Nanomafioso: “Può essere Monti il leader dei moderati. A patto che faccia cene eleganti e si rapporti strettamente con le mafie .”

Destra, Berlusconi: “Non escludo Monti come leader dei moderati”

Il Cavaliere conferma che potrebbe non ricandidarsi come candidato a Palazzo Chigi. “Il Professore? Ha sempre gravitato in questa area di aver avuto contatti con altre personalità e che ci sono diversi nomi nella lista dei possibili leader”. E, pur di non “consegnare l’Italia a Bersani e Vendola”, chiama a raccolta tutti. Perfino Fini.

°°°Prende anche sonore pernacchie da tutti, perfino da Fini. Ma questo non lo dice nessuno.

http://www.ilfattoquotidiano.it/2012/10/09/berlusconi-non-escludo-monti-leader-dei-moderati/376747/

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Berlusconi leader? Naaa: è solo uno stupido ciarlatano complessato.

Fateci caso,  amici. Silvio berlusconi, che si spaccia per LEADER, è in realtà un povero, piccolo omuncolo – DISONESTO FINO ALL’OSSO –  pieno di complessi d’inferiorità che gli hanno reso misera la vita: è troppo basso, ha le zampette da rachitico, è calvo, ha fatto più plastiche al viso della parietti e di sandra milo messe insieme, non ha cultura né personalità, non ha charme né carisma, non ha mai avuto un’idea o un progetto che non fosse quello di salvarsi dalla meritata galera.  Insomma, è l’esatto contrario di ciò che dovrebbe essere un vero leader. Non è un caso che nessuno sano di mente lo consideri seriamente, nessun cittadinomaturo e onesto lo gratifica di un minimodi credito. Con il suo comportamento  volgare e arrogante da bullo di periferia, con le sue barzellette vecchie e raccontate malissimo, riesce solo a trovare un minimo di seguito tra la feccia del Paese e tra le scimmiette meno alfabetizzate. Se questo è un leader io sono Alessandro Magno.

A SILVIO

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Berlusconi, devastatore dell’Italia e leader dei cazzi suoi(sporchi)

Quegli oscuri intrecci di interesse tra Silvio e i suoi potenti amici

di Umberto De Giovannangeli

Domanda: un cognato, sia pur ingombrante, vale un Colonnello e uno «Zar»? Nella stagione dei dossier avvelenati, del killeraggio mediatico, tutto sembra eguale nel ventilatore dei colpi bassi. Così non è. C’è qualcosa di enorme nella resa dei conti tra gli ascari del Cavaliere e la fanteria finiana. E riguarda la politica estera. O per meglio dire la «diplomazia degli affari» del presidente del Consiglio e osannata dal suo pasdaran alla Farnesina. I deputati più vicini al presidente della Camera lo ripetono da giorni: tra le questioni da chiarire con urgenza, e trasparenza, c’è la «natura reale» dei rapporti di questi anni di Silvio Berlusconi con Muammar Gheddafi e Vladimir Putin.

Un salto di qualità nella polemica. Che non può passare sotto silenzio. Le implicazioni sono gravissime e riguardano i condizionamenti e la ricattabilità di un primo ministro in campo internazionale e nei rapporti bilaterali con leader discussi quale il rais libico e l’uomo forte della Federazione Russa. Per il ministro degli Esteri, Franco Frattini, gli attacchi a Berlusconi su Gheddafi e Putin sono «un gesto di disperazione politica». E «stanno disonorando l’Italia». Ma le cose sono più complesse. E inquietanti. Perché da tempo, l’Unità ne ha dato conto, la «diplomazia degli affari» varata dal Cavaliere è sotto osservazione degli alleati europei e Usa. Dalla «diplomazia del gas» con la Russia di Putin agli appalti miliardari con la Libia di Gheddafi: c’è poco di «disperato» e di «sciocco» negli interrogativi sui punti oscuri di queste «relazioni pericolose».

Molto si è parlato, l’Unità lo ha fatto prima degli altri,, del «Patto del gas» tra i due «amici» Berlusconi e Putin, via Eni e Gazprom, mal digerito alla Casa Bianca. La «diplomazia degli affari» sull’asse Roma-Mosca trascina voci e indiscrezioni, che chiamano in causa, pesantemente, aziende di intermediazione gestite da vecchie amicizie del Cavaliere, fino a evocare «dossier» esplosivi in mano all’ex capo del Kgb pronti a passare nelle mani dell’amico Silvio. La musica non cambia se da Mosca ci spostiamo a Tripoli.Con il leader libico, Berlusconi ha sottoscritto un Accordo di cooperazione bilaterale molto segnato da risarcimenti e intese economiche e finanziarie, e poco e niente sul rispetto dei diritti umani. Affari che investono gas, petrolio, infrastrutture, sistemi d’arma, ferrovie, banche… Qual è la «natura reale» dei rapporti tra il Cavaliere e il Colonnello?

