Cappellacci, il furbetto inutile dal cognome dispregiativo. Vedi come si fotte i soldi senza parere.

SARDEGNA – I SISTEMI INFORMATICI DA 85 MILIONI DI EURO 

Il cardiologo dell’Udc nominato alla Sanità

Nei mesi scorsi ha ridotto la sua indennità di presidente della Regione a un euro. Ma il governatore Ugo Cappellacci è pur sempre stato eletto consigliere regionale. E in Sardegna non è un lavoro mal retribuito, anche per chi non ha incarichi extra. Ecco cosa compariva in una busta paga del 2011: indennità consigliare 9362, 91 euro e diaria consiglieri 4003, 11 euro per un totale lordo di 13. 366, 02. A questo compenso vanno sottratte le ritenute così da portarlo a 7. 796 euro netti. Per il presidente del consiglio regionale invece bisogna aggiungere l’indennità di carica di 4. 038, 67 (2. 302, 04 netti). All’indennità però vanno aggiunte poi le spese di segreteria e rappresentanza (3. 352 euro) e quelle di documentazione, aggiornamento, stampa e strumentazioni tecnologiche (9. 026 euro l’anno) e ancora gli eventuali emolumenti relativi agli altri ruoli ricoperti in Consiglio. Se un consigliere, ad esempio, viene nominato segretario o presidente di commissione avrà 1. 926, 51 euro lordi in più al mese. Qualche passo verso il risparmio la Regione Sardegna lo ha fatto. Ad esempio ha abolito il vitalizio, ha ridotto il numero dei consiglieri da 80 a 60, le indennità e i finanziamenti ai gruppi risparmiando, dice il presidente del consiglioClaudia Lombardo, oltre 1 milione e 300 mila euro. Dalla prossima legislatura, si intende. Ma alla Regione ci sono ben altre spese più consistenti. Come ad esempio quelle per la gestione dei sistemi informatici regionali. Acronimi e sigle dietro cui si celano spese per milioni di euro: il SI-BAR dell’Amministrazione Regionale, il SISAR della sanità, il SIRA dell’ambiente e il SIL del lavoro.

Secondo il consigliere Sel, Luciano Uras, nei prossimi tre anni si spenderanno almeno 85 milioni di euro. Per il sito della Regione e per il sistema informatico per la pianificazione territoriale si spendono circa 2 milioni di euro l’anno e 5 milioni e 700 mila per quello sanitario. Il Sibar costa 2 milioni di euro, stesso dicasi per il sito del lavoro. Uno smacco per il popolo sardo afflitto da sempre dalla piaga della disoccupazione che attende da sei anni un nuovo piano occupazionale. Finora si sono spese per l’informatizzazione della Regione centinaia di milioni di euro. Solo Sibar e Sisar sono già costati alle casse della Regione quasi 100 milioni di euro. E sul fronte sanitario, che è poi quello che grava maggiormente sul bilancio, ora compare anche uno stipendio d’oro. È quello di un medico cardiologo di 70 anni, ex proprietario di una casa di cura privata e candidato Udc alle regionali 2009. Per dirigere per tre anni l’Agenzia Regionale della Sanità (l’organismo tecnico-scientifico della Regione che supporta l’Assessorato Igiene e sanità e l’assistenza sociale) riceverà un compenso di 130 mila euro.

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Quel lavativo lecchino di Brunetta

Il provvedimento sarà presentato alle Camere lunedì
Prima del via libera definitivo sarà esaminato da Cnel, sindacati e Regioni
P.A., arriva “la rivoluzione Brunetta”
Sì del Cdm, ma slitta la class action

brunetta

ROMA – Il Consiglio dei ministri ha dato via libera al decreto legislativo delega per la produttività nella Pubblica amministrazione. Lo ha riferito il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, al termine della riunione. Berlusconi ha ringraziato Renato Brunetta per l’impegno

MA CHI E’ QUESTO GNOMO ARROGANTE? VEDIAMO:

http://espresso.repubblica.it/dettaglio/Che-furbetto-quel-Brunetta/2049037&ref=hpsp

Che furbetto quel Brunetta
di Emiliano Fittipaldi e Marco Lillo
La trasferta a Teramo per diventare professore. La casa con sconto dall’ente. Il rudere che si muta in villa. Le assenze in Europa e al Comune. Ecco la vera storia del ministro anti-fannulloni
La prima immagine di Renato Brunetta impressa nella memoria di un suo collega è quella di un giovane docente inginocchiato tra i cespugli del giardino dell’università a fare razzia di lumache. Lì per lì i professori non ci fecero caso, ma quella sera, invitati a cena a casa sua, quando Brunetta servì la zuppa, saltarono sulla sedia riconoscendo i molluschi a bagnomaria. Che serata. La vera sorpresa doveva ancora arrivare. Sul più bello lo chef si alzò in piedi e, senza un minimo di ironia, annunciò solennemente: “Entro dieci anni vinco il Nobel. Male che vada, sarò ministro”. Eravamo a metà dei ruggenti anni ’80, Brunetta era solo un professore associato e un consulente del ministro Gianni De Michelis.

Ci ha messo 13 anni in più, ma alla fine l’ex venditore ambulante di gondolette di plastica è stato di parola. In soli sette mesi di governo è diventato la star più splendente dell’esecutivo Berlusconi. La guerra ai fannulloni conquista da mesi i titoli dei telegiornali. I sondaggi lo incoronano – parole sue – ‘Lorella Cuccarini’ del governo, il più amato dagli italiani. Brunetta nella caccia alle streghe contro i dipendenti pubblici non conosce pietà. Ha ristretto il regime dei permessi per i parenti dei disabili, sogna i tornelli per controllare i magistrati nullafacenti e ha falciato i contratti a termine. Dagli altri pretende rigore, meritocrazia e stakanovismo, odia i furbi e gli sprechi di denaro pubblico, ma il suo curriculum non sempre brilla per coerenza. A ‘L’espresso’ risulta che i dati sulle presenze e le sue attività al Parlamento europeo non ne fanno un deputato modello. Anche la carriera accademica non è certo all’altezza di un Nobel. Ma c’è un settore nel quale l’ex consigliere di Bettino Craxi e Giuliano Amato ha dimostrato di essere davvero un guru dell’economia: la ricerca di immobili a basso costo, dove ha messo a segno affari impossibili per i comuni mortali.

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