Dimission impossible di Marco Travaglio


Dimission impossible

Vorrei citare ancora una volta le parole di Angela Merkel, cancelliere dello Stato più importante d’Europa, sulle dimissioni del suo amico Christian Wulff, presidente della Repubblica più importante d’Europa, per un mutuo a tasso agevolato: “Rispetto la sua convinzione di essersi sempre comportato bene, ma non poteva più servire il popolo. È una forza del nostro Stato di diritto trattare tutti allo stesso modo, indipendentemente dalla posizione”.

Ora, i casi sono due: o tutta Europa s’è messa d’accordo per sputtanare l’Italia facendo dimettere ministri e papaveri per quisquilie (il tedesco Guttenberg per una tesi di dottorato parzialmente copiata da Internet, l’inglese Huhne per

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«In Germania la Chiesa fa milioni col porno…»

«In Germania la Chiesa
fa milioni col porno…»

Le parole sono di quelle che pesano: «La chiesa cattolica guadagna un capitale grazie al porno». Con questo titolo il quotidiano conservatore tedesco die Welt ha lanciato, qualche giorno fa, una precisa accusa contro Weltbild, uno dei più grandi editori e distributori di libri in Germania, al 100% di proprietà della Chiesa cattolica, che avrebbe nel suo catalogo decine di pubblicazioni pornografiche.

chiesa porno germaniaLE FOTO

Oggi Weltbild – 6.400 dipendenti e un giro d’affari annuo di 1,7 miliari di euro – si difende e passa al contrattacco, minacciando azioni legali per diffamazione. Secondo il gruppo editoriale, quelle di cui parla il quotidiano sarebbero pubblicazioni erotiche, non pornografiche, che tra l’altro pesano per percentuali minime sui bilanci complessivi dell’azienda.

«Sesso per intenditori», «Storie sporche», «La puttana dell’avvocato». Sono solo alcuni dei 2.500 titoli erotici nel catalogo di Weltbild, sulle cui copertine campeggiano foto di donne piuttosto ‘discinte’. La questione è da tempo discussa dai fedeli cattolici tedeschi, che già nel 2008 avevano prodotto un documento critico di 70 pagine sulle pubblicazioni del gruppo editoriale, che oltre all’erotismo offre titoli su esoterismo, magia e satanismo.

Il documento era stato inviato a tutte le 12 arcidiocesi proprietarie di Weltbild, tra cui quella di Monaco, che ne possiede la quota maggiore (13,2%) e per alcuni anni è stata affidata all’attuale papa Joseph Ratzinger. Da allora però, fallito per la crisi economica e finanziaria un tentativo di vendita nel 2008, nulla sarebbe cambiato.

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“Relazione con una ragazzina di 16 anni”. In Germania si dimette leader locale Cdu

Il Fatto Quotidiano

“Relazione con una ragazzina di 16 anni”

In Germania si dimette leader locale Cdu

Un sexgate che coinvolge uno dei principali leader locali del partito di Angela Merkel. Il presidente della Cdu dello stato dello Schleswig-Holstein, nel nord della Germania, si è dimesso dopo essere rimasto coinvolto in uno scandalo per una relazione con una ragazzina di 16 anni. E’ stato lo stesso Christian von Boetticher, 40 anni, a dare l’annuncio dopo un incontro al vertice tra i leader locali del partito della cancelliera tedesca.

Boetticher resterà comunque capogruppo della Cdu nell’assemblea regionale. L’uomo politico non ha infranto nessuna legge ma all’interno del partito la notizia ha provocato non pochi malumori. “Boetticher ha riconosciuto di avere sbagliato e di avere trascurato gli aspetti morali della vicenda”, ha detto la vice-presidente Angelika Volquartz. Boetticher era stato designato candidato alla carica di primo ministro dello Schleswig-Holstein nelle elezioni in programma per il maggio 2012. L’attuale premier Peter Harry Carstensen, 64 anni, infatti non si ripresenterà. Il nuovo scandalo non gioverà al partito della signora Merkel, già in calo nei consensi dell’elettorato. Secondo un sondaggio reso pubblico venerdi, la coalizione Cdu/Csu e Fdp sarebbe superata da una possibile alleanza tra socialdemocratici e verdi.

°°° In Italietta, invece, assistiamo da 20 anni palesemente a un troiaio fuorilegge senza pari ma… seguendo l’esempio del delinquente berlusconi, non si dimette mai nessuno! Tranne Marrazzo, che non aveva commesso NESSUN REATO!

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Il fascio Feltri raglia di pensione a 67 anni “come in Germania”, ma lui ci è andato a 53.

Vittorio Malagutti

Feltri, baby-pensionato ben pagato

Per rimettere in sesto i conti pubblici bisogna innanzitutto intervenire sulle pensioni innalzando l’età in cui si smette di lavorare. La ricetta, in verità non nuovissima, arriva da Vittorio Feltri che martedì sera durante la trasmissione In Onda condotta su La7 da Luisella Costamagna e Luca Telese, ha detto la sua sulla manovra appena varata dal governo. “Bisogna fare come la Germania”, ha detto sicuro l’editorialista de Il Giornale. “Tutti sanno che in Germania si va in pensione a 67 anni, ha spiegato Feltri, “mentre noi ci ostiniamo ad andarci a 58,59, 60”.

