Ecco come il mio amico Giovanni Panunzio ha fatto a pezzi quel ladrone di antonio ricci (quello che mi ha rubato Striscia la notizia)

OSSERVATORIO ANTIPLAGIO – COMUNICATO STAMPA

 

La Corte d’Appello di Milano ha reso pubbliche le motivazioni della sentenza di secondo grado del 15 giugno 2012 che, accogliendo totalmente le richieste della difesa, rappresentata dall’avv. Stefania Farnetani, ha assolto Giovanni Panunzio, fondatore di Osservatorio Antiplagio, dall’accusa di aver diffamato Antonio Ricci, assistito dall’avv. Salvatore Pino. Il 16 febbraio 2006 Panunzio aveva affermato, riferendosi all’autore di Striscia la notizia e alle sue battaglie contro i ciarlatani: “Bisogna bacchettare anche quelli di Mediaset, di Mediavideo. Bisogna bacchettarli, quelli voi non li bacchettate mai. I maghi di Mediavideo non li toccate mai. Tu sei scorretto. Usi due pesi e due misure”. E in un successivo comunicato il fondatore di Osservatorio Antiplagio aveva aggiunto: “La trasmissione Striscia si dimentica di denunciare i ciarlatani appartenenti alla sua parrocchia, pubblicizzati in ben 200 pagine di teletext di Mediaset. Non è azzardato affermare che parte dei compensi degli autori e conduttori di Striscia la notizia deriva dai proventi dei sedicenti maghi”. Per i giudici dell’appello il fatto non costituisce reato. “In relazione alla prima frase – scrive la Corte – la stessa non ha la minima valenza diffamatoria. Essa indica come la trasmissione televisiva, oggetto del giudizio del Panunzio, segua un criterio nella scelta dei propri obiettivi non del tutto uniforme, essendo evidente ed incontestabile che la medesima aggressività usata da “Striscia” nei confronti di alcuni obiettivi (tra cui, appunto, Vanna Marchi), non è stata usata nei confronti di altre situazioni e/o persone non meno suscettibili del medesimo interesse”. In relazione alla seconda frase, la Corte d’Appello ritiene che: “L’espressione “non è azzardato affermare che parte dei compensi degli autori e conduttori di Striscia la notizia deriva dai proventi dei sedicenti maghi” è stata scritta a conclusione di un ragionamento, ove si dà conto dell’immenso ammontare degli introiti dei proventi pubblicitari derivanti dagli annunci di centinaia di soggetti del medesimo livello e “rango” della Marchi e soci, proventi che oggettivamente vanno ad integrare i bilanci dell’impresa da cui dipendono gli odierni querelanti o, comunque, dalla quale questi ricevono i loro compensi: si che l’associazione tra questi compensi e le varie “fonti”, tra cui anche quella rappresentata dalla pubblicità dei “ciarlatani” – che, peraltro, non risulta “Striscia” abbia mai censurato – appare tutt’altro che diffamatoria, ed espressa all’interno di un giudizio critico corretto per continenza e pertinenza, in relazione ai principi elaborati dalla Giurisprudenza in materia di libertà di espressione”. Secondo la Corte, inoltre: “Appare decisamente temeraria la querela proposta e contraddittoria nel suo “animus”, rispetto a quella “aggressività” nei metodi, ed estrema libertà di opinioni, che l’autore di Striscia la notizia ed i suoi collaboratori hanno sempre ritenuto doveroso rivendicare a se stessi, come se però metodi analoghi e contenuti non meno critici fossero preclusi a soggetti diversi da loro”. Per i giudici di secondo grado: “Se l’argomento rispetta il criterio della verità del fatto da cui muove la critica e se sussiste l’interesse sociale a conoscerla, è consentita dall’ordinamento l’esposizione di opinioni personali lesive dell’altrui reputazione una volta che l’agente abbia esposto il suo pensiero con linguaggio misurato. Nel caso di specie il Panunzio si è sicuramente mosso all’interno di tale perimetro”. Nella sentenza infine si dice che il Gip, d.ssa Clementina Forleo, aveva imposto “del tutto immotivatamente” al PM, che aveva chiesto l’archiviazione, l’imputazione a carico del Panunzio, e che l’espressione “venduto e prezzolato” riferita al Ricci non era del Panunzio, che non l’ha mai pronunciata, ma del Giudice di primo grado, d.ssa Paola Braggion, che l’ha riportata “inopinatamente” nella sentenza.

 

UFFICIO STAMPA ANTIPLAGIO

Info: 3333665000

E HA RUBATO ANCHE IL GABIBBO

 

 

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Da quant’è che vi dico che tvemonti è un ladrone e un EVASORE FISCALE?

