Burlesquoni, Caliendo, le porcherie e le rapine del nano e dei culi (cor)rotti

Marco Travaglio


Fave di fuco

Non potendo giustificarsi col classico “a mia insaputa”, visto che un pizzino autografo lo inchioda, il sottosegretario alla Giustizia Giacomo Caliendo spiega che, se avvicinò il giudice titolare della causa tributaria Mondadori, fu per pura “curiosità intellettuale”, anzi “dottrinaria”. Oltreché un noto gerundio, il Caliendo è anche un magistrato, dunque uomo di legge ma soprattutto di logge (P3). Ed è nota a tutti la passione di B. per gli studiosi di dottrina, specie se curiosi. Fu così che tre anni fa, non bastandogli l’ancora acerbo Al Fano, il Cainano glielo affiancò al ministero della Giustizia. E lui non deluse le attese.

Due anni fa il premier non dormiva la notte all’idea di dover pagare Veronica, De Benedetti e le tasse eluse nel 1991 con la Mondadori appena scippata all’Ingegnere. L’Agenzia delle Entrate chiedeva indietro 173 milioni e lui, pur avendo vinto in primo e secondo grado, era terrorizzato dalla Cassazione dove sedeva il giudice Altieri, osso duro per chi elude. Non potendo comprarselo come ai vecchi tempi, B. mobilitò tutta la truppa d’urto: Tremonti, che negli anni pari fa il ministro di B. e in quelli dispari l’aiuta a non pagare le tasse, firmò il controricorso; Ghedini chiese di trasferire la causa alle Sezioni unite sotto l’ala protettrice del primo presidente Carbone, ora indagato per la P3; un altro pitreista, il traffichino irpino Pasqualino Lombardi, si dava da fare con Carbone e con l’avvocato generale Fiumara, anche portando in dono damigiane d’olio (noto

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La mafiodestra impazzita

E’ BASTATA UNA DELLE RARISSIME TRASMISSIONI DI INFORMAZIONE VERA PER SCATENARE IL

PANICO

IN QUESTO REGIMETTO ALLO SBANDO. CERTO,

SE I CITTADINI TUTTI SAPESSERO DAVVERO COME STANNO REALMENTE LE COSE… QUESTI NON PIGLIEREBBERO NEMMENO IL 20% DEI VOTI.

(da Repubblica)

Dopo il caso Annozero il segretario del Pd attacca il premier

“Intimidazioni, l’apertura di un’istruttoria è un atto anomalo”

Rai, Franceschini attacca Berlusconi

Nel centrodestra è polemica sul canone

Giornale e Libero invitano a disdire l’abbonamento: “Non è servizio pubblico”
Ma il finiano Italo Bocchino respinge l’idea: “E’ un rimedio peggiore del male”

ROMA – “E’ una strategia dell’intimidazione”. E’ duro l’attacco del segretario del Pd Dario Franceschini a Silvio Berlusconi dopo le polemiche su Annozero: ” “L’apertura di un’istruttoria è un atto anomalo perchè esiste già una

berl-pagliaccio

COCORITO

commissione di vigilanza. Travaglio non è stato mai tenero, ma nessuno ha pensato di mettergli un bavaglio”. E intanto, nel Pdl, è maretta, dopo che i giornali del centrodestra – Libero e Il Giornale – lanciano l’idea di boicottare il canone Rai.

La battaglia anti-canone. E’ la campagna di entrambi i quotidiani. Libero scrive che “cresce la protesta dei lettori che non vogliono pagare l’abbonamento” e dà le istruzioni per disdire il canone. Il Giornale titola: “Non paghiamo più la tassa Santoro”. “Le porcherie di Annozero – si legge nel catenaccio – sono la goccia che fa traboccare il vaso: Travaglio e compagni vadano pure in onda, ma non sovvenzionati con i nostri soldi”.

Franceschini attacca. Per il segretario del Pd, intervistato da SkyTg24, la decisione è stata presa direttamente dal premier (“perchè quelli che gli stanno incontro non hanno margini di manovra”). “L’idea del presidente del Consiglio è: siccome ho vinto elezioni non è che devo governare per 5 anni, ma sono padrone dello Stato. E siccome sono il padrone, mi dà fastidio la stampa libera, i magistrati, il Parlamento e gli organi di garanzia”. Quanto alla campagna contro il canone Rai, (che trova appoggi sia dalla destra di Storace sia da Di Pietro), il segretario del Pd replica: “Non hanno la minima idea di cosa sia il servizio pubblico, il prossimo passo è che diranno di non pagare le tasse se vince il centrosinistra. Direi che anche questo è un’altra parte della battaglia di intimidazione”.

La replica di Bonaiuti. “Invece di strillare, Franceschini e i suoi dovrebbero chiedersi cosa è il servizio pubblico, quali sono i suoi limiti e quali le regole. Tutto il resto sono chiacchiere vuote e futili” ribatte il sottosegretario alla presidenza del Consiglio.

Il “no” di Bocchino. “Proporre il boicottaggio del canone Rai – dichiara il vicecapogruppo Pdl alla Camera, fedelissimo di Gianfranco Fini – è un rimedio peggiore del male e rischia di minare economicamente la più grande industria culturale del paese. Sarebbe invece opportuno inserire il canone nella bolletta elettrica riducendone l’importo ma facendolo pagare a tutti. Sarebbe una misura equa ed utile all’azienda, alla quale non vanno sottratte le risorse, ma va chiesta la giusta dose di pluralismo ed imparzialità”.

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