Ed è un caso che ad accompagnare sotto la tenda di Bengasi il Cavaliere nei giorni cruciali della «limatura» dell’Accordo Italia-Libia non è stato il ministro Frattini ma il finanziere franco-tunisino, oltre che produttore cinematografico, Tarak Ben Ammar? Ben Ammar, 61 anni, ricorda Il Foglio , è «l’uomo che ha in mano i rapporti economici con i libici», oltre ad essere consigliere di Mediobanca e di Telecom. Amico di vecchia data di Berlusconi, è stato membro del Cda di Mediaset. Scriveva lo spagnolo El Pais : «L’oscuro trattato bilaterale di amicizia firmato a Bengasi (Libia) nell’agosto del 2008 da Silvio Berlusconi e Muammar Gheddafi è stato fino ad ora controverso a causa del chiaro baratto di gas e petrolio con gli immigrati clandestini, che l’Italia ora restituisce alla Libia non rispettando il diritto diasilo. Una piccola notizia secondaria, apparsa a giugno scorso, era passata quasi inosservata. È l’acquisto, da parte della compagnia libica Lafitrade, del 10% di Quinta Communications.

La Lafitrade, con sede olandese e controllo libico, porta alla famiglia Ghedddafi attraverso la Lafico. Quinta Communications è un’azienda produttrice e distributrice fondata nel 1990 dal finanziere franco-tunisino Tarak Ben Ammar, socio e amico intimo di Berlusconi. La principale società finanziaria del Cavaliere, Fininvest, possedeva alla fine del 2008 il 29,67% delle azioni di Quinta attraverso la lussemburghese Trefinance. Dopo l’aumento del capitale, Berlusconi mantiene circa il 22%….». La notizia dell’accordo privato tra Berlusconi e Gheddafi è ripresa da The Guardian , che sottolinea lo «sconcertante conflitto di interessi» e «un interesse comune in affari altamente discutibile». Domanda al combattivo Carmelo Briguglio, deputato «finiano» e membro del Copasir: qual è la «natura reale» dei rapporti tra il Cavaliere e il Colonnello?

B.mafiaman

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BERLUSCONI FA CAGARE

Il presidente del Consiglio è 65mo, il Papa penultimo davanti a Kim Jong-il

I leader più sexy del pianeta: Berlusconi

è tra il Togo e il Kirghizistan

Nella classifica di Hottestheadofstate domina la premier ucraina Tymoshenko, secondo il norvegese Stoltenberg

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Sarà il miglior primo ministro italiano degli ultimi 150 anni (autodefinizione) e un tombeur de femmes di prima categoria (sempre un’autodefinizione), ma secondo la classifica di Hottest head of State, che mette in lista i leader (presidenti, primi ministri, regnanti) più sexy del pianeta, Silvio Berlusconi si guadagna una deludente 65ma posizione, subito dopo il presidente del Kirghizistan Kurmanbek Bakiyev e appena prima del presidente del Togo Faure Gnassingbé il quale (accidenti!) è pure parecchio abbronzato (citazione). E poi dicono che non è vero che la stampa estera «sputtana il premier» (citazione)…

http://www.corriere.it/esteri/09_ottobre_13/classifica-premier-pianeta_c0261200-b819-11de-9cba-00144f02aabc.shtml

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Ricevo e pubblico

Caro Lucio, complimenti per il tuo coraggio e per la tua abnegazione.  Mi vergogno di avere come presidente del Consiglio un 73enne che va con minorenni, di avere alla presidenza della Sardegna un individuo

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LIQUIDAZIONE TOTALE

affari

G8 Genova, il pm: condannate De Gennaro

Per l’ex capo della polizia chiesti due anni

La richiesta al processo nato dalle intercettazioni in cui il funzionario chiedeva di mentire al questore del capoluogo ligure. Sul banco degli imputati anche l’ex capo della Digos. La sentenza arriverà a settembre.

°°° Lentamente, ma inesorabilmente, si sta sfaldando tutto il castello di carte truccate del mafionano. La vedo dura al nuovo G8, davanti ai leader e ai giornalisti VERI.

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