Il segreto di Giulio

di Paolo Biondani

Il ministro dell’economia fu indagato nel 1996 per evasione fiscale. Un’inchiesta poi archiviata, ma rimasta nascosta per 15 anni. E in cui giocò un ruolo anche Milanese. ‘L’Espresso’ ha scoperto e ricostruito tutta la vicenda

(03 novembre 2011)

L’interrogatorio di un super ministro che resta segreto per 15 anni. Mentre l’indagine muore sepolta da un’archiviazione molto contestata, con il risultato, fino a ieri raggiunto, di rendere inaccessibili le notizie più imbarazzanti. Come una fragorosa denuncia di Giulio Tremonti, poi ritrattata, contro Silvio Berlusconi. O la scoperta che l’operazione Bell-Telecom, cioè la più colossale evasione fiscale mai accertata in Italia, fu architettata dallo stesso avvocato lussemburghese che aveva gestito la cassaforte estera del professor Tremonti.

L’Italia è una Repubblica fondata sui segreti. Un sintomo inedito di questo male nazionale è nascosto in una

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Doris Duranti, cagna che si spacciava per attrice, Adriano Ariè: ladrone.

Vedo su RaiStoria una cagata pazzesca che sembra scritta-diretta-recitata da una terza elementare diretta da un maestrino ignorante e incapace (cose che ho visto anche qui…) e leggo che il produttore è il craxiano adriano ariè… questo signore mi chiamò nel ’94/95 , a Roma, per  “aggiustare” una sceneggiatura per la serie televisiva Rai: “Don Fumino”, con Montagnani. Mi diede la sceneggiatura della puntata pilota e mi pregò di “non distorcerla”… Che dire, nel film “IO SPERIAMO CHE ME LA CAVO” i ragazzini sgarrupati scrivevano mille volte meglio. Quindi per me, che già ero in morte civile per ordine del reggicoglioni (inutili) di craxi, silvio burlesquoni, un contratto da 133 milioni era ossigeno. Feci una fatica immane, resi “potabile” e addirittura piacevole il lavoro, ma questo Ariè mi disse che il lavoro con la Rai era saltato e così non ci pensai più. Dopo un annetto o poco più, vidi per caso  Montagnani vestito da prete durante la pubblicità del programma che stavo guardando e… era esattamente la sceneggiatura mia, i dialoghi che avevo scritto io!!! Chiamai immediatamente questo cialtrone di Ariè, ma si negò sempre. Era un servo ladro e incapace del craxismo morto e del berlusconismo in marcia. La merda al posto della cioccolata e i servi NEGATI al posto dei professionisti. Forse avrei dovuto cominciare da allora a punirli: andare nel suo ufficio e prenderlo a testate. Ma mi sono educato da solo, non avendo avuto famiglia, alla non violenza. FINO A UN CERTO PUNTO, PERO’, ORA BASTA!
((maniaco-duro
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Polverini, Rositani: l’arroganza delle merde ladrone

Polverini da Roma a Rieti in elicottero
Il Fatto chiede conto. E volano gli insulti

Il Governatore: “Tagli alla Casta”. Poi arriva con un volo da 15mila euro alla fiera del peperoncino organizzata dal consigliere Rai Rositani. Che al cronista dice: “Cretino, la prendo a schiaffi”.

http://www.ilfattoquotidiano.it/2011/07/22/festa-del-peperoncino-la-polverini-arriva-in-elicottero-e-il-cronista-del-fatto-viene-insultato/147026/

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Governicchio ladrone! Ruba 4 miliardi l’anno anche dai cellulari.

di Guido Scorza

Stato ladrone!

Oltre 4 miliardi di euro: è questa la cifra che lo Stato ha illegittimamente preteso dai cittadini italiani a titolo di tassa di concessione governativa sui telefonini cellulari. 5,16 euro al mese per ogni utenza consumer e 12,91 per ogni utenza business, e così centinaia di milioni di euro all’anno (oltre 700 milioni nel solo 2010) addebitati ai cittadini direttamente attraverso le bollette delle compagnie telefoniche.

La tassa di concessione governativa, in realtà, stando a quanto si legge in una recente sentenza della Commissione Tributaria Regionale del Veneto avrebbe dovuto considerarsi implicitamente abrogata sin dal lontano 2003 per effetto dell’entrata in vigore del codice delle comunicazioni elettroniche e della liberalizzazione del mercato. La privatizzazione del mercato, infatti – scrivono i giudici tributari – ha avuto “come principale conseguenza il passaggio dalla concessione (che è un atto amministrativo emanato nell’ambito di un rapporto pubblicistico con una posizione

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BUFFONE E LADRONE!!!

Berlusconi: “Fiducia o si va al voto. Ma solo per rinnovare la Camera”

°°° Vedete quant’è malato? Delira su una costituzione-fiction che esiste solo nei suoi viaggi da cocainomane. Ma come la vuole rinnovare la camera, coi soliti mobili di cartone che ha mandato all’Aquila?
Ma aggiunge: “La Rai, che paghiamo tutti noi, è una cosa INDEGNA!”
Scusa, ciccio, a parte che in Rai comandi tu dal 1994… ma le “tue” tv, comprate coi soldi di Cosa Nostra., chi cazzo le paga… gli svedesi? MA BACCAGAI, BUFFONE E LADRONE!!!

b.gangster

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