Tutto vero, come no. Anzi, a volte capita perfino che qualcuno riesca a raggiungere l’agognata pensione anche prima, molto prima. Feltri per esempio ce l’ha fatta a soli 53 anni, nel 1997. Una pensione d’oro: ben

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Mentre in Italia la cosca ruba e delira di nucleare, la Germania vola verso il futuro green

“Via alle auto elettriche
ne vogliamo centomila”

Berlino eco-capitale: Entro il 2020 massiccia diffusione di veicoli anti-smog. Pronto il piano per cinquanta colonnine di rifornimento. La Germania sempre più “verde” spinge l’energia pulita. Incentivi per 80 milioni dal nostro corrispondente ANDREA TARQUINI

"Via alle auto elettriche ne vogliamo centomila" 
BERLINO – Veicoli silenziosi e senza marmitta sulla Friedrichstrasse o sul Kurfuerstendamm, car-sharing a tutto spiano anche se il mezzo privato non ha più un motore a scoppio, decine e poi centinaia di colonnine per la ricarica delle batterie sparse in ogni angolo della città. Berlino fa sul serio: è decisa a diventare capitale europea del passaggio all’auto elettrica. Di qui al 2020, il governo della città-Stato vuole che almeno centomila delle auto con cui i berlinesi vanno al lavoro, portano i figli a scuola o scorrazzano per discoteche o nelle gite del weekend siano elettriche. E per arrivarci, il popolare borgomastro-governatore socialdemocratico Klaus Wowereit ce la sta mettendo tutta. La scommessa parte così nel cuore del Mitteleuropa: entro nove anni la vivace, instancabile “città che non dorme mai” di Germania vuol diventare laboratorio del dopo-petrolio. Nella vita quotidiana, senza rinunciare al diritto alla mobilità, dicono Wowereit e Wolf.

Il piano è ambizioso, e conta sull’appoggio del governo federale, sugli investimenti nelle nuove tecnologie, sullo sponsoring dei grandi dell’auto. Non importa che Angela Merkel guidi il centrodestra nazionale e “Wowi” governi insieme alla sinistra radicale: il trend dell’ambiente è bipartisan. “Berlino elettrizza”, è lo slogan, un chiaro gioco di parole tra la sfida dell’auto elettrica e il fascino della capitale.

Lo stratega è Gernot Lobenberg della Agentur fuer Elektromobilitaet

della città-Stato. Fondi pubblici per 80 milioni di euro sono il primo passo. Nel quadro del piano federale: tra nove anni, la Germania vuole avere almeno un milione d’auto elettriche in circolazione. Gli esempi americano, francese, danese vengono studiati e seguiti.
La prima mossa è quella di Vattenfall, il colosso svedese dell’energia che controlla l’azienda berlinese dell’elettricità: rapida costruzione di almeno 50 colonnine elettriche, il distributore di benzina del futuro. Poi incentivi per chi attrezza il garage con prese di corrente d’adeguata potenza. E infine appelli e incoraggiamenti alle aziende. Daimler, cioè Mercedes, già produce qui nel quartiere di Marienfelde le propulsioni per la Smart elettrica, Continental concentra a Berlino ricerca e sviluppo per le batterie, Bmw guarda con interesse alla capitale, avendo appena lanciato il suo nuovo marchio BmwI, le auto elettriche premium di domani. Negoziati sono in corso anche con Opel. Il sogno è diventare capitale e città-modello europea dell’auto elettrica. La Technische Universitaet, uno dei tre atenei berlinesi, aiuterà a organizzare un network dei centri di ricerca.

Il Land di Brandeburgo (l’antica Prussia, lo Stato attorno a Berlino) fornirà corrente pulita con la sua armata di campi di pale eoliche e il fotovoltaico. L’ex aeroporto di Tempelhof, quello del ponte aereo angloamericano che salvò la città dal blocco di Stalin, diverrà parco per imparare a usare i nuovi veicoli. E quando aprirà il Willy Brandt international, il nuovo scalo della città, quello di Tegel si trasformerà in un sito di ricerca e produzione. Creando posti di lavoro in una città che ne ha fame.

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I tedeschi molto sono arretrati rispetto a noi

Donna spara in ospedale tedesco: è strage

terrore in corsia a Loerrach, nel sud del paese
Donna spara in ospedale,
strage in Germania: 4 morti

Anche la killer è rimasta uccisa. La prima ipotesi degli inquirenti è quella di un dramma familiare
http://www.corriere.it/cronache/10_settembre_19/ospedale-strage-germania_4b6d3438-c417-11df-80e3-00144f02aabe.shtml

°°° Noi siamo molto più avanti, ragazzi: le stragi  negli ospedali le facciamo fare direttamente al personale  medico.

sanita

 

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