“Il dialogo mafia-stato proseguì sparato coi governi Berlusconi.” Ma va?

Ciancimino, Dell’Utri e gli ex ministri
i 12 indagati per la trattativa Stato-mafia

Con le cosche un patto in tre fasi. Chiuse le indagini, le responsabilità di Ros e polizia

http://palermo.repubblica.it/cronaca/2012/06/14/news/ciancimino_dell_utri_e_gli_ex_ministri_i_12_indagati_per_la_trattativa_stato-mafia-37166661/?ref=HREC1-6

Ciancimino, Dell'Utri e gli ex ministri i 12 indagati per la trattativa Stato-mafia

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Il mafionano e la sua cosca crollano ancora nei sondaggi, anche se i dati veri sono peggiori.

Intenzioni di voto, sale il centrosinistra
Centrodestra indietro di 10 punti

Ancora un calo per i partiti che sostengono il governo. Pdl e Lega Nord al 35,5%. Pd, Sel, Idv e i loro alleati al 45,5%. Fermi il Terzo Polo e il Movimento 5 Stelle. Cresce la Federazione delle sinistre. Fiducia nell’esecutivo e nel premier a livelli bassissimi. Male i ministri

di MASSIMO RAZZI

Intenzioni di voto, sale il centrosinistra  Centrodestra indietro di 10 punti (ansa)

ROMA – Sale al 10% esatto il vantaggio del centrosinistra sul centrodestra nel sondaggio mensile di Ipr Marketing per Repubblica.it. A un mese e mezzo dall’ultimo rilevamento, il centrosinistra arriva al 45,5% (era al 44%) e il centrodestra scende di due punti, dal 37,5% al 35,5%. In un quadro in cui la fiducia nel governo e nel premier è ormai scesa a livelli minimi, diventa dunque più rilevante il dato delle intenzioni di voto. Rispetto a settembre si muovono quasi esclusivamente i due blocchi maggiori l’uno in contotendenza rispetto all’altro. Restano fermi sia il Terzo Polo inchiodato da tempo al 13% che il Movimento 5 Stelle (3,5% come a settembre dopo l’impetuosa salita dal 2,5% di giugno), mentre la Federazione delle sinistre risale all’1,5% (era scesa allo 0,5%).

TABELLA: LE INTENZIONI DI VOTO 1

TABELLA: LA FIDUCIA NEL GOVERNO BERLUSCONI 2

All’interno del centrosinistra si assiste alla crescita del Pd (dal 27% al 28%) che non sembra subire troppo i contraccolpi dovuti alle divisioni interne e dell’Idv (dal 6% al 7%). Per Di Pietro, dunque, c’è stato un importante recupero dallo scorso giugno quando era sceso al 4,5%, recupero dovuto, forse, a una politica più attenta al rafforzamento della coalizione a dimostrazione

del fatto che, ormai, l’elettorato del centrosinistra, pur con tutte le sue storiche divisioni, sente fortemente l’obiettivo di tornare a vincere e di mandare a casa l’attuale governo. Fermo a un importante 7,5% il Sel, piccoli movimenti per gli altri con i Verdi ancora in difficoltà.

Nel centrodestra salta subito all’occhio il crollo della Lega Nord che era al 9,5% a giugno (ma, prima era arrivata anche oltre l’11%), al 9% a settembre e deve adesso accontentarsi del 7,7%. L’elettorato sembra avere meno fiducia in Bossi, vive negativamente la “dipendenza” dal Pdl e da Berlusconi e non apprezza nemmeno le divisioni interne del Carroccio. Quanto al Pdl, siamo arrivati al 25,3% con un calo dell’1,2% rispetto a settembre e di oltre due punti sullo scorso giugno. A questo punto, probabilmente, neanche un improbabile alleanza con i centristi di Casini potrebbe salvare il centrodestra dalla sconfitta. Tutto questo ferme restando le ben note e straordinarie capacità di recupero di Berlusconi in campagna elettorale.

