L’ingiustizia in Italietta

Agli arresti domiciliari lo “storico” gestore delle tenute

presidenziali: fondi distratti e villa abusiva a Castelporziano

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L’uomo che rubò
4 milioni al Quirinale
Tra le accuse anche quella di aver realizzato una villa abusiva a Castelporziano
di MARINO BISSO (Repubblica)

ROMA – Non solo si sarebbe appropriato di un tesoro da 4 milioni di euro, sottraendo per anni i soldi destinati alla manutenzione delle tenute del presidente della Repubblica, ma avrebbe costruito anche una villa abusiva all’interno di Castelporziano.

È stato arrestato con l’accusa di peculato Luigi Tripodi, “storico” direttore, fino a allo scorso settembre, del servizio Tenute e Giardini della Presidenza della Repubblica. Per lui non è stato deciso il carcere ma i domiciliari: l’alto funzionario del Quirinale ha dovuto lasciare l’accogliente villa di oltre 250 metri quadrati, su due piani, nel cuore del parco di Castelporziano dove viveva nonostante fosse andato in pensione due mesi fa.

http://www.repubblica.it/2009/12/sezioni/cronaca/furto-quirinale/furto-quirinale/furto-quirinale.html

°°° Ma vi rendete conto, amici?! Questo tipo si fotte 4 milioni di euro dalla presidenza della Repubblica, vive come un re, dato che la tenuta è abitata sì e no 15 gg l’anno dal presidente in carica, ma non gli basta! SI COSTRUISCE UNA VILLA ABUSIVA nella tenuta presidenziale, con tanto di parco e pineta e spiaggia PRIVATA e… una volta beccato, viene mandato ai domiciliari

NELLA VILLA ABUSIVA, IN QUESTO  PARADISO ESCLUSIVISSIMO!!!

Un  cazzo! dico io, in galera a calci nel culo lo avrei spedito. Ma qui, nelle galere, ci sono solamente i poveri pellegrini e gli immigrati – spesso innocenti – che non hanno i soldi per gli avvocati di malaffare…

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Ma roba da matti!

Berlusconi e il caso Cir-Mondadori

«Una profonda ingiustizia»

Il Cavaliere: viene voglia di andare all’estero, ma non mollerò mai

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°°° Dunque, il mafionano corrompe  i magistrati romani – COL SOSTANZIALE AIUTO DI PREVITI (condannato in via definitiva anche per questo specifico reato!) – e RUBA la Mondadori a De Benedetti e ora… dopo aver lucrato almeno un miliardo e mezzo di euro SOLTANTO DAI FATTURATI MONDADORI, viene condannato a un parziale risarcimento e

LUI PARLA DI INGIUSTIZIA!!!

Tutti sappiamo che criminale sia questo nanerottolo impotente e cazzaro.  Ma se la piglia coi giudici “comunisti”, che ormai tutto il mondo traduce in ONESTI, delira di “attacco concentrico dei poteri forti nei miei confronti, che non digeriscono il risultato elettorale del 2008″…  e tutte le sue improbabili prefiche a fare da corifee. MA ANDATE AFFANCULO, dato che di andare in galera non se ne parla. Altro che all’estero. Ma magari! Se va all’estero lo ammanettano subito e buttano la chiave in un altoforno.

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riecco il cazzaro: ennesima truffa

L’Aquila e il decreto abracadabra
E’ stato ribattezzato “decreto abracadabra” per le innumerevoli devianze creative con le quali accompagna il processo di ricostruzione dell’Aquila e dei paesini circostanti. La luna di miele tra gli abruzzesi e Silvio Berlusconi ha subito una prima e significativa increspatura. La lettura approfondita del decreto legge, e la verifica che i soldi all’Abruzzo in gran parte (4,7 miliardi di euro) saranno racimolati dall’indizione di nuove lotterie, dagli interventi sul lotto, e dai sempreverdi provvedimenti anti-evasione, soldi veri niente, e che in più le risorse saranno spalmate su un periodo lunghissimo (da oggi al 2033) hanno creato fremiti di rabbia dapprima isolati e poi sempre più partecipati.

