

Per rimettere in sesto i conti pubblici bisogna innanzitutto intervenire sulle pensioni innalzando l’età in cui si smette di lavorare. La ricetta, in verità non nuovissima, arriva da Vittorio Feltri che martedì sera durante la trasmissione In Onda condotta su La7 da Luisella Costamagna e Luca Telese, ha detto la sua sulla manovra appena varata dal governo. “Bisogna fare come la Germania”, ha detto sicuro l’editorialista de Il Giornale. “Tutti sanno che in Germania si va in pensione a 67 anni, ha spiegato Feltri, “mentre noi ci ostiniamo ad andarci a 58,59, 60”.

Tutto vero, come no. Anzi, a volte capita perfino che qualcuno riesca a raggiungere l’agognata pensione anche prima, molto prima. Feltri per esempio ce l’ha fatta a soli 53 anni, nel 1997. Una pensione d’oro: ben

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Feltri e la sua “macchina del fango” agli ordini di burlesquoni.

Feltri e la sua “macchina del fango”

assolti dall’Italietta del quieto vivere

Le critiche all’Ordine dei giornalisti per le sanzioni al direttore del Giornale “cancellano” le campagne dettate da Berlusconi, e costituiscono una lesione alla libertà di stampa
di GIUSEPPE D’AVANZO

babbuino

Una policroma assemblea di Tartufi ci sta spiegando che quando parliamo della sanzione inflitta a Vittorio Feltri, direttore editoriale de il Giornale, discutiamo di libertà di stampa. Nell’assembramento si scorgono personaggi solitamente compatibili come il cane e il gatto.

Per fare qualche nome: Pierluigi Battista, il liberale QC (quando conviene) del Corriere della sera, e l’inflessibile direttore de il Fatto Antonio Padellaro, “un comunista di merda” (la definizione affettuosa è di Feltri). Nella mischia, con il sorriso canzonatorio d’ordinanza fa capolino il direttore del Tg7, Enrico Mentana. Simula una furba equidistanza e appioppa ai suoi telespettatori una frottola: “… e comunque la notizia data da Feltri era fondata”. Quel che accade non è nuovo perché è antica, nell’Italietta nostra, la tolleranza per i vizi altrui e stupefacente la capacità dell’establishment di perdonare e perdonarsi. Un lavoro comodo da sbrigare. Si afferra un fatto concreto, lo si frulla fino a farne un’astrazione e il gioco è fatto. La rimozione è compiuta, ora si può andare avanti con le cattive abitudini di sempre.

Le commosse geremiadi per la libertà di stampa, in questo caso, servono a nascondere all’opinione pubblica tre fatterelli concretissimi. Uno. L’assassinio mediatico di Dino Boffo, il direttore de l’Avvenire che, con prudenza, biasima l’Egoarca perché “frequenta minorenni”. Due. Il falso indiscutibile di un giornalismo degradato a tecnica di

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Il viscido feltri. Notizia da Dagospia, commentata da me.

1- PREPARATE GLI ELMETTI. È IN ARRIVO UNA ODIO-BIOGRAFIA AUTORIZZATA MA NON PER QUESTO MENO BOMBASTICA DI FELTRI (PREPARA IL SUO PASSO DI ADDIO A “IL GIORNALE”?)

°°° Questo energumeno da due soldi, sempre pronto abattersi per le SUE idee (di berlusconi) è come una girandola impazzita: capacissimo di passare da una padrone (berlusconi) a un altro (berlusconi) nel giro di pochissimi aumenti di stipendio.  D’altronde… si chiama FELTRI, nella sua famiglia sono tutti FELTRI. E i feltri servono per pulire. Lui ha fatto un passo avanti: si è fatto feltrare anche la lingua.

Il feltro è una stoffa realizzata in pelo animale. Non è un tessuto ma viene prodotto con l’infeltrimento delle fibre.

Il materiale che lo compone comunemente è la lana cardata di pecora, ma si può utilizzare qualsiasi altro tipo di pelo di: lepre, coniglio, castoro, lontra, capra e cammello.

2- GIUDIZI AL CETRIOLO E ANEDDOTI AL VETRIOLO SPARSI NEI CAPITOLI RICCHI DI RETROSCENA CHE RIGUARDANO IL BANANA DI HARDCORE, GIAN-MENEFREGO FINI, IL MAGO DALEMIX, IL BOSCIMANE BOSSI, L’EMINENZA LETTA, IL CLAN MARCEGAGLIA, DI PIETRO (A CUI SCRISSE, PRIMA DI DIMETTERSI, UNA PAGINATA DI SCUSE PER EVITARE UNA CATERVA DI QUERELE), DINO BOFFO (SPERIAMO CHE CI RACCONTI DAVVERO PERCHÉ VERGÒ UNA LETTERINA DI SCUSANTI NON ESSENDO MAI STATO QUERELATO)

°°° Bah… un po’ di solita strizza al culo. Da bravo coniglio vigliacco come il suo proprietario.

3- SI SUSSEGUONO LE INDISCREZIONI SUL RAPPORTO ANDATO IN ROVINA TRA FELTRI E SALLUSTI. DI QUI, UNO SCENARIO CHE PREVEDE IL RITORNO DI FELTRI A “LIBERO”, BELPIETRO IN TV ANTI-SANTORO, CON SALLUSTI E OSCAR GIANNINO AL COMANDO DEL “GIORNALE”

°°° Beh, che litighino tra loro dei vampiri sdentati fa già cagare, ma che “MENTO” Belpietro possa delirare di contrastare Santoro, sarebbe come Bondi che dà dei consigli sulle rime e la profondità della poesia a Dante Alighieri. Ma anche al mio verduraio.

