Berlusconi presenta il nuovo inno: “In questo mondo di ladri”? Proprio ora che è finito il festival, mannagg!

Un verso dice:  “Gente che ama la luce e non si arrenderà”

°°° Ma quale luce? Quella a quadri proveniente dalle inferriate delle celle? Questi sono ancora peggiori di Sanscemo, amici miei.

Col mafioso che, non avendo un solo provvedimento, un solo atto, una sola cosa utile e buona da mostrare DOPO 17 ANNI DI INTERROTTO DOMINIO, continua a sparare cazzate, a insultare i giudici e… a proporre canzonette ridicole. Un grande statista, non c’è male. Non passerà mai alla storia, ma sarà per sempre un protagonista della CRONACA NERA.

FARABUTTONI IN GALERA!

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Canzonette di merda, show vergognoso,crisi, conti in rosso e mafia: Sanremo rischia il commissariamento.


Crisi, conti in rosso e mafia: Sanremo non incanta più e rischia il commissariamento

La città dei fiori divisa tra la ribalta del festival e la situazione economica del Comune, alle prese con una contingenza drammatica. Negozi e ristoranti vuoti, cantieri fermi da anni, disservizi vari e la scure delle tasse per arrivare al pareggio di bilancio entro giugno. Se non ci sarà, arriverà il commissario prefettizio, come a Bordighera e Ventimiglia

Il teatro Ariston di Sanremo

Sanremo è emergenza vera. A rischiare il commissariamento non è solo il Festival ma l’intera città che non incanta più: è senza un soldo, morsa dalla crisi e sulla scia dell’assalto criminale al Ponente Ligure di Bordighera e Ventimiglia, già commissariate per infiltrazioni mafiose. La crisi morde anche la centrale via Matteotti, dove va in scena la rappresentazione della spensieratezza canora. Sanremo, quella vera, non si vende più. I negozi si
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Spiegate a questi zombies di assessori e (v)omitati organizzatori di sagre paesane e pro loco sardegnoli, ladri e morti, come si fa…

Dalla Liguria al bergamasco, i festival

dei paesini fanno invidia alle città

Si sta per chiudere “Balla coi cinghiali”, una quattro giorni di musica, gastronomia e workshop nel verde di Bardineto, comune con meno di mille abitanti in provincia di Savona. Un evento gratuito come l’Ambria Music e il Forest Summer Fest di Lunatik, happening in piccoli centri lombardi

Rock into the wild sulle colline savonesi: si chiude oggi “Balla coi cinghiali”, una quattro giorni con musica di qualità, gastronomia, arte, letteratura, cinema, teatro, sport, workshop e incontri immersi nel verde di Bardineto, comune incastonato nell’entroterra ligure. Un evento indie che anima da dieci anni un paesello di 692 abitanti tutto baite, pini, abeti, faggi e betulle.

Quattro punti spettacolo, tanta musica live con band emergenti, combo blues, raggae-men, dj e artisti affermati, mercatini, stand gastronomici km zero e area campeggio. Per la decima edizione si sono alternati sul palco 24 Grana, Il Genio, Lombroso ed ancora Roy Paci & Aretuska e MGZ, Verdena e The Rock’n’Roll Kamikazes.

La formula di associare buon cibo e buona musica – rumorosa – ha successo: il pubblico che

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Ecco un altro “disfattista” come me

Roberto Cotroneo

Un paese senza niente

Un paese cupo. Da un po’ di giorni i maggiori giornali italiani pubblicano foto di Berlusconi piuttosto corrucciate, e non c’è da stupirsi, l’aria dei suoi collaboratori è da: si salvi chi può. E la stampa inglese continua a dire che siamo agli ultimi giorni dell’impero, e che sicuramente Silvio si ritirerà. Cose tutte da dimostrare, e al momento piuttosto lunari. O a Londra sanno cose che ai giornalisti italiani non vengono dette, o forse sta accadendo qualcosa di peggio. Fuori dall’Italia nessuno ci capisce più nulla. E il nostro sta diventando un paese indecifrabile, dove avvengono cose che in paese normali di solito non accadono. E non si tratta soltanto del premier, delle escort, delle feste e delle inchieste. Tutto si è sfaldato. Tutto ha perso di valore.
Se anziché utilizzare degli indici economici per dire in che posizione mondiale siamo utilizzassimo degli altri indici, scopriremmo che siamo forse al duecentesimo posto. Per le nostre università, che quasi non compaiono nelle prime cento del mondo, per i nostri autori e i nostri libri, che nessuno traduce più, per i nostri film, che arrancano nei festival e sono brutti e mosci, per i nostri istituti di cultura all’estero, ridotti a niente, gestiti per buona parte da incompetenti, o da gente che vuole passarsi una vacanza in qualche capitale europea a spese del ministero degli Esteri. Per i nostri musei, tornati a una consuetudinaria inefficienza. Per i nostri giornali, e va detto anche questo, sempre più in caduta libera, sempre più in crisi di idee e e di lettori. E non perché siamo un paese che non legge, ma perché siamo un paese che non si fa leggere. Siamo duecentesimi al mondo, perché non sappiamo generare classe dirigente, duecentesimi al mondo perché non abbiamo formato giovani in grado di sostituirsi nei ruoli chiave. E non solo perché i vecchi impediscono il ricambio, ma perché siamo riusciti a fare un miracolo: le nostre giovani generazioni hanno coltivato in vitro i peggiori difetti delle vecchie, e sono già inservibili. Siamo cupi, abbiamo paura di dire la verità, pensiamo che un congresso di partito non si possa convocare se gli accordi non sono stati fatti prima. Fingiamo di vedere il nuovo dove il nuovo non c’è. E continuiamo a farci de male. Ma soprattutto siamo un paese incompentente, incompetente in tutto. Un paese di dilettanti allo sbaraglio. Guidati dal più gigantesco tra i dilettanti. Lui, quel premier che incarna quello che siamo diventati, con la complicità di tutti. E allora, di cosa possiamo lamentarci?

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