Il tam tam (“Berlusconi ci inganna!”) è iniziato, e non è una novità, sui blog. Prima Facebook e poi i partiti. Prima i conclavi nelle tende poi le riunioni istituzionali. Una giovane donna, Rosella Graziani, che sa far di conto, ha messo a frutto tutto il tempo ritrovato e fino alla settimana scorsa inutilizzato per radiografare il decreto legge e poi bollarlo in una lettera pubblica: “Mai nella storia dei terremoti italiani avevamo assistito a una ingiustizia tanto grande e a un tale cumulo di menzogne che ha ricoperto L’Aquila più di quanto non abbiano fatto le macerie”.

Quali le menzogne e dove l’inganno? I soldi veri, il cash disponibile che Tremonti rende immediatamente spendibile si aggira sul miliardo di euro. Tolte le spese per l’emergenza, restano 700 milioni di euro destinati alla costruzione delle casette temporanee. E qui il primo punto: 400 milioni saranno spesi per edificarle nel 2009 e 300 milioni nel 2010. Se ne dovrebbe dedurre che la totalità delle case provvisorie sarebbero, è bene riusare il condizionale, realizzate totalmente entro l’anno prossimo. Dunque qualcuno avrebbe un tetto a settembre, qualcuno a ottobre, qualche altro a gennaio, o nella primavera che verrà. E’ così? E’ il dubbio, maledetto, che affligge e turba.

Secondo punto: le casette sono sì temporanee ma il decreto le definisce “a durevole utilizzazione”. Durevole. Moduli abitativi condominiali, magari lindi e comodi, a due o tre piani. In legno. Ecocompatibili, risparmiosi, caldi. Perfetti. Possono durare decenni.
E dunque: sarebbero provvisori ma purtroppo paiono proprio definitivi. E, questa è una certezza, sono le uniche costruzioni ad avere pronta una linea di finanziamento. Piccole e sparse new town. New town aveva detto Berlusconi, no? E le case vere? Quelle di pietra?

Qui la seconda questione campale: sembra, a scorrere gli allegati al decreto, che Berlusconi non possa concedere più di 150 mila euro per la ricostruzione dell’abitazione principale. E per di più questi soldi sarebbero veri fino a un certo punto, perciò la definizione di decreto abracadabra. 50 mila euro li concederebbe – cash – il governo; 50 mila li tramuterebbe in credito di imposta (anticipata dalla famiglia terremotata e ammortizzata in un arco temporale di 22 anni); altri cinquantamila sarebbero coperti con un mutuo a tasso agevolato a carico però del destinatario del contributo.

Non si sa bene ancora se sarà così strutturato il fondo. Le norme del decreto possono subire fino al prossimo giovedì emendamenti e correzioni. Quel che comunque sembra chiaro è che la somma ipotizzata (150 mila euro) ammesso che venga confermata, sarà sufficiente per una casa di tipo popolare e di nuova costruzione, ma totalmente sottodimensionata per finanziare i lavori di recupero e restauro conservativo. Nel centro storico dell’Aquila ci sono 800 edifici pubblici e 320 edifici privati, sottoposti a vincoli per il loro pregio.

Recuperi dispendiosi economicamente e, secondo questo decreto, sostanzialmente a carico dei privati.
Così ieri i sindaci delle aree terremotate si sono ritrovati in conclave e hanno iniziato in un borbottio che è poi sfociato in un documento di dura protesta. “Vogliamo vedere nero su bianco i soldi per la ricostruzione e non solo quelli per le casette transitorie. L’Aquila va costruita dov’era e com’era. Così non sarà: a leggere il decreto i tempi sono dilatati fino al 2033, una data ridicola”, ha dichiarato la presidente della Provincia Stefania Pezzopane.

Ai dubbi che già gonfiano i primi timori si aggiunge poi l’offesa istituzionale subita dagli enti locali. Il governo, promotore della prima legge costituzionale a vocazione federalista, ha accentrato ogni potere di spesa negando finanche al sindaco dell’Aquila, città epicentro del terremoto e capoluogo di regione, le funzioni commissariali esecutive. Penserà a tutto, come al solito, Guido Bertolaso…

(5 maggio 2009)

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