BELPIETRO  “STANA” SANTORO

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Berlusconi contro Fini, Fini contro Feltri: il teatrino del malaffare all’amatriciana

Casa An, Fini contro “Il Giornale”
“Continua il delirio diffamatorio”

La nota del portavoce Alfano: “Ricostruzioni fantasiose per denigrare il presidente”. Pronte azioni legali contro il quotidiano e il direttore Feltri

°°° La politica , specialmente a destra, non esiste e forse non è mai esistita: si sa,  è composta esclusivamente dalla cosca e dai picciotti di silvio berlusconi  con l’unica mission di continuare a rubare senza andare in galera. Ma, con l’avvento sulla scena pubblica di berlusconi,  sono morte e sepolte moltissime altre cose utili: l’etica, la moralità, la cultura, la crescita, il cinema, la televisione, il giornalismo, ecc…

berlusconi-governo

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Fini-Berlusconi, vicino l’addio. E il giornalaccio di famigghia calunnia Fini

NUOVE ACCUSE AL PRESIDENTE DELLA CAMERA, IN ROTTURA COL PREMIER

Fini-Berlusconi, vicino l’addio
E spunta «la casa monegasca»

Secondo «Il Giornale», il cognato del leader di Montecitorio abita in uno stabile lasciato in eredità ad An
NUOVE ACCUSE AL PRESIDENTE DELLA CAMERA, IN ROTTURA COL PREMIER

 

Secondo «Il Giornale», il cognato del leader di Montecitorio abita in uno stabile lasciato in eredità ad An

Silvio Berlusconi. Alle spalle del premier il presidente della Camera Gianfranco Fini e la compagna Elisabetta Tulliani (Imagoeconomica)
MILANO – Tra Silvio Berlusconi e Gianfranco Fini la rottura definitiva sembra ormai vicinissima. La data che segna l’inizio della fine potrebbe essere quella di venerdì 30 luglio: la prima tappa del percorso di divorzio tra i due fondatori del Pdl potrebbe essere infatti il discorso sulla giustizia che quel giorno il presidente del Consiglio intende fare alle Camere. L’ipotesi di un faccia a faccia tra il premier e il presidente della Camera non sembra in queste ore verosimile, e se da un parte il Cavaliere è determinato al «redde rationem» col cofondatore, l’inquilino di Montecitorio non sembra intenzionato a voler lasciare il Pdl. Nel frattempo dalle pagine de Il Giornale arriva un nuovo attacco all’ex leader di An.

«LA CASA DI AN AL COGNATO DI FINI» – Il quotidiano diretto da Vittorio Feltri dedica infatti la prima pagina ad un articolo su una casa a Montecarlo nella quale abiterebbero quelli che chiama «i familiari» di Fini. L’appartamento monegasco, secondo quanto scrive Il Giornale, sarebbe stato lasciato in eredità ad Alleanza Nazionale da Anna Maria Colleoni, «fascista convinta e benefattrice del patrimonio di An». Passato successivamente ad una misteriosa società off shore, sarebbe finito nelle mani del fratello di Elisabetta Tulliani, compagna del presidente della Camera. Giancarlo Tulliani, scrive il quotidiano di Feltri, è il «(presunto) cognato dell’ex presidente di quello stesso partito cui l’immobile era stato regalato».

°°° Come ha sempre fatto, questo delinquente di silvio berlusconi  ricorre alla calunnia contro chi non può comprare. L’ha fatto con me: rubandomi oltre 300 milioni di euro di cachet e diritti e calunniandomi, facendo dire alle sue impiegate che  “Salis non lavora più con noi perché è scappato senza pagare l’albergo“…una cazzata che si commenta da sola.

Ha riempito di merda la madre dei suoi figli, facendo stampare foto di scena vecchie di 25 anni che la ritraevano a seno nudo e facendola equiparare dai suoi giornalacci a una qualunque velina, attribuendoleamanti improbabili, ecc. Poi l’ha fatto sempre e contro chiunque, dall’avvocato Dotti alla sua compagna, al direttore dell’Osservatore romano, da Marrazzo a Fini a Bocchino. Questo metodo mafioso è tipico di un mafiosetto come lui. Ma nessuno gli chiede mai da dove derivi tutta questa ricchezza, dato che nel 1993 aveva le manette ai polsi per bancarotta e seimila miliardi di debiti?! Come ha fatto a fare tanti soldi in così poco tempo con la politica e devastando la nazione?

RIPAGHIAMO LE SUE FALSITA’  CON  SPUTTANAMENTO REALE

berl1

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Feltri e Farina: la vergogna dei lacchè di regime

Caso Boffo, Feltri sospeso
dall’Ordine dei giornalisti

Il direttore del Giornale sospeso per 6 mesi dopo una lunga discussione all’Ordine lombardo. Tra i motivi della sanzione anche aver fatto scrivere il radiato Farina.

°°° Proviamo a fare una lista di questi vermi senza spina dorsale, dediti solo al denaro facile e al leccaggio del culo più delinquente delmondo, le merde che hanno trascinato nel fango il giornalismo italiota?

feltri,farina,vespa,minzolini,minum,liguori,ferrara,costanzo,brachino,tutti i redattori del tg 3 regionale e dei tg di regime: tg1,2,4,5,6…senza dimenticare i belpietro.

Siamo l’unica nazione al mondo che ha degli invertebrati al posto dei cani da guardia dei cittadini.

vespa-baciamano

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