Fiducia. Questa volta è necessario partire dal governo. L’esecutivo di centrodestra ha davvero toccato il fondo. Il tasso di fiducia (la somma di coloro che dicono di avere molta o abbastanza fiducia nella compagine ministeriale) è arrivato al 15%. Sono 40 punti in meno rispetto al massimo raggiunto del 55% nel giugno del 2008 e altri 4 perduti nell’ultimo mese. Anche Berlusconi (che perde solo 2 punti rispetto a settembre) deve subire l’umiliazione di un crollo di 40 punti esatti rispetto al suo record del 62% raggiunto nell’ottobre del 2008. Dopo tre anni esatti di governo si trova a quota 22%.

I ministri. Solo due ministri (Maroni col 57% e Sacconi col 51%) mantengono un livello accettabile di fiducia (somma di coloro che dichiarano “molta o abbastanza” fiducia). Entrambi, comunque, sono in calo rispettivamente di 3 e 2. Un anno fa erano sei i ministri sopra la soglia del 50%.  E in calo, questo mese, sono undici ministri su 22. Scendono di tre punti, oltre a Maroni, anche Tremonti (dal 42 a 39), Bossi (a quota 38) e Prestigiacomo a 31; di due punti (oltre a Sacconi) Carfagna, Brunetta, Calderoli, Gelmini e Romano. Quest’ultimo tocca il record negativo dell’8%. Lascia solo un punto sul terreno il ministro delle infrastrutture Matteoli. La sensazione, ormai che perdano di più i ministri che, per qualunque ragione e su qualunque posizione, abbiano fatto parlare di sé nell’ultimo mese. Prima, si notavano salite e discese che, in qualche modo, riguardavano il merito dei loro comportamenti e/o delle loro esternazioni. Ora si ha la sensazione che è sufficiente si siano fatti sentire per far sì che la loro popolarità scenda.

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La scimmietta di oggi

Il signor Santoro ha comunicato le cifre con di cui contribuiscono gli stranieri: 19.5 miliardi di tasse e contributi vari, ed il 9,5% di Pil.
Si è dimenticato di dire quanto costano i centri di accoglienza
e quanto viene sottratto agli italiani per affrontare la spesa.
Un lettore

°°° Il signor lettore ignoto, figlio di madre ignota, si dimentica di dire quanto ci sono costati Berlusconi e la sua cosca in questi sedici anni. Facciamo una cifra a occhio di

diecimila miliardi di euro?

Ovviamente, nel calcolo ci sono le ruberie, il mancato sviluppo, la crescita abnorme del debito pubblico e delle “spese di Stato” (triplicate rispetto al GovernoProdi), le guerre vergognose, i punti di Pil persi regolarmente da Berlusconi nei suoi tre mandati, il degrado ambientale, il degrado sociale, la sanità in mano ai ladroni amici suoi, gli appalti inutili ma dai costi triplicati, l’evasione fiscale e l’abusivismo a manetta, i falsi in bilancio, il raddoppio del costo della vita e quasi tre milioni di posti dilavoro PERSI dai governicchi di Berlusconi… devo  continuare?

IL  PROGRAMMA DEL GOVERNO  BERLUSCONI (“Ma…  presidente, non lo trovo…”)

B.programma elettorale

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Le capre di regime

Bancarotta dello spettacolo. Sciopero contro i tagli

di Luca Del Fra

«Pentiti scellerato, è l’ultimo momento», risposta «No, no, ch’io non mi pento,vanne lontan da me!». In questi giorni sembra di assistere all’ultimo duetto tra il commendatore e Don Giovanni: il mondo dello spettacolo protesta contro i tagli economici che lo stanno mandando in rovina e chiede un ultimo ripensamento, ovvero un reintegro del 35% dei finanziamenti decurtati dal governo Berlusconi, che ha sempre guardato con sospetto la cultura, allontanandola con sdegno.

Monta perciò la protesta: oggi pomeriggio alle 17 sarà una manifestazione